Toscana
Immigrati, 300 mila in Toscana
Giovedì 30 ottobre presso l’università per stranieri di Siena si è svolta la presentazione, in contemporanea a livello nazionale, del Dossier statistico Immigrazione 2008 «Lungo le strade del futuro» della Caritas e della Fondazione Migrantes, giunto al suo diciottesimo anno, oramai alla sua maturità come ha affermato Don Morelli coordinatore della tavola rotonda. La tavola rotonda si è aperta con il saluto di monsignor Antonio Buoncristiani Arcivescovo di Siena, Colle Val D’Elsa e Montalcino affermando che «il cristiano crede profondamente al valore dell’essere umano poiché ognuno di noi vede nell’altro il volto di Dio. Questo valore che diamo alla persona e ciò che ci guida all’accoglienza, se accolgo solo coloro che mi servono non stiamo facendo niente di particolarmente nobile, la vera sfida è accogliere coloro che hanno bisogno. Il concetto di accoglienza deve essere coniugato con il rispetto reciproco attraverso un confronto dialogico».
A questa apertura ha fatto seguito Maria Teresa Fabbri e Fiorenza Anatrini, rispettivamente assessore comunale e provinciale alle politiche sociali di Siena, che hanno evidenziato che laddove funzionano i servizi paritari cioè che danno pari dignità e pari opportunità a tutti non si registrano episodi di razzismo e xenofobia. Oggi registriamo una preoccupante crescita di razzismo nelle realtà fortemente industrializzate del nostro paese dove ha prevalso la semplice richiesta di manodopera. Gli assessori si sono soffermate sulle emergenze dovute alle lungaggini amministrative per i tempi di rilascio dei permessi di soggiorno che determinano condizioni di irregolarità per molti stranieri presenti da anni nel nostro territorio. Un’altra emergenza di questi giorni è l’insegnamento della lingua italiana nelle classi, oggi messa in dubbio dalle recenti riforme scolastiche, e che negli anni scorsi veniva garantita attraverso percorsi ad hoc di insegnamento della L2 e di mediazione. Nel 2009 la Provincia di Siena ha istituito il Consiglio dei migranti a testimoniare il rinnovato impegno delle amministrazioni locali tese a coniugare solidarietà e pari opportunità nella progressione sociale per superare questo crescente individualismo e xenofobia. Si tratta di un semplice escamotage che intende aggirare il divieto di estensione al voto amministrativo agli stranieri, rimuovere questo ostacolo sia l’unica via per giungere alla comune condivisione di valori contenuti nella nostra costituzione.
Federico Russo e Padre Gianromano Gnesotto della Migrantes sono entrati nel merito dei contenuti del dossier, evidenziando alcuni aspetti di particolare interesse, ricordiamo in fatti che il dossier si articola in più di 500 pagine, 60 capitoli che presentano un analisi dei dati sia a livello nazionale che regionale.
Tra gli aspetti rilevanti ve ne sono alcuni che contraddicono il comune sentire e dire. Per quanto riguarda le risorse economiche che vengono investite per l’integrazione siamo a quota 136 milioni a fronte di un gettito fiscale dei migranti pari a 4 miliardi di euro a cui si aggiungono i 6 miliardi di rimesse stimate. É quindi evidente che il settore dell’immigrazione non è un settore particolarmente assistito o almeno quanto dovrebbe essere visto che a livello europeo gli stati investono una media del 2,4% della spesa sociale, pari a 300 milioni della Spagna e i 750 milioni della Germania.
Per quanto riguarda la presenza in Italia l’Istat come anticipato nel precedente numero ha registrato 3,5 milioni di stranieri mentre il dossier né ha registrati 4 milioni comprendendo coloro che sono in attesa sia di primo soggiorno che di rinnovo, in ogni caso ciò pone l’Italia come primo paese europeo. Gli stranieri sono principalmente impiegati nei settori dei servizi, dell’agricoltura e grande è la fetta degli imprenditori privati (165.000) che costituiscono il 9% del Pil con un tasso di attività 12% più alto di quello degli italiani. Inoltre per quanto riguarda i nuovi nati, aspetto importante in un paese destinato all’invecchiamento sono 1 su 10 nuovi nati all’anno.
Per quanto riguarda le presenze in termini di nazionalità, al primo posto si colloca la Romania, la cui emersione è stata determinata dall’entrata del Paese nell’Unione Europea, seguono l’Albania il marocco e la Cina. Ciò che costituisce un allarme è la presenza dei cittadini stranieri nelle scuole superiori e nelle università. Nelle scuole superiori assistiamo ad una vera e propria flessione, rispetto alla scuola di primo grado ed inoltre la scelta è indirizzatoa prevalentemente verso scuole professionali, e per l’università gli studenti stranieri sono pari al 2,6% contro una media dei paesi OCSE del 7%. Questo aspetto è stato ripreso dal Massimo Vedovelli, Rettore dell’Università, che ha confermato che l’impianto normativo è completamente incapace di governare il fenomeno e che ci allontana dal processo di globalizzazione che vede nello scambio di culture, lingue e saperi il suo aspetto migliore. Inoltre l’uso della lingua costituisce un patrimonio prezioso sia perché rappresenta un diritto all’espressione sia perché potremo volgere a nostro favore questa complessità che ci regala un albero i cui frutti sono portati dagli altri, pensiamo solo a come questi frutti potrebbero agevolare le comunicazioni commerciali.
Per quanto riguarda le tendenze, dobbiamo sottolineare che il maggiore incremento è avvenuto nelle provincia periferiche cioè le provincie di Massa – Carrara, Grosseto, Lucca. Il dossier, riprendendo uno studio realizzato dall’Osservatorio per le politiche sociali di Massa – Carrara, ha proposto un approfondimento sul tema del lavoro di cura delle donne stranieri. La ricerca indicava che le donne impiegate in questo lavoro erano 61 mila mentre l’imps ne registrava 26.746, dovuto alla prevalenza del lavoro nero, e tale tendenza appare confermata a livello regionale e pare dovuto alla farraginosità del procedimento di assunzione e regolarizzazione.
A ciò si aggiunge che le addette intervistate dichiaravano di lavorare in media 47 ore settimanali corrispondenti quasi al doppio di quelle dichiarate dal contratto di lavoro e come le condizioni di lavoro, spesso caratterizzate dalla coresidenza con l’anziano e il basso stipendio, comportino una crescente e desolante solitudine.