Arezzo - Cortona - Sansepolcro
“Il sorriso di mia figlia Silvia per dire ‘no’ alle violenze”
Quando Silvia se ne è andata, tante persone sono venute da noi per darci sostegno, protezione, affetto. Tante persone sono venute a salutare la partenza di un angelo, che abbiamo avuto la gioia di avere accanto, anche se per un tempo troppo breve. Un angelo allegro e sorridente, sempre in movimento per le cento cose da fare e i mille sogni da realizzare. Un angelo dai lunghi capelli neri e grandi occhi puliti che ha lasciato un segno nella vita di chi l’ha amata. Ora è andata via. Sono però certa che può vedere, sentire l’amore per lei che portiamo dentro di noi. Per questo nasce l’associazione in suo nome e in sua memoria, per renderle visibile un amore che non ha fine.
Fino a quando la porteremo nel cuore e pronunceremo il suo nome, Silvia sorriderà e ci sarà vicina». Sta tutto racchiuso in queste parole, scritte da Fabrizia Barlozzi, il senso della nascita dell’associazione Silvia Zanchi, la cui sede è stata inaugurata nei giorni scorsi in via della fortezza, a Sansepolcro
L’associazione porta il nome della figlia di Fabrizia, la giovane Silvia, in passato animatrice dell’Azione cattolica di Sansepolcro, che nel 2008 è stata vittima di violenza domestica per mano del convivente. Ad appoggiare l’iniziativa quaranta soci fondatori. L’obiettivo è quello di proporre iniziative di sensibilizzazione sul tema della violenza, in particolar modo quella di cui sono vittime le donne. Un fenomeno sempre più diffuso nella nostra società.
Abbiamo incontrato la mamma di Silvia: «L’associazione ha l’obiettivo di fornire informazioni e sostegno a chiunque sia vittima di violenza e nasce dal desiderio di fare qualcosa per Silvia, affinché la sua morte non sia stata vana», spiega Fabrizia, che è anche la presidente dell’associazione, mentre al ricordo della figlia risplende nei suoi grandi occhi blu un sorriso di amore. Proprio l’amore, infatti, è il motore che anima questo progetto: «Noi riteniamo – dice Fabrizia – che con interventi mirati e presieduti da persone qualificate si possa far risvegliare quel senso di rispetto che ogni società civile deve coltivare, soprattutto nei riguardi delle persone più deboli. Non possiamo accettare di vivere in un mondo che tollera la violenza. Spesso la nostra società – continua – tende a minimizzare gesti di prepotenza o di intolleranza, ma questo è sbagliato perché proprio da questi piccoli gesti derivano grandi abusi e prevaricazioni». L’associazione, dunque, attraverso un lavoro di educazione e sensibilizzazione si propone di abbattere il muro di omertà e di indifferenza dietro cui si nasconde la violenza nelle sue diverse forme: fisica, psicologica, sessuale, bullismo, stalking. Nei giorni scorsi si è svolto anche un convegno, organizzato proprio dalla neonata associazione, dal titolo «Il ciclo della violenza». Durante l’incontro si sono alternati psicologi e avvocati dell’associazione aretina «Pronto donna», che opera per la tutela delle donne vittime di violenza di genere, offrendo anche un servizio di centro di ascolto (24 ore su 24 è attivo il numero 0575.35.50.53). «Pronto donna» ha sede ad Arezzo, in piazza Santa Maria in Gradi. «Troppo spesso le vittime di violenza subiscono in silenzio per paura o vergogna – dice Fabrizia -. Voglio dire a tutte queste persone che non devono avere paura ma devono ribellarsi e denunciare». Attraverso persone qualificate, infatti, l’associazione, dedicata a Silvia Zanchi, si propone anche di dare un supporto alle vittime di violenza, aiutandole così a trovare il coraggio di ribellarsi denunciando i loro persecutori. «A Sansepolcro è già attivo un punto ascolto per donne in difficoltà, il “Centro ascolto donna Valtiberina” – dice Fabrizia – intitolato alla memoria di mia figlia e situato presso i locali del centro per l’integrazione di via Santa Croce a Sansepolcro. La struttura, gestita operativamente dal “Pronto Donna” di Arezzo, è aperto tutti i mercoledì dalle 10 alle 13, e offre consulenza e supporto alle donne che vivono una situazione di disagio».
Eleonora Corgiolu