S arà uno dei più grandi artisti orafi italiani a «firmare» il nuovo reliquiario del Sacro Cingolo, che dal prossimo 8 settembre conserverà e mostrerà la reliquia mariana. Al padovano Giampaolo Babetto il Capitolo della Cattedrale e il Comune di Prato – da secoli comproprietari della Cintola – hanno affidato infatti la realizzazione della nuova teca. Si tratta di un sottile parallelepipedo in argento rivestito in oro bianco; due «montanti» centrali reggono le «finestrelle» di cristallo di rocca, da cui è possibile vedere il Cingolo. Alle estremità, su due rettangoli sporgenti, sono riportati il giglio, che compare nello stemma comunale, e, dall’altra parte, la Croce, entrambi incassati sullo sfondo con pietre dure.Una scelta obbligata, quella di sostituire il reliquiario secentesco, come spiega mons. Eligio Francioni, primicerio – ovvero presidente – del Capitolo della Cattedrale: «L’attuale reliquiario stava dando in più punti segni di cedimento, per l’usura del tempo e delle ostensioni. Le pietre dure che l’adornano, già in alcuni casi andate perdute, rischiavano di danneggiarsi ulteriormente». La decisione finale è arrivata dopo una verifica da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha sollevato perplessità sulla conservazione anche nell’ipotesi di un restauro. I canonici hanno così optato per una nuova teca. La spesa ammonta a 81.600 euro. Secondo le «quote» di comproprietà della reliquia – come si ricorderà, delle tre chiavi necessarie per aprire il cofano dell’altare dove è custodita, due sono di pertinenza del Comune, una del Capitolo – 54.400 euro, ovvero i due terzi, saranno a carico del Comune stesso, i restanti 27.200 spetteranno al Capitolo.Con l’occasione sarà sostituita anche la teca in argento (talvolta denominata anche «cofano») all’interno della quale il reliquiario è conservato, a sua volta posta dentro l’altare della Cappella. Al posto della «scatola» in argento, sarà realizzata una teca in legno di rosa.Il progetto è stato presentato giovedì 7 febbraio in palazzo comunale, presente l’artista Giampaolo Babetto, dal sindaco Marco Romagnoli, dal Vescovo mons. Gastone Simoni, dal Vicario mons. Eligio Francioni, dall’assessore comunale alla cultura Andrea Mazzoni; Claudio Cerretelli, direttore dei Musei diocesani, ha presentato la storia della conservazione della reliquia; don Giuseppe Billi, responsabile diocesano per l’arte sacra, ha presentato l’artista.Dopo che il Sacro Cingolo sarà traslato nel nuovo reliquiario, la teca secentesca sarà esposta nel Museo dell’Opera del Duomo, dove sono custodite tutte le opere d’arte legate al culto della Cintola; qui verrà collocato anche il contenitore d’argento.