Il Vescovo sceglie le piccole parrocchie di Brolio e di Castroncello, nel cuore della Valdichiana aretina, per tornare sul tema del dialogo e dell’incontro con l’altro, a distanza di una settimana dalla conclusione delle «Piazze di maggio», l’evento nazionale sulla cittadinanza in preparazione al Convegno ecclesiale di Verona che la Cei ha voluto fosse ospitato dalla diocesi di Arezzo. «C’è bisogno di aprirsi al prossimo, al diverso, a chi professa altre fedi», dice monsignor Gualtiero Bassetti.E’ domenica. Il Vescovo celebra la S.Messa prima a Castroncello e poi a Brolio. E’ l’abbraccio di monsignor Bassetti a due comunità guidate da don Miroslaw Bienkowski (per tutti don Mirko) che fanno parte del vicariato di Castiglion Fiorentino e in cui fa tappa la visita pastorale. «Sono parrocchie di campagna ma assidue nella preghiera e nella vita fraterna», spiega Enrico, giovane rappresentante del consiglio pastorale di Brolio, nel suo saluto al Vescovo. E monsignor Bassetti tocca con mano il «calore delle due comunità», confida lui stesso. Lo fa nell’incontro con i ragazzi del catechismo, nel faccia a faccia con i consigli parrocchiali, nel confronto con la popolazione, nella visita ai bambini dell’asilo di Brolio.Ai due paesi che si perdono nel verde della vallata monsignor Bassetti lascia in eredità l’impegno a fare dell’Eucaristia un trampolino verso il mondo. «Si va in chiesa per incontrare Dio e se ne esce per incontrare gli altri», spiega il Vescovo mutuando una frase riportata nella chiesa di Manciano. Monsignor Bassetti cala il suo invito nel quotidiano. «Viviamo in un’epoca nuova per la storia dell’uomo e per la vita cristiana – afferma – In molti bussano alle nostre porte e non possiamo scacciarli come fossero intrusi». Il pensiero del Vescovo ha radici teologiche. «Dio non fa differenza fra le persone perché vuole che tutti siano salvi», spiega. Ecco perché «Dio parla alla coscienza e, anche chi non conosce Cristo ma ha una vita retta, cammina già sulla via del Signore».Monsignor Bassetti propone di valorizzare lo Spirito Santo. «E’ proprio lo Spirito – spiega il Vescovo – che ci fa cristiani aperti, che ci fa riconoscere nell’altro un nostro fratello, che si fa amare il diverso». Da qui l’esortazione ad avere «un rapporto profondo con lo Spirito, a sentirne la presenza nella vita, a invocarlo ogni giorno». Secondo monsignor Bassetti, esso è il vero antidoto all’«eccessiva chiusura che talvolta imprigiona la società e anche la comunità ecclesiale».