Lettere in redazione
Il rispetto della cultura e delle tradizioni diverse
Egregio direttore, negli ultimi tempi siamo rimasti tutti sbalorditi di fronte all’omicidio di due ragazze musulmane da parte del padre che non accettava il loro stile di vita occidentale. Di fronte a fatti del genere la nostra condanna deve essere forte e decisa, ma allo stesso tempo da parte nostra dovrebbe esserci più rispetto per le tradizioni e la cultura di gente che viene a vivere tra noi. La nostra civiltà opulenta, nichilista e materialista, ha preferito liberarsi di tante tradizioni del nostro secolare passato in nome di una «progredita» modernità. Il matrimonio é stato quello contro cui si sono accanite le forze sovvertitrici del «progresso» civile per lasciare il posto a provvisiorie convivenze, coppie allargate, ecc. Queste nuove mode, in alcuni paesi europei, hanno fatto triplicare i bambini che vivono con un solo genitore con tutte le evidenti conseguenze. Quindi non riteniamoci più moderni e emancipati di altri e soprattutto non imponiamo il nostro stile di vita.
Mi sembra necessaria una distinzione tra i temi trattati nella lettera, premettendo che niente (mai e poi mai) può giustificare un omicidio. Detto questo, non c’è dubbio che si debba rispetto per la cultura di chi viene a vivere tra noi, così come loro devono avere rispetto della nostra, trovando il giusto equilibrio tra la difesa delle proprie tradizioni e l’accoglienza di quelle del Paese che li ospita. Solo così è possibile l’integrazione. Per fare un esempio circa le donne islamiche che vivono nel nostro Paese o comunque in un Paese occidentale: una cosa è portare il chador o il hijab (inteso come foulard che copre il capo), altra cosa è portare il velo islamico (che lascia scoperti solo gli occhi) o il burqa (che non lascia scoperti nemmeno gli occhi). Se il primo tipo di abbigliamento è per noi accettabile (altrimenti dovremmo rifare il «guardaroba» anche alle suore), il secondo e il terzo culturalmente non lo sono (ma qui la Lega non c’entra niente): non lo sono perché dietro quegli abiti si nasconde una mancanza di rispetto per la donna stessa, cosa che invece non accade nella nostra cultura dove la donna ha pari dignità con l’uomo e non ha niente da nascondere quando si presenta in pubblico.
Discorso diverso, io credo debba essere fatto per la nostra civiltà all’interno della quale è mancato, e continua a mancare in tanti casi, proprio quel rispetto per una cultura positiva come quella che privilegia il matrimonio e la famiglia come cellula fondamentale della società, anche da un punto di vista laico. Oppure di quella cultura che si batte per il rispetto della vita umana e la dignità di ogni persona. L’avere combattuto questa cultura, in nome di una libertà che non libera, è controproducente per tutti. Per cui gli stili di vita non vanno mai imposti, soprattutto quando rinnegano il matrimonio o la famiglia, c’è semmai da proporli quando sostengono, ad esempio, l’emancipazione della donna e la pari dignità con l’uomo.