Mondo
Il Venerdì Santo nelle zone di conflitto e violenza nel mondo
Haiti, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan: quattro Paesi tra quelli che vivono situazioni pesanti di conflitto, instabilità e violenza.

Venerdì Santo nella Repubblica Centrafricana
In Centrafrica, uno dei Paesi più poveri del mondo, la violenza è ancora all’ordine del giorno. Qui ci sono numerosi attacchi un po’ in tutto il Paese, specialmente in queste zone più isolate e più lontane, come la diocesi di Bangassou o quella di Bouar. La passione e la morte di Gesù sono di un’attualità impressionante.
Al di là del di tutto quello che Gesù ha potuto soffrire, quello che conta è che lo ha fatto volontariamente: non è stato un incidente. Lo ha fatto proprio per salvarci, segno dell’amore infinito di Dio per ciascuno di noi.
E tutto questo qui è sentito in modo particolare: le Via Crucis, che celebriamo ogni venerdì in tutte le parrocchie, anche nelle cappelle più disperse, raggruppano sempre centinaia e centinaia di persone perché la presenza di Gesù nella sua vicinanza nei momenti più difficili è qualcosa che tocchiamo sempre con mano.
(monsignor Aurelio Gazzera, missionario dei Carmelitani scalzi, vescovo di Bangassou)
Venerdì Santo nella Repubblica democratica del Congo
Per la Chiesa nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), quest’anno il Venerdì Santo ci appare, tra l’altro, attraverso l’immagine di una donna, Marie Nzama, che vive dal 2017 nel campo profughi ISP di Bunia, nella provincia dell’Ituri. Una notte i miliziani del villaggio vicino hanno ucciso suo marito, i suoi due figli e una decina di parenti e le hanno tagliato entrambe le braccia. È sopravvissuta alle ferite grazie all’aiuto dei vicini che sono riusciti a controllare l’emorragia che l’avrebbe uccisa. Ma è diventata totalmente dipendente dagli altri, lei che viveva dei suoi campi e si prendeva cura della sua famiglia. Quando le si chiede cosa le sia successo, spesso rimane in silenzio, un silenzio contagioso che invita al silenzio.
Questo silenzio ricorda in qualche modo quello del Calvario dopo la morte di Gesù sulla Croce. Cosa possiamo dire a Dio, cosa possiamo dire di Dio di fronte a certe situazioni come quella della Rdc?
Nient’altro che tacere e inchinarci davanti alla sua grandezza; Colui che tutto sa ma non impedisce che ci accadano disgrazie.
(Don Edouard Makimba Milambo, segretario esecutivo Caritas R.D. Congo)
Venerdì Santo in Sud Sudan
La situazione nello Stato dell’Alto Nilo, in Sud Sudan, è da Venerdì Santo, ma senza la santità. Scontri fra milizie etniche e truppe governative sono continuati e hanno portato alla morte di centinaia di persone, soprattutto giovani.
Il Paese fa fatica a trovare un proprio equilibrio e stabilità interna dopo l’indipendenza dal Sudan nel 2011. La politica è marcatamente etnicizzata e l’idea di nazione fa fatica a farsi strada. Il locale Consiglio Ecumenico delle Chiese ha continuamente esortato i leader politici e militari a cercare vie per la riconciliazione. Papa Francesco è personalmente intervenuto varie volte e ha invitato i capi del governo a essere ‘padri’ per la propria nazione.
Nonostante tanti sforzi, aree come l’Alto Nilo sono ancora funestate da tante morti insensate, a differenza della morte del Signore che ci ha portato la salvezza. Come cristiani uniamo tanto sangue versato nella violenza e nell’odio al Suo, perché’ tutto questo venga redento.
(suor Elena Balatti, missionaria comboniana, direttrice della Caritas di Malakal)
Venerdì Santo ad Haiti
Nell’estrema punta del nord-ovest rurale di Haiti dove vivo, Mare-Rouge, la gente soffre l’isolamento, spesso la fame, sempre la mancanza di medicine e ospedali ed è quotidianamente schiacciata dal folle aumento dei prezzi, ma non subisce la satanica violenza quotidiana dei banditi che hanno in mano la capitale e buona parte del centro del paese.
Ma la maligna anarchia violenta in cui è caduto il paese ferisce tutti. La gente si aggrappa alla preghiera. Uomini e donne non smettono di invocare la misericordia e la provvidenza di Dio per vivere. Le funzioni della Settimana Santa sono sentitissime, tutti partecipano: i cattolici con i riti al cuore della nostra liturgia e i vuduizzanti, che con il sincretismo dei loro riti e le loro processioni tradizionali, i ra-ra’, rumorose, colorate e anche violente, si contrappongono, ri-impersonando le folle che hanno chiesto la vita di Gesù, coloro che lo hanno voluto crocifiggere.
Bene e male, Vita e morte che si contrappongono da sempre e che qui ad Haiti, quest’anno, sempre più, obbligano a riflettere sulle nostre vite e sulla nostra situazione di popolo offerto in olocausto, sacrificato, che ha in Dio la sua vera Speranza e nel desiderio di vivere, comunque e nonostante tutto, dei poveri e delle vittime, la dignità e la forza che testimoniano la grandezza vera di ogni essere umano.
(Maddalena Boschetti, consacrata laica camilliana, missionaria laica fidei donum della diocesi di Genova nella diocesi di Port-de-Paix, Haiti)