Sembra scongiurata, per il momento, la vendita del pastificio «Buitoni» di Sansepolcro da parte della Nestlè, la multinazionale che lo acquistò nel 1988 dal gruppo «De Benedetti». Nell’incontro di lunedì con le rappresentanze sindacali aziendali, Nestlé Italia ha negato la volontà di cedere lo stabilimento e con esso il marchio «Buitoni», manifestando piuttosto la volontà di aprire un confronto con i sindacati per aumentare la produttività e l’efficienza della fabbrica biturgense. In realtà, la volontà di cedere lo stabilimento con circa 390 dipendenti non è stata mai messa nero su bianco dai vertici del gruppo svizzero, ma secondo le principali sigle sindacali il progressivo depotenziamento dello pastificio tiberino nascondeva l’intenzione della multinazionale di abbandonare il settore della pasta. Le assicurazioni dalla proprietà hanno allentato la tensione e, dopo alcuni giorni di sciopero, le maestranze hanno ripreso il lavoro. Permangono però seri dubbi sul futuro del pastificio e rimane alta l’attenzione dei sindacati del settore alimentare, le cui segreterie nazionali sono impegnate nella fase di concertazione aperta con i vertici della Nestlé. Interesse alla vicenda è stata espresso anche dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti e dalla comunità ecclesiale della Valtiberina, preoccupati per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e per il futuro delle famiglie dei lavoratori dello stabilimento «Buitoni» e dell’indotto.Massimo Rossi