Arezzo - Cortona - Sansepolcro

«Il seminario? Da qui parte il futuro della nostra Chiesa»

E’ con questo spirito che don Zeno Bellamoli inizia il suo servizio di rettore del seminario vescovile di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Quaranta anni, ordinato sacerdote a Verona, succede a monsignor Giancarlo Rapaccini. Il nuovo rettore è stato direttore spirituale del seminario e parroco a Laterina, comunità da cui si conceda per assumere il nuovo incarico. «E’ un prete giovane – ha spiegato il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, quando ha dato la comunicazione ufficiale della sua nomina – e ha una buona esperienza di seminario e di parrocchia. Nutro grande fiducia in lui».Don Bellamoli, come si prepara ad affrontare il nuovo incarico?«Prima di tutto mi preparo con la preghiera. Ho detto il mio “sì” al Signore che mi chiamava attraverso il Vescovo a servire la Chiesa. Ma sento anche un po’ di trepidazione perché si tratta di un incarico delicato ma allo stesso tempo molto bello. E’ lusinghiero contribuire a formare i futuri presbiteri della Chiesa».Qual è oggi il ruolo del seminario?«E’ il cuore della diocesi. Perché da lì parte il futuro della Chiesa. Il seminario deve essere come un cenacolo dove si formano gli apostoli. E deve essere una comunità che si ritrova intorno al Signore e che, con l’aiuto dello Spirito Santo e l’intercessione di Maria, vive l’autenticità della trasmissione apostolica».E quale spazio per i sacerdoti in una società dove si assiste ad una costante ricerca del sacro che, però, imbocca talvolta strade effimere?«Il sacerdote è la guida della comunità cristiana che vede in lui il rappresentante del Signore. Ma anche per chi ha un rapporto ambivalente con la Chiesa la figura del prete è un richiamo al trascendente e al sacro: quindi, in definitiva, lui è una voce di Dio anche per l’uomo che non crede o vede nella Chiesa soltanto una serie di precetti morali».Il Vescovo ha annunciato l’ingresso di alcuni giovani in seminario. Ma anche considerando la presenza degli attuali seminaristi, i numeri non sono sicuramente confortanti per una diocesi come la nostra.«Il rettore con i suoi collaboratori non si accontenta della comunità del seminario, ma coltiva insieme ai sacerdoti e a tutta la comunità cristiana i segni di vocazione che ci possono essere nei giovani. Quindi, va ringraziato il Signore per coloro che stanno affrontando il loro cammino all’interno del seminario, ma va occorre guardare sempre oltre continuando a chiamare e a sensibilizzare i giovani sulla possibilità di consacrare la loro vita a Cristo. Si tratta di un’opportunità che rende la vita davvero piena e bella».E quale saluto invia alla comunità parrocchiale di Laterina che lascia.«Lascio la parrocchia con dispiacere perché l’ho sentita veramente come la mia comunità a cui ho voluto bene ma da cui ho anche ricevuto tanto. Comunque, augurio alla comunità di Laterina di continuare a costruire la Chiesa e ad essere segno di fermento e di unità in mezzo agli uomini».di Giacomo Gambassi