La preghiera è senza dubbio una attitudine fondamentale nella vita del cristiano e molti sono i modi di pregare che la Chiesa insegna. Il Rosario è sicuramente una preghiera molto sentita e diffusa, ma non certo facile, soprattutto quando i catechisti sono chiamati a insegnarla ai ragazzi. Proprio in prossimità della festa della Madonna del Conforto, è stata offerta la possibilità di partecipare ad un incontro sulla preghiera del Rosario tenuto da padre Mario Gallian, dell’Ordine dei Predicatori. L’incontro si è svolto nel pomeriggio di sabato 13 febbraio dalle Suore Carmelitane nella zona di Villa Severi ad Arezzo.Padre Gallian è docente di teologia spirituale alla Pontificia Università dell’Angelicum in Roma. Ha promosso, con «successo», vari corsi di scuola di preghiera a Santa Maria sopra Minerva a Roma dove, fino allo scorso anno, risiedeva. Trasferito al convento domenicano di Santa Maria Novella a Firenze, ha ricevuto il mandato di predicare il Rosario per tutta Italia. Noto per la sua profonda spiritualità, è capace di comunicare con passione e trasmettere con convinzione i valori più profondi dello Spirito, venendo incontro all’uomo nella sua radicale domanda di unione con Dio.Ringraziamo le monache Carmelitane che ci hanno offerto l’opportunità di partecipare a questo incontro bello e significativo in cui padre Mario ci ha dato modo di riflettere sull’importanza del Rosario come preghiera contemplativa e ci ha fornito un suo metodo semplice per arrivare anche ai ragazzi. Padre Mario ci ha fatto capire che il Rosario è preghiera di contemplazione in quanto senza di essa è corpo senza anima. Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicina. Il suo metodo proposto è un metodo per i principianti, un metodo che le mamme dovrebbero insegnare ai loro bambini, da usare anche quando si fa catechismo.Dobbiamo immaginarci il Rosario come un palazzo con 5 piani; ad ogni piano un appartamento collegato da rampe di scale di 10 gradini (grani della corona). Maria è con noi, ci prende per mano e ci invita, gradino dopo gradino, a salire lentamente le scale, senza correre, per entrare nel mistero del Figlio suo. Ci invita ad oltrepassare la porta del mistero, a guardare la scena che si presenta alla nostra fede e a viverla dal di dentro.Francesco e Antonella Iacono