Musica e testimonianze alla Festagiovani diocesana: vi hanno partecipato, sabato scorso, in una piazza dei Cavalieri illuminata da luci colorate, circa duecento persone, soprattutto giovani. Tutti seduti di fronte a due maxischermi, su cui sono stati proiettati video e immagini. Alcuni volontari del Servizio missionario giovani (Sermig) di Torino hanno portato la loro testimonianza. Sono intervenuti l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il sindaco Marco Filippeschi e l’assessore provinciale Nicola Landucci.«Oggi è assolutamente necessario che voi giovani viviate la vostra fede aperti alla società e anche alla politica- ha affermato il sindaco- infatti c’è bisogno di imparare a rifiutare la mediocrità e il decadimento dei valori: non dovete arrendervi ad un futuro di precarietà, ma impegnarvi e battervi, se necessario, per valori di solidarietà, di pace, di condivisione, di valorizzazione della persona e della vita. Vivete, quindi, la vostra fede in modo positivamente invadente nella società, aiutando così chi cerca di governare la città. Ci troviamo oggi in mezzo a grandi sconvolgimenti, molto vicini a noi, che richiedono solidarietà e impegno umanitario e io so che con il vostro entusiasmo potrete far valere questi valori».«Può essere davvero importante nella società e nella politica il contributo dei giovani- ha continuato Nicola Landucci- ed è importante quindi che le istituzioni riescano ad accogliere e ascoltare un mondo giovanile che esprime il bisogno di non sentirsi più in una condizione di precarietà, ma di sentirsi veramente radicato, come ci dice San Paolo nella Parola che accompagna questa giornata. Un problema quello della precarietà, che non riguarda solo il rapporto con il mondo del lavoro, ma investe tutta l’esistenza, indicando l’incertezza, l’assenza di punti di riferimento e la paura del futuro».Andrea Pisacchi, Simone Pagliarini, Matteo Spicuglia e Marco Maccarelli hanno portato la loro testimonianza dall’Arsenale della Pace di Torino. Hanno raccontato la storia del Sermig e alcune loro esperienze che sono «frutto- come hanno spiegato- di una vita vissuta all’Arsenale della Pace incontrando chi bussa alla porta»: storie di violenza, bullismo, droga e povertà, ma anche di solidarietà e amicizia su cui i giovani hanno potuto riflettere aiutati dalle canzoni, eseguite dal vivo, da Marco Maccarelli.L’Arcivescovo, nel suo intervento, ha ricordato che, contemporaneamente a quella pisana, altre Festegiovani radunavano giovani in tutte le diocesi del mondo: «È bello pensare che come noi siamo qui, stasera tanti altri giovani sono insieme, radunati, per riflettere sulla stessa Parola. La Parola è quella di San Paolo che ci dice che il cristiano deve essere radicato e fondato in Cristo. È la fede in Cristo che ci permette di radicarci il Lui e uno dei modi per vedere quella realtà che è il Signore sono i santi: San Ranieri che si fonda, non nelle cose superficiali ma nell’incontro con Gesù è per noi un grande esempio».Monsignor Giovanni Paolo Benotto ha speso parole per tutti i giovani che questa estate parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù a Madrid: «Questa esperienza vi porterà ad incontrare altri coetanei, che provengono da altre culture, da altre realtà e che parlano altre lingue. Ma c’è un linguaggio che vi permetterà di capirvi, il linguaggio dell’amore. Fondarsi in Cristo infatti significa attingere sempre alla forza bella, grande dell’Amore».Al termine della serata tutti i giovani presenti, che quest’estate parteciperanno alla Gmg di Madrid, sono stati invitati dal Sermig a firmare un cartellone con scritto «Io ci sto».«Ci saremo anche noi quest’estate a Madrid – hanno spiegato – e quindi vorremmo testimoniarvi lo spirito con cui parteciperemo e ci piacerebbe che anche voi partecipaste con il nostro stesso spirito: la Gmg è un appuntamento importante, con Dio, con la storia, con il destino: può essere significativo per la mia vita e magari anche per la vita di qualcun’altro».