E’ rimasta sulla scrivania del Papa per tutta la durata dell’incontro con monsignor Gualtiero Bassetti la voluminosa relazione sullo stato della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che nei mesi scorsi è stata inviata alla Santa Sede e che ha consentito al Papa e ai suoi collaboratori di avere un quadro dettagliato della nostra Chiesa locale in attesa di incontrare il Vescovo per la visita «ad limina».Benedetto XVI l’ha sfogliata spesso mentre ascoltava le parole di monsignor Bassetti, scorrendo i titoli e le statistiche e soffermandosi sui capitoli più importanti – quelli dedicati alla vita cristiana e sacramentale della comunità diocesana, al magistero episcopale, al ministero dei sacerdoti, all’educazione dei giovani, all’evangelizzazione della cultura e alla pastorale familiare – ascoltando dal Vescovo le attese, le difficoltà e le speranze della nostra comunità cristiana e confrontandosi con lui sulle prospettive della Chiesa.Per descrivere al Papa la Chiesa aretina ci sono volute centotrentacinque pagine, articolate in ventitre capitoli, introdotti da una rappresentazione dell’organizzazione amministrativa e pastorale della diocesi, sorta nel 1986 a seguito della soppressione delle tre precedenti diocesi di Arezzo, di Sansepolcro e di Cortona. Con una superficie di 3425 chilometri quadrati, la diocesi è prima per estensione in Toscana; dei suoi 305mila abitanti, oltre 290mila si dichiarano cattolici, anche se la partecipazione alla celebrazione domenicale nelle 244 parrocchie, nei santuari e nelle altre chiese officiate si attesta intorno al 15%, con una diminuzione dell’1% rispetto al 2000, ma con punte significative per le feste più importanti dell’anno liturgico. In diocesi sono in servizio 222 sacerdoti – con un’età media di 67 anni – e 18 diaconi permanenti, coadiuvati da 6 accoliti, 5 lettori e 140 ministri straordinari dell’eucaristia. A loro si aggiungono 134 religiosi, di cui 40 di vita contemplativa, e 475 religiose, di cui 74 di clausura. Il loro ministero incide su una realtà culturale, sociale e politica ancora profondamente segnata dalle proprie origini e tradizioni cristiane, soprattutto nel settore dell’educazione dell’infanzia e della promozione della carità. Infatti, sono 37 le scuole cattoliche, di cui 32 materne, che accolgono circa 2000 bambini e ragazzi; inoltre, dei 36 mila alunni delle scuole pubbliche, il 93,5% di loro si avvale dell’insegnamento della religione cattolica, affidata a circa 160 insegnanti specialisti. Quanto alla carità si contano oltre 42 istituzioni ed enti di assistenza e beneficenza di provenienza ecclesiale, cui si aggiunge la rete dei volontari legati alla Caritas diocesana.Fra le numerose cifre e le considerazioni in cui si dipana la relazione, l’attenzione del Papa è stata catturata dal messaggio di speranza che chiude il documento: «Anche se negli ultimi anni si osserva una diminuzione, sotto il profilo quantitativo, della partecipazione alle celebrazioni domenicali e festive – si legge nella sintesi finale – un numero sempre crescente di laici manifesta un maggior impegno e una più visibile vitalità ecclesiale, insieme ad una più matura presa di coscienza della propria vocazione cristiana e del proprio ruolo nella Chiesa. Nel contempo, si manifesta un rinnovato interesse per lo studio e l’approfondimento dei contenuti teologici, biblici e morali della fede cristiana, che si esprime sia nelle attività di catechesi per gli adulti, sia nell’odierno contesto culturale e politico che in certo qual modo sollecita il recupero delle origini e della identità cristiana delle nostre terre».«Di fronte alle difficoltà e alle complessità che il mondo sta vivendo – conclude la relazione – diverse persone avvertono la necessità di un rinnovata incontro con il Signore e con la Chiesa, interrogandosi soprattutto su tematiche che toccano da vicino la loro esistenza e aspettandosi dalla comunità cristiana adeguate risposte. I problemi più avvertiti riguardano l’inculturazione della fede e le modalità in cui questa possa influire sulle loro scelte e sulla vita di tutti i giorni. Nello stesso tempo molti credenti avverto difficoltà di giudizio e di impostazione dell’esistenza nei confronti dei problemi etici, soprattutto per quanto riguarda la vira della famiglia».Sfide e speranze alle quali la diocesi intende rispondere «con la promozione culturale e pastorale dei sacerdoti e con la ricerca di modalità e di linguaggi nuovi e adeguati per una proficua comunicazione del Vangelo al mondo». Sfide e speranza sostenute dall’impegno di ben ventiquattro fra uffici, commissioni e centri pastorali diocesani, dal servizio degli oltre duemilacento catechisti parrocchiali (circa 100 più che nel 2000), dai quasi sessanta iscritti all’istituto superiore di scienze religiose, dai circa cento gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali (attive, oltre che nel settore della carità, negli ambiti della spiritualità, della famiglia, della cultura, della promozione dell’impegno sociale e politico dei cristiani e della promozione della pace, del dialogo interconfessionale e interreligioso), nonché dalla presenza di quattro importanti mezzi di comunicazione sociale: il settimanale diocesano Toscanaoggi, Telesandomenico, Radio incontri e i siti internet www.diocesi.arezzo.it e www.arezzogiovani.it.di Massimo Rossi