Pisa

IL SERVIZIO DI LAICI E RELIGIOSI NEGLI OSPEDALI

di Caterina GuidiCompie quindici anni di vita l’associazione «Centro di volontariato operatori pastorali ospedalieri» Onlus. Costituita nel 1996 – a seguito dell’apertura delle cappellanie ospedaliere ai laici – primo progetto di questo tipo in Italia, nacque su iniziativa di monsignor Giorgio Beconcini in accordo con l’arcivescovo di Pisa di allora, monsignor Alessandro Plotti. L’associazione è iscritta nei registri regionale e provinciale delle associazioni di volontariato come Onlus di diritto nel settore socio-sanitario. Dal 1996 ad ora i volontari del centro hanno incontrato un numero incalcolabile di pazienti, seguendo da vicino anche tutti i mutamenti del Servizio sanitario e dell’organizzazione ospedaliera in diocesi.Le cappellanie che fanno capo al Centro di volontariato sono 5: una all’ospedale «Santa Chiara» di Pisa, una a «Cisanello», una al «Lotti» di Pontedera, una al «San Francesco» di Barga ed un’ultima all’ospedale unico della Versilia. L’ospedale Versilia in realtà rientra nella diocesi di Lucca (sorge infatti a Lido di Camaiore), ma avendo incorporato i preesistenti nosocomi di Pietrasanta e Seravezza – in diocesi di Pisa – fin dalla sua nascita fa anche parte della Chiesa pisana. Anche le strutture del Cnr, l’Hospice di via Garibaldi e le Rsa presenti in diocesi sono oggetto di attenzione da parte della Pastorale sanitaria. «Fu un’iniziativa assolutamente nuova quella pensata da monsignor Beconcini – spiega a Toscana Oggi Franco Mazzoldi, presidente del Centro di volontariato – dato che fino a quel momento erano stati solo i religiosi, generalmente i Padri Cappuccini, a gestire tutte le cappellanie ospedaliere.L’associazione ha un suo statuto ed un suo atto costitutivo; i suoi proventi consistono essenzialmente nelle quote associative ed in erogazioni liberali; usufruisce anche, come Onlus, di donazioni derivanti dal 5 X mille. La decisione di costituirsi in una associazione di volontariato è derivata anche dalla necessità di coprire i volontari con una polizza infortuni ed responsabilità civile durante il loro servizio nelle strutture ospedaliere. I proventi, oltre alla copertura delle spese dell’associazione, permettono anche di venire incontro ai pazienti più bisognosi». L’associazione in questi anni è riuscita a coinvolgere tanti laici che affiancano sacerdoti, religiose e diaconi in questo servizio. Mazzoldi, ingegnere in pensione, tenuto conto dell’esperienza acquisita durante l’attività professionale, collabora con il dipartimento di Ingegneria dell’energia dell’Università di Pisa. Ha anche curato con la moglie, per alcuni anni, il Servizio per la pastorale familiare; entrambi, si occupano del volontariato ospedaliero. Il servizio degli operatori pastorali è ben organizzato: «ogni cappellania – spiega – ha un suo programma giornaliero di visite ai pazienti, reparto per reparto: tutti i reparti risultano “coperti” dal servizio». I volontari – muniti di tesserino di riconoscimento – visitano tutti i pazienti ricoverati: fanno un’opera di assistenza morale e religiosa, un servizio di vicinanza e di relazione umana nei confronti dei pazienti, anche al di là delle loro convinzioni religiose. «L’associazione persegue il fine della solidarietà civile, sociale, culturale e di assistenza morale di tipo religioso. Ma questo non è un fatto esclusivo. I nostri ospedali sono popolati oggi da persone di tutte le fedi, di tutte le provenienze e di tutte le convinzioni religiose: noi cerchiamo di incontrare tutti, di dare a ciascuno una parola di conforto, in pieno rispetto dell’altro. Certo, le difficoltà a volte non mancano; ci vogliono comunque sempre molto tatto e sensibilità». I rapporti tra volontari e personale medico e paramedico sono in genere molto buoni: «le direzioni degli ospedali ci permettono di svolgere tranquillamente il nostro servizio, considerandolo – anzi – quasi un complemento alle cure mediche vere e proprie. Tante volte dottori ed infermieri ci dicono di avvicinare anche i familiari dei degenti, per ascoltarli e tranquillizzarli, dal momento che spesso loro non hanno materialmente il tempo di occuparsene come vorrebbero». A Cisanello la direzione dell’ospedale sta pensando di introdurre reparti di terapia intensiva «aperti», dove i familiari possano trascorrere più tempo accanto ai loro congiunti. Il paziente, anche se in stato di coma farmacologico o da trauma, pare che possa trarre giovamento dalla presenza dei suoi cari. «Anche noi volontari – che già possiamo entrare nei reparti di terapia intensiva per visitare i malati – potremo così essere vicini ai familiari in questi momenti particolari ». Ancora più attenzione ci vuole per i pazienti ricoverati nei reparti del Pronto soccorso e per i loro familiari: il trovarsi all’improvviso coinvolti in una situazione imprevista e dolorosa comporta infatti ansia, timore, preoccupazione. Per tutte queste ragioni è necessaria una formazione umana e spirituale: «ai nuovi volontari si consigliano generalmente dei corsi di Pastorale sanitaria – in passato presso l’Istituto superiore di Scienze religiose di Pisa -. Il Centro di volontariato organizza periodicamente delle giornate di ritiro; ad esempio il 5 aprile don Severino Dianich terrà un incontro di formazione e di approfondimento spirituale per le cappellanie su “Passione di Cristo, passione dell’uomo”. Ogni cappellania programma incontri periodici di crescita spirituale e di condivisione; a volte viene coinvolto anche il personale medico e paramedico. Inutile negare che avremmo bisogno anche di forze “fresche”, di un ricambio generazionale per continuare il cammino pastorale intrapreso 15 anni fa».