Fiesole

Il Vescovo al pellegrinaggio diocesano: cristiani, attenti all’indifferenza

Il pellegrinaggio diocesano è ormai diventato un punto di riferimento all’interno del mese di maggio e nell’intera vita della diocesi. Sembra dimostrarlo la partecipazione davvero numerosa (circa 700 persone) e attenta che ha caratterizzato anche l’appuntamento di quest’anno, presso il Santuario della Madonna della Querce a Viterbo. La storia del santuario nasce da un’immagine di Maria dipinta su di una tegola e appesa al tronco di una grossa querce alle porte della città di Viterbo. Nel XV secolo, dopo innumerevoli interventi miracolosi, tra cui la liberazione da una terribile pestilenza, i viterbesi decisero di costruire una chiesa, affidata all’architetto Giuliano da Sangallo. In effetti, il santuario è un piccolo gioiello di architettura rinascimentale, abbellito ed arricchito nei secoli da numerose donazioni, prima fra tutte quella dell’imperatore Carlo V (1538) che permise la costruzione del bellissimo soffitto a cassettoni decorato in oro zecchino. Ancora oggi, il santuario è un centro pastorale di grande importanza, e la Madonna della Querce è stata proclamata patrona dell’intera diocesi di Viterbo, quando nel 1986 fu deciso di fondere le cinque piccole diocesi della provincia in una sola.Una volta arrivati al santuario, e dopo la recita del Rosario, è giunto per salutare tutti i pellegrini il Vescovo di Viterbo Mons. Lorenzo Chiarinelli che ha rivolto un caloroso benvenuto ricordando i legami di affetto e spirituali che legano la diocesi di Viterbo a quella di Fiesole. Soprattutto attraverso la figura e il ministero episcopale di Mons. Fiorino Tagliaferri. Subito dopo, il nostro Vescovo Mons. Luciano Giovannetti ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme ai numerosi sacerdoti presenti. Durante l’omelia, il Vescovo ha ricordato l’importanza del mese di maggio, come momento intenso di preghiera e di fede, e come quest’anno sia particolarmente significativo per la peregrinatio Mariae straordinaria che già sta percorrendo i vicariati della nostra diocesi. Un altro momento importante, ha continuato il Vescovo, sarà la veglia di Pentecoste a San Giovanni Valdarno, e la professione di fede dei diciottenni, uno degli appuntamenti centrali della vita della nostra chiesa. Soprattutto oggi, la fede è messa seriamente in pericolo dall’indifferenza religiosa: un rischio molto serio che non deve essere sottovalutato e che richiede ancora di più il coraggio di una testimonianza personale e comunitaria incisiva. Un ambito fondamentale della pastorale, in questo senso, è certamente quello della famiglia, e il Vescovo ha incoraggiato a moltiplicare gli sforzi e l’attenzione per questa realtà così delicata e così importante per la società e la Chiesa. Accanto alla famiglia, il Vescovo, ha sottolineato con forza la necessità di pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale, insieme all’impegno di tutti i credenti di favorire e accogliere con gioia e riconoscenza la chiamata del Signore verso tanti giovani a questo ministero indispensabile per la vita della Chiesa. Infine, non è mancato un ricordo e un’invocazione per la pace del mondo, con uno sguardo speciale alla Terra Santa e alla città di Betlemme, dove Maria diede alla luce Gesù, il Cristo. Maria, la donna del sì, ha concluso il Vescovo, ci aiuti a rispondere con generosità alla nostra chiamata alla santità.Dopo il pranzo, i vari gruppi si sono divisi per una visita alla città di Viterbo, così ricca di storia, particolarmente per quanto riguarda la storia ecclesiastica. Qui, infatti, vissero e risiederono numerosi papi, prima dell’inizio della «cattività» avignonese che portò la sede pontificia fuori dall’Italia per quasi settanta anni. A Viterbo, inoltre, è legato l’episodio del più lungo periodo di vacanza della sede di Pietro. Nel 1270, infatti, dopo quasi tre anni di indugio, i cardinali riuniti nel palazzo dei Papi furono chiusi a chiave in una grande sala e costretti ad eleggere il Papa. Fu addirittura scoperchiato il tetto come «incentivo» per una rapida elezione. La scelta cadde su Teobaldo Visconti, Arcidiacono della Cattedrale di Liegi, che in quel momento si trovava il Palestina, a San Giovanni d’Acri. Il nuovo Papa assunse il nome di Gregorio X e il primo provvedimento del suo pontificato fu una bolla con cui si stabiliva obbligatoria la procedura del Conclave (dal latino cum clavi, chiuso a chiave) per l’elezione del Papa, tuttora in vigore e ormai tradizione della Chiesa. Non è mancata la visita alla bellissima cattedrale romanica di Viterbo, al Museo Diocesano e al Palazzo dei Papi, accompagnati dalla presenza materna di Maria e dall’accoglienza squisita e fraterna che il Vescovo di Viterbo Mons. Chiarinelli, insieme alla sua diocesi, ci ha riservato.