I«La catechesi non può mai essere finalizzata al sacramento». Il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, tira le somme dell’assemblea diocesana e indica le linee per il futuro prossimo della Chiesa locale. «E’ urgente un percorso di accompagnamento dopo il sacramento», sostiene il Vescovo. Una sfida che passa dai laici. «Serve una Chiesa meno clericalizzata e più aperta ai laici – afferma monsignor Bassetti – Laici adulti che si sentano responsabilizzati».L’assemblea era stata aperta del Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara, che aveva spiegato il senso della scelta di incentrare il piano pastorale diocesano sul “primo” sacramento. «Il battesimo è indispensabile per giungere ad un risveglio della vita ecclesiale». Il tema è stato richiamato durante l’anno nelle parrocchie dove «si sono sperimentate nuove strade per ridare dignità al sacramento», ha sottolineato monsignor Dallara.Dopo la relazione di don Fontana, si sono susseguiti gli interventi in assemblea moderati da Massimo Rossi. Maria Chiara Buggia ha raccontato l’esperienza del «battesimo comunitario» a Pieve Santo Stefano dove più bambini ricevono il sacramento insieme. Invece, Francesco Picciafuochi di Rigutino ha posto l’accento su padrini e madrine che «non vanno scelti per i loro legami d’amicizia o parentela ma perché hanno il compito di accompagnare i bambini».Il ruolo dei laici è tornato in alcune considerazioni. «Occorre puntare sui laici – ha affermato don Francesco Sensini, direttore dell’ufficio catechistico diocesano – La diocesi lo ha fatto promuovendo un corso di formazione per catechisti battesimali a cui hanno partecipato 50 persone». Come Susanna Del Cortona di Battifolle. «E’ un servizio che vogliamo fare per le famiglie e per aiutare i genitori a riscoprire la loro fede. Se una coppia di sposi si presenta alla famiglia che chiede il battesimo, il dialogo è più facile». E don Adriano Moro, parroco di San Leo, ha aggiunto: «Non c’è evangelizzazione senza operatori». Da don Aldo Celli, vicario di Arezzo città, è arrivato un grido di aiuto. «Le singole parrocchie non sono attrezzate per affrontare da sole le nuove sfide. Serve mettersi insieme». Senza dimenticare la Scrittura. «C’è bisogno di incontri sulla Parola di Dio», ha detto il diacono Audenino Secondo. E il diacono Umberto Valiani ha invitato a «rimettere al centro la Parola» ma anche a «riscoprire il linguaggio dei segni».