Opinioni & Commenti
Il rischio di una liturgia senza Mistero
Fa male, piuttosto, constatare che alla gente sembra non interessare quasi più nulla del significato del Natale, quasi che esso sia divenuto irrilevante, sommerso dalla frenesia degli acquisti sempre più costosi, dei divertimenti sempre più turbinosi e dispersivi, delle compagnie sempre più chiassose e superficiali. Ci si scambiano affettuosamente gli auguri, ma senza più sapere perché. L’eccitazione festosa, gli addobbi, i regali stessi, diventano allora fine a se stessi, una liturgia senza Mistero, un festeggiamento senza Festeggiato. Di più: essi finiscono per rendere superfluo ciò che dovrebbero richiamare e celebrare, trasformandosi in una strategia della mediocrità umana per difendersi dall’irruzione di Dio che la minaccia.
Forse è il momento di riscoprire il vero dono che il Natale può portarci: una pausa di calma e di raccolta intimità, in cui ritrovare, insieme, il nostro volto e quello di Dio. Ma perché ciò avvenga, bisogna imparare a vivere questa festa in modo diverso, più sobrio e meno chiassoso. Bisogna provare a instaurare con le cose, con gli altri, con noi stessi, un rapporto più autentico, che ci renda finalmente capaci di percepire le nude voci della realtà e di gioirne con semplicità. Allora è possibile che Qualcosa o Qualcuno mai prima incontrato, profondamente umano e al tempo stesso divino, nasca misteriosamente dentro di noi e ricolmi il nostro cuore della sua pace.
BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS: MARIA E IL PRESEPIO CONTRO ‘L’INQUINAMENTO’ COMMERCIALE DEL NATALE