Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il vescovo: «Una misura sovrabbondante di entusiasmo per annunciare con gioia Cristo».

Carissimi catechisti, all’inizio di un nuovo anno pastorale, desidero rivolgervi un affettuoso saluto. Quest’anno, la nostra Chiesa locale è chiamata a riscoprire il ruolo della parrocchia come comunità educante, luogo dell’accoglienza e dell’incontro, in cui nascono e maturano i percorsi formativi che si esprimono nei vari sevizi.È quell’ambito vitale che, dopo aver generato alla fede i suoi figli mediante i sacramenti dell’iniziazione, continua ad accoglierli anche quando, adolescenti e giovani, manifestano difficoltà a vivere la fede in una comunità. Monsignor Tonino Bello affermava: «Educatore è uno che, davanti a un pozzo, è incaricato di far affiorare l’acqua dalle viscere della terra». Credo che anche voi, carissimi catechisti, di fronte ad un compito così impegnativo, proviate spesso lo sgomento di sentirvi sprovvisti di secchi, carrucole, brocche.Ecco, allora, che emerge l’esigenza fondamentale del vostro impegno nella formazione per acquisire, innanzitutto, gli strumenti culturali: la conoscenza dei processi di maturazione, lo studio della Parola di Dio, l’approfondimento del pensiero della Chiesa, l’accostamento sempre più consapevole e partecipato alla liturgia, il rapporto tra fede e vita. Vi invito, per questo, a valorizzare le proposte dell’Ufficio catechistico diocesano e dell’Istituto superiore di scienze religiose che si mettono volentieri al vostro servizio proprio per sostenervi nell’impegno formativo.In secondo luogo, è necessario assumere uno stile, che è quello dell’accompagnatore. L’icona di Emmaus ci suggerisce di camminare accanto alle persone a noi affidate, rispettando i loro percorsi e tempi di incontro con il Signore. Occorre, infine, una misura sovrabbondante di entusiasmo: solo una grande consuetudine con Gesù vi donerà quell’amore che può aiutare i piccoli e i giovani a voi affidati a formarsi una coscienza libera, evitando la superficialità e il relativismo, per imparare gradualmente a maturare scelte coerenti.In quest’impegno, tutt’altro che semplice, ci accompagna la figura di San Paolo, in questo anno a lui dedicato. Egli, che non si è mai risparmiato, ma ha offerto la propria vita affinché gli uomini incontrassero Cristo, non si è fermato di fronte al rifiuto di culture estranee al messaggio evangelico, facendo della debolezza di un’apparente sconfitta, la propria forza, in Cristo. Paolo ha raggiunto l’uomo nelle sue reali situazioni di vita per portarlo a Dio; ecco, allora, il suo appello a tutti i cristiani, in particolare a coloro che sono chiamati in modo particolare ad evangelizzare: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo (1 Cor 11,1)».Con questo invito vi saluto cordialmente, augurandovi un ricco e fruttuoso anno catechistico; vi attendo domenica 28 settembre per la celebrazione del mandato e, con affetto, vi benedico.Gualtiero Bassetti, vescovo