Prato

Il Vescovo visiterà le zone pastorali

di Gianni RossiSi delinea il nuovo programma pastorale, quello che impegnerà la comunità diocesana dalla fine di quest’anno fino al 2010. Mons. Simoni lo ha presentato al Consiglio pastorale diocesano, riunito lunedì 14 febbraio in palazzo vescovile.Due fasi distinte, ma non separate: una originale visita alle zone pastorali, nella prima, e una iniziativa missionaria rivolta al di fuori della comunità dei «praticanti», la seconda.«Il fine di ambedue – scrive il Vescovo nella relazione dal titolo “Anno 2004-2005” – è quello di evangelizzare ancora le nostre comunità, compaginandole e infervorandole ancora di più, e di evangelizzare più largamente e intensamente il popolo e la società pratese in tutte le sue componenti».Per ora di definito c’è l’impianto generale, «ma i particolari (anch’essi sostanziali) – scrive ancora Simoni – sono da definire nei prossimi mesi, non oltre, spero, il giugno e il luglio».Il Vescovo ha deciso di caratterizzare così i prossimi cinque anni raccogliendo alcuni spunti della «Commissione mista» Consiglio presbiterale – Consiglio pastorale (che aveva proposto uno schema-base diverso), dopo un’ampia discussione tra i sacerdoti sia negli organismi rappresentativi, che nelle assemblee generali e zonali.Cinque anni di forte spinta missionaria, dunque, alla luce della Novo Millennio Ineunte di Giovanni Paolo II e de Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia della Conferenza episcopale italiana.Tra gli aspetti da precisare ci sono i tempi. Indicativamente la prima fase potrà occupare due anni pastorali, anche se la Visita alle zone si concentrerà probabilmente in alcuni mesi del prossimo anno. «I tempi di preparazione e lo svolgimento di questa visita devono essere caratterizzati, zona per zona, da forti momenti di “sguardo rivolto a Gesù” – spiega mons. Simoni -, di ascolto e di riflessione sui contenuti essenziali dell’annuncio evangelico e della dottrina che ne è conseguita, di adorazione eucaristica e di preghiera, ma anche da momenti di migliore intelligenza della situazione in cui viviamo, e infine da momenti di verifica finalizzati a rivedere e a migliorare decisamente lo stato della nostra organizzazione pastorale, degli organismi consiliari locali, della formazione e del molteplice servizio vocazionale e ministeriale, e delle norme riguardanti i vari ambiti pastorali». Con una precisazione: «L’essenziale è favorire l’“essere” – e l’essere cristiani insieme – che è fonte e condizione previa e “sine qua non” dell’agire pastorale e dell’evangelizzazione». Perché, per dirla con Paolo VI, nella fondamentale enciclica Evangelii Nuntiandi, «Evangelizzatrice, la Chiesa comincia con l’evangelizzare sé stessa».Così si aprirà la strada all’iniziativa missionaria, che dovrà mirare a «raggiungere tutti coloro che vivono “sulla soglia” e quanti non credono o hanno problemi al riguardo della fede o comunque non partecipano alla vita della Chiesa anche se non pochi sono in buoni rapporti con noi».Quali forme prenderà questa iniziativa (missione popolare? Visita agli ambienti?) è ancora da decidere. Intanto, entro la conclusione di questo anno pastorale dovrà essere precisata la prima parte del programma. L’appuntamento è per la riunione di maggio del Consiglio pastorale diocesano.