Toscana

IMMIGRATI: CONSULTA RESPINGE RICORSO CONTRO LEGGE TOSCANA

(ASCA) – “La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile e non fondato il ricorso del Governo Berlusconi sulla legge regionale che norma l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini stranieri in Toscana. è una vittoria della ragione e della civiltà“. Ad annunciarlo è Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, sottolineando come la norma sui diritti ai cittadini immigrati sia “all’avanguardia e in perfetta linea con quanto prescritto dalla Costituzione della Repubblicana italiana. “Accogliamo con estrema soddisfazione la decisione della Corte – ha continuato – perché stabilisce una volta per tutte la legittimità costituzionale di una normativa basata su principi di eguaglianza e di pari opportunità che ha l’obiettivo dichiarato di rafforzare sul nostro territorio la coesione sociale e la solidarietà tra i cittadini, qualunque sia la loro provenienza”. La legge regionale a tutela dei cittadini stranieri era stata approvata dal Consiglio regionale toscano il 9 giugno 2009 e dopo poche settimane era stata impugnata dal governo, sostenendo che la norma regionale contrastava con la disciplina dei flussi migratori di competenza esclusiva del legislatore statale e con i principi costituzionali in tema di “diritto di asilo”. A suscitare polemiche sulla legge era stata, in particolare, l’offerta di “servizi socio-assistenziali urgenti ed indifferibili” a ogni persona, inclusi gli immigrati non regolari. La Corte afferma che “la norma regionale in esame non determina alcuna lesione delle competenze legislative statali” e che lo straniero è “titolare di tutti i diritti fondamentali che la Costituzione riconosce spettanti alla persona” e in particolare, con riferimento al diritto fondamentale all’assistenza sanitaria, che esiste “un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana, il quale impone di impedire la costituzione di situazioni prive di tutela, che possano appunto pregiudicare l’attuazione di quel diritto”. Quest’ultimo deve perciò essere riconosciuto “anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso ed il soggiorno nello Stato”. Contro la legge il PdL toscano aveva raccolto oltre 40 mila firme per chiedere un referendum abrogrativo, richiesta poi non presentata per “senso di responsabilità“. Il centrodestra, comunque, chiede modifiche al provvedimento.