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Il Valdarno e l’ospedale dei pellegrini. Compie mille anni il «rifugio» alla Ginestra di Montevarchi.

Compie mille anni l’antico «ospedale» dei pellegrini del Medioevo che si trova alla Ginestra di Montevarchi. Un anniversario che sarà celebrato con un convegno di studi storici che coinvolge specialisti delle università di Firenze, Siena e Pisa. L’incontro intitolato «Dai pellegrini medievali alla seta. I mille anni della Ginestra: storia di un recupero come ricostruzione della memoria» si terrà sabato 13 novembre nella sala ex Filanda del complesso della Ginestra. L’appuntamento è organizzato dalla parrocchia della Ginestra, dall’Accademia Valdarnese del Poggio e dal Comune di Montevarchi. Al convegno, che avrà inizio alle 9 e durerà per l’intera giornata, interverranno storici che presenteranno le loro relazioni, tra l’altro, sui poteri laici ad Arezzo e nel contado fra l’XI e il XIII secolo, sulle famiglie signorili nel territorio di Montevarchi, sull’economia e sulle proprietà del monastero della Ginestra oltre che sulla sua importante funzione scolastica. Inoltre sono previsti gli interventi degli specialisti che hanno curato il restauro dei locali per conto dell’amministrazione comunale, degli oggetti di culto e delle pitture per conto della parrocchia.La storia della Ginestra di Montevarchi ruota attorno a una piccola chiesa dedicata a San Michele Arcangelo, già nota nel VII secolo. La sua importanza crebbe però tra il 1009 e il 1010 quando alla chiesa si aggiunse un hospitale che, come attestano i documenti, fu posto in quegli stessi anni sotto il patronato dei Canonici della Cattedrale di Arezzo dal vescovo Elemperto. La Ginestra divenne così un luogo di confine al margine della diocesi aretina ma completamente inserita nel territorio montevarchino, ultimo lembo della diocesi di Fiesole.Tra il VII e l’XI secolo si aggiunse, quindi, alla cura dello spirito l’assistenza ai pellegrini. In quest’ottica la Ginestra si trovò ad assumere un ruolo fondamentale nelle vie del sacro lungo il Valdarno superiore in quanto si poneva come faro per coloro che percorrevano la Via Cassia. Nel XV secolo la conversione in monastero benedettino femminile di clausura ne trasformò profondamente la costruzione per adattarlo alle nuove esigenze. Questa destinazione rese il sito molto importante fino alla soppressione nel 1778. Nel 1886 l’industriale Ernesto Amphoux lo fece diventare una filanda e nel 1979 l’amministrazione comunale di Montevarchi decise di acquistarlo iniziandone i restauri nel 1981.Scopo del convegno di sabato è, da un lato, la valorizzazione delle fonti documentarie inedite per la storia della Ginestra e, dall’altro, rendere noti i mutamenti architettonici e artistici che nei secoli hanno seguito l’evolversi della destinazione del luogo restituito al pubblico dopo il recupero, consentendo alla popolazione di comprenderne l’alto valore come elemento significativo del passato comune.L’incontro si aprirà alle 9 con i saluti del sindaco di Montevarchi, Giorgio Valentini, del presidente dell’Accademia Valdarnese del Poggio, Franek Sznura, dell’arcivescovo Riccardo Fontana, del parroco di Santa Croce alla Ginestra, don Johnson Joseph, e del precedente parroco don Luigi Buracchi. Poi si alzerà il sipario sui lavori. Andrea Barlucchi dell’Università di Siena parlerà dei «poteri laici nel territorio, fra Pratomagno e Valdambra (secoli XI-XIII)»; Maria Elena Cortese dell’Università di Pisa affronterà il tema delle «famiglie signorili nel territorio di Montevarchi fra XI e XII secolo»; Pierluigi Licciardello dell’Università di Siena illustrerà la «cultura letteraria e artistica nel Valdarno superiore nel secolo XI (tra Arezzo, Firenze e Siena); Renato Stopani, presidente del Centro Studi Romei e direttore della rivista De strata Francigena, descriverà il «Valdarno nel sistema delle vie del pellegrinaggio nel Medioevo»; Franek Sznura dell’Università di Firenze presenterà le «fonti per la storia della Ginestra fra tardo Medioevo ed età moderna; Francesco Bettarini e Claudia Tripodi dell’Università di Firenze metteranno in luce la struttura fondiaria del monastero di San Michele Arcangelo della Ginestra da un Libro dei beni immobili del XVI secolo. Moderatore della mattinata sarà Chiara Galli, assessore alla cultura di Montevarchi.Dopo la pausa pranzo, il convegno riprenderà alle 14.30 con la relazione dell’architetto Massimo Gregorini su «La Ginestra di Montevarchi: storia e progetti di riuso». Quindi gli interventi di Paola Refice, storico dell’arte della Soprintendenza di Arezzo, sugli arredi sacri per la Ginestra e di Sara Soldani, storico dell’arte, sulla statua di san Michele Arcangelo della Ginestra. Moderatore del pomeriggio sarà Gianluca Monicolini, presidente del Consiglio comunale di Montevarchi. Al convegno che vuol essere un’occasione per tuffarsi nella storia del comprensorio segnata da profonde e longeve radici cristiane seguirà la pubblicazione in un volume degli atti prevista per la fine del prossimo anno.