Toscana
Il vino toscano del 2004? Buono e abbondante
Intanto il Chianti Classico ha deciso per l’anno in corso una riduzione del 20% delle rese massime. L’obiettivo è duplice: affermare la qualità del prodotto con una scelta delle uve migliori e riequilibrare il mercato in una fase congiunturale difficile per tutto il settore vitivinicolo nazionale. E i produttori cosa pensano della vendemmia? «In Toscana, siamo in ritardo sulla passata vendemmia di una decina di giorni dichiara Francesco Mazzei del Castello di Fonterutoli ma le uve del nostro Chianti Classico sono belle e sane e ci sono tutti i presupposti per fare una bellissima vendemmia. Cominceremo a raccogliere il Merlot verso il 1015 di settembre e poi, tra il 20 e il 25 settembre, toccherà al Sangiovese».
Liceo artistico, accademia di Belle arti, all’inizio Simonetta si dedica ai cataloghi d’arte, poi, nel 1977 apre lo studio orientandosi sulle etichette (vino ma anche olio e grappe), settore in cui poi si è specializzata realizzandone fino ad ora alcune centinaia. Ma come nasce un’etichetta? «È l’azienda vinicola spiega Simonetta a fornire tutta una serie di informazioni utili: mi dice che vino sarà o che vino è, se già esiste, quello per cui dovrò lavorare, mi dà le caratteristiche più importanti e mi dice anche dove verrà venduto e quale messaggio vorrebbe far passare. Io, stando all’interno di questo percorso, devo cercare attraverso la mia sensibilità di trasmettere i valori dell’azienda e del prodotto in questione. Non c’è una regola fissa: ogni volta si tratta di cucire un vestito su misura».
L’immagine grafica, spiega in sostanza Simonetta, ha un obiettivo: deve colpire emotivamente il consumatore, creare suggestioni, dialogare, raccontare con l’immediatezza del colpo d’occhio, genuinità, carattere, prestigio e valore di ogni specifico vino. «In realtà aggiunge l’etichetta risponde anche ad esigenze più complesse, ossia deve interpretare al meglio qualità e personalità del produttore. In sintesi, l’etichetta è un ambasciatore in attività permanente nel tempo e nello spazio. Deve svolgere la sua funzione per anni e deve essere efficace nelle campagne pubblicitarie e sugli scaffali di enoteche al supermercato così come al ristorante o a casa».
Prima di prendere carta e matita e mettersi disegnare, Simonetta con l’aiuto di validi collaboratori deve quindi raccogliere e valutare una quantità considerevole di notizie e magari assaggiare anche quel particolare vino che poi dovrà vestire. Ma la cosa curiosa è che fino a qualche tempo fa fra Simonetta e il vino non correva proprio buon sangue. «Il vino non mi piaceva per niente racconta divertita poi, a furia di sentirlo raccontare, l’ho assaggiato e mi sono in un certo senso convertita. Adesso mi piace anche se non posso dire di essere un’intenditrice. Certo è che so riconoscere i vini che più si addicono, oltre che al mio palato, anche alla mia personalità e carattere».