Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il Vescovo Giuseppe Franciolini, una vita dedicata a Cortona.

E’ l’ultima fatica di don Paolo Bartolini, già parroco a Montecchio di Cortona e attualmente ospite nella Casa per anziani «Santa Maria Maddalena» di Gargonza. Il contenuto del libro è già tutto espresso nel titolo: Memorie storiche dell’ultimo Vescovo della Diocesi di Cortona, Mons. Giuseppe Franciolini.Don Paolo, come le è venuta l’idea di raccogliere questa documentazione?«Come ho scritto nell’introduzione al libro, varie sono le motivazioni. Prima fra tutte la mia infinita gratitudine per avere coltivato con amore la mia vocazione sacerdotale; poi la preoccupazione che il bene da lui operato non resti a conoscenza solo degli addetti ai lavori».Dove ha trovato le testimonianze?«Ho ricercato notizie autobiografiche, testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto personalmente, spesso conservate nella biblioteca dell’Accademia Etrusca o desunte dagli atti ufficiali della diocesi. Ho tentato una sintesi, molto limitata e incompleta, della lunga e preziosa missione pastorale da lui svolta a Cortona. Teniamo conto che con la sua morte si chiude un’epoca: la storia di Cortona come diocesi autonoma».Ha ripercorso, dunque, gli avvenimenti principali della sua vita.«Sì, aiutandomi con le notizie tratte dal suo diario e dal materiale fotografico che ho potuto rintracciare. Si parte dalla nascita, dal Battesimo, da foto che ritraggono i suoi familiari, lui bambino, giovinetto, seminarista, soldato. Perché monsignor Franciolini fu anche soldato di sanità in quella guerra che Benedetto XV chiamò “l’inutile strage”. Sopraggiunta la pace, fece ritorno in Italia dove potè completare gli studi conseguendo la laurea in teologia».Nel 1932, a 41 anni, Vescovo di Cortona e Vescovo più giovane d’Italia.«La vita di monsignor Franciolini può essere definita da poche date significative: nasce a Sassoferrato, nelle Marche, il 10 dicembre 1891, viene ordinato sacerdote il 3 marzo 1917, riceve la nomina a Vescovo di Cortona il 2 marzo 1932, dove svolge la sua missione pastorale per trentacinque anni, fino al 1978. Rimane a Cortona come Vescovo emerito fino al 16 aprile 1989, giorno della sua morte: 97 anni di età, 72 di sacerdozio, 57 di episcopato. Probabilmente cifre e dati da registrare nel Guinness dei primati».Una definizione del Vescovo Franciolini.«Uomo di Dio, Pastore buono, amante e riamato dai suoi figli spirituali, esemplare nell’adesione alla Chiesa e nel servizio del popolo di Dio affidatogli, generoso e munifico verso la sua diocesi e la città di Cortona».Qualche testimonianza sull’uomo di Dio e sul Pastore buono.«Prima di tutto, la prima evidenza: la sua devozione all’Eucaristia, punto programmatico preminente nel suo episcopato. I fedeli più mattinieri che partecipavano alla prima Messa in cattedrale volgevano istintivamente il loro sguardo verso il coretto dell’episcopio. A quell’ora era sempre illuminato. Il Vescovo iniziava di buon mattino la sua vita di preghiera e di adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Anche i fedeli delle parrocchie, nelle frequenti visite del Vescovo, avevano la percezione di questa sua profonda devozione verso l’Eucaristia. Nelle soste in parrocchia, il Vescovo non veniva cercato in canonica o nel piazzale della chiesa, ma dinanzi al tabernacolo, dove recitava l’Ufficio divino e si intratteneva in profonda adorazione. E chi può dimenticare quelle che è stata una delle sue testimonianze più significative di fede e di amore verso l’Eucaristia, cioè i Congressi eucaristici diocesani, da lui voluti e promossi, che sono stati come la linea direttrice della sua azione pastorale. Dal primo Congresso eucaristico, che si svolse nel 1935, fino al quinto, nel maggio 1967, la sua vita fu un inno di adorazione e di riconoscenza all’Eucaristia»-Come testimoniò la sua fedeltà alla Chiesa?«Certamente in tutta la sua vita, con umiltà e totale abbandono. Ma forse un momento fu per lui doloroso e impegnativo, quando fu decisa la soppressione della diocesi di Cortona, a cui lui aveva dedicato tutta la sua vita. Ma anche in quel momento non venne meno la sua devozione al Santo Padre e mai dalla sua bocca uscì una parola di critica. Si adoperò con tutte le sue forze e con dignità perché Cortona potesse rimanere sede vescovile, ma accettò in totale spirito di obbedienza le decisioni superiori». Un Pastore che amava la culturaMonsignor Franciolini, come uomo di cultura. Ce ne parla don Paolo Bartoloni. «La ricchezza della sua mente si esprimeva con semplicità, ma anche con sicurezza. Fu sempre presente nelle varie iniziative di Cortona, incoraggiò la stampa della diocesi, promosse convegni di studio, tenne aperto il seminario, fondò il collegio San Giuseppe. Inoltre la sua vivacità culturale emerge dalle lettere pastorali agli interventi in particolari circostanze. La sua parola era sempre attesa e ascoltata. Scrisse anche un libretto di poesie, “Ghirlandetta cortonese”, le cui liriche, di una semplice e spontanea spiritualità, riescono a coinvolgere il lettore. Fu anche fecondo autore di una vasta serie di rime sparse, a volte scherzose e improvvisate sull’onda di qualche particolare circostanza. Inoltre il Vescovo Franciolini è stato anche un mecenate per Cortona. Amante dell’arte, espresse grande ammirazione per gli artisti cortonesi di eccellenza: Luca Signorelli, Pietro Berrettini e Gino Severini. A Pietro Berrettini dedicò addirittura una lettera pastorale nel 1969, nel centenario della sua morte, in cui sosteneva la necessità di certi valori che avevano animato l’ispirazione artistica del grande cortonese. Difese appassionatamente l’«Annunciazione» del Beato Angelico dalle pretese di un emissario di Goering nel 1942. Poi commissionò al Severini i mosaici delle stazioni della Via Crucis che sale verso Santa Margherita e il San Marco evangelista» . di Benito Chiarabolli