Prato

Il Vescovo: «Il distretto si salva se fa squadra»

di Gianni RossiIl distretto economico pratese potrà affrontare le sfide della globalizzazione facendo squadra». Torna a lanciare un messaggio a lui particolarmente caro il vescovo Simoni. Lo fa durante «Confartigianato caffé», il dibattito organizzato dall’associazione di categoria lunedì 6 dicembre presso la sede di Maliseti. «Credo – ha aggiunto – che questa sia una delle esigenze morali più importanti in questo frangente».Con lui, a parlare dei rapporti tra etica e piccola impresa, il prof. Piero Tani, docente di economia politica all’Università di Firenze (nonché presidente dell’editrice del nostro settimanale). Moderava il dibattito Claudio Caponi, segretario regionale di Confartigianato. Durante la serata il Vescovo ha lanciato anche un forte appello agli artigiani, a mobilitarsi per tenere viva la piccola e media impresa, con i suoi valori sociali ed umani. Simoni ne paventa la sconfitta insieme alla scomparsa dei vecchi mestieri artigiani. E propone la sua «ricetta» per evitare che questo accada: «Occorre incoraggiare l’imprenditorialità e la creatività come strumenti che possono concorrere al bene sociale del distretto, impegnare l’intelligenza e la fantasia per creare occasioni di lavoro». Dall’economia alla democrazia, alla politica il passo, quindi, è stato breve. Che la politica possa essere d’aiuto, in una situazione che rischia di penalizzare l’artigianato, lo ha detto anche Piero Tani per il quale però «non si tratta di dare vita a una forma di politica assistenzialistica nei confronti della piccola impresa, bensì di incentivare le condizioni perché quest’ultima si sviluppi in modo autonomo».Ma di politica si è parlato anche e soprattutto sulla scia della Settimana Sociale dei Cattolici, tenutasi di recente a Bologna. Mons. Simoni ha espresso le preoccupazioni della Chiesa per i rischi che la democrazia oggi corre, «soprattutto a causa del potere finanziario multinazionale e del potere massmediale incontrollato». Per questo, incominciando dalla realtà locale, c’è bisogno che tutti e i cattolici per primi tornino alla politica: «L’alternativa è essere alla mercé dei poteri forti». Così, anche a Prato, si rende sempre più necessario passare dalla difesa degli interessi particolari al far politica, intesa come laboratorio «dove si realizza il bene comune».