Anche a Cortona, dopo l’iniziativa del parroco di Camucia, che dal dicembre scorso espone una grande croce lignea sul piazzale della chiesa, ci si muove concretamente per gridare «Sì al crocifisso» e difendere la nostra tradizione di cristiani contro la sentenza emessa in ottobre dalla Corte europea di Strasburgo.L’iniziativa cortonese viene promossa e guidata da padre Federico Cornacchini che, durante l’omelia alla Messa vespertina nella basilica di Santa Margherita di domenica 31 gennaio, dopo aver richiamato e condiviso le posizioni espresse sui giornali locali da sacerdoti e laici, ha annunciato che, in occasione della prossima festività della santa, verranno messe a disposizione dei fedeli delle bandierine raffiguranti, sullo sfondo azzurro europeo, il crocifisso con cui dialogò la patrona di Cortona. Le bandierine saranno date a libera offerta ai devoti che saliranno al santuario il 21 e 22 febbraio, festa di Santa Margherita, e il ricavato sarà devoluto ai terremotati di Haiti.La notizia ce la comunica Ivo Camerini, animatore dell’iniziativa. Ma a padre Federico abbiamo chiesto qualche riflessione e le motivazioni sull’iniziativa. «Mentre leggevo e riflettevo su alcuni passi della Sacra Scrittura ci risponde mi è balzata in mente la sentenza della Corte europea che ha stabilito la rimozione del crocifisso dalle aule scolastiche. Subito è sorta spontanea un’interiore reazione per cui mi sono abbandonato all’ascolto della voce dello Spirito. A Geremia Dio disse: “Tu dunque, alzati, e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò. Ti muoveranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti”. Queste parole vanno bene per ciascuno di noi. Dio ci conosce dall’eternità; ci ha scelto e ci ha inviato ad essere profeti nel mondo d’oggi, ognuno secondo la propria vocazione. Noi saremo veri profeti di Cristo se sapremo testimoniarlo affrontando con coraggio e coerenza le sfide del mondo d’oggi. Vivere con coerenza e annunziare i valori dello Spirito; questo vuol dire essere profeti nel mondo d’oggi, coscienti che la missione del profeta è una missione rischiosa, in cui non mancherà la persecuzione e la croce. Gesù diceva ai suoi discepoli: Se il mondo vi odia, sappiate che prima ha odiato me. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Molti profeti dell’Antico Testamento furono perseguitati e anche uccisi. Gesù, dopo aver compiuto tanti miracoli e dopo aver insegnato la giustizia, la carità, la pace, dopo aver amato i poveri, i deboli, i peccatori e gli oppressi, è stato ricompensato con la morte in croce. E propone a ciascuno: Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua. Nella croce accettata con Cristo e per Cristo, riceve luce quell’enigma del dolore, della morte che, al di fuori del Vangelo, ci opprime e non trova spiegazione».Ma il mondo d’oggi non vuol sentire parlare di croce.«È vero, il mondo non vuole essere scomodato dal messaggio del Vangelo, che chiede rinunzia, giustizia, rispetto e amore dell’altro. Il mondo d’oggi cerca in tutti i modi di annientare la legge di Dio, il messaggio di Gesù Cristo, la testimonianza della Chiesa, criticando e screditando l’insegnamento del Magistero, cercando di abolire l’insegnamento religioso, eliminando i comandamenti di Dio e ogni regola morale, togliendo ogni segno cristiano dagli ambienti, cercando di imbottire la mente di ideologie e di prassi materialista, consumistica, edonista. Di fronte a questa forza demoniaca noi cristiani dobbiamo svegliarci dal sonno, dall’indifferenza e dalla paura, dobbiamo alzare la voce. Allora, proprio in coerenza con la Parola di Dio, mi sono affiorate alla mente alcune iniziative: manifestare e contestare ad alta voce con i mezzi mediatici a disposizione, proponendo un’iniziativa pacifica, ma forte e significativa».Come contestare la sentenza della Corte di Strasburgo, che come contestare la sentenza della Corte di Strasburgo, che ha stabilito di rimuovere il crocifisso dalle scuole?«Vogliamo testimoniare la nostra fede nel Cristo crocifisso. Vogliamo unirci alle molteplici reazioni e manifestazioni, sorte specialmente in Italia, perché per gli italiani, anche se non sempre sono coerenti con la fede, la sentenza di Strasburgo è suonata come un grave affronto alla nostra sensibilità cristiana e alla nostra tradizione secolare. Gli apostoli Pietro e Paolo sono stati uccisi per la fede in Cristo, proprio su questa terra che sarebbe poi diventata l’Italia cristiana e cattolica. La Cattedra di San Pietro e dei suoi successori in Laterano, e la Basilica di San Pietro e di San Paolo costituiscono il cuore e il punto di riferimento del cristianesimo occidentale, europeo e mondiale. Quindi noi cristiani, specialmente noi italiani, non possiamo tacere e accettare supinamente che si possa cancellare, con un colpo di spugna, la storia, la fede, la tradizione, la sensibilità, il simbolo religioso di un popolo. Il crocifisso è un simbolo non solo religioso dei cristiani, ma è anche un segno di salvezza per tutta l’umanità. La decisione della Corte di Strasburgo è, dunque, profondamente lesiva del sentire cristiano degli italiani».Da qui l’iniziativa per la festa di Santa Margherita.«A tutti coloro che verranno al santuario il 21 e il 22 febbraio offriremo un piccolo segno, semplice ma molto significativo, che riguarderà proprio il crocifisso e l’Europa».B. C