Era il 1957 quando il sindaco «santo» di Firenze, Giorgio La Pira, entrava nel santuario francescano della Verna con il figlio del re del Marocco, il principe Abdallah, «per restituire la visita che san Francesco aveva fatto al sultano d’Egitto». A distanza mezzo secolo, un altro reale arabo è tornato come pellegrino di pace sul sacro monte del Casentino. È il principe Hassan di Giordania, fratello minore del defunto re Hussein, che lo scorso fine settimana ha toccato con mano le rocce in cui il santo di Assisi ha ricevuto le stimmate. A guidarlo il vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, il francescano Rodolfo Cetoloni, insieme al cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, e al vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Gualtiero Bassetti.«Voglio esprimere la gioia per la visita in questo luogo santo per i nostri fratelli cristiani che hanno donato principi di prosperità con un unico obiettivo: la pace mondiale», ha scritto in arabo nel grande libro degli ospiti. Accanto il volume con le firme di Abdallah e di La Pira che su quella pagina definiva La Verna un «documento di immensa speranza per gli uomini della terra».«Il principe ha a cuore l’incontro che considera una priorità verso cui trascinare con delicatezza gli altri», spiega monsignor Cetoloni. È stato lui che lo ha condotto in un itinerario francescano cominciato di fronte al manifesto che ricorda gli ottocento anni dell’ordine. Poi l’ingresso nella basilica, la tappa davanti al saio di Francesco, la sosta nel piazzale che il sindaco «santo» considerava un ponte con il mondo musulmano. «Questo santuario resta un terreno privilegiato per il dialogo interreligioso», afferma il cardinale Piovanelli.Nel suo viaggio all’interno del santuario, il principe si è immerso nella grotta dove Francesco dormiva, ha percorso la terrazza sul precipizio in cui al santo apparve il demonio, si è fermato nella cappella delle stimmate. «La sapienza dell’illuminazione deve guidare il processo di comprensione reciproca e occorre imparare dalle esperienze di ciascuno e degli altri», ha detto Hassan nella dichiarazione conclusiva all’interno del museo del santuario, seduto su una panca della sala che racconta la vita comunitaria del convento. «Il fascino di Francesco è sempre giovane e si rinnova come abbraccio di pace», afferma il padre guardiano del santuario, fra’ Massimo Grassi.L’iniziativa rientrava nelle «Piazze di maggio», la settimana di incontro fra giovani e adulti per una civiltà di pace organizzata da «Rondine-Cittadella della pace». Monsignor Gualtiero Bassetti è stato al fianco del principe per tutti i giorni della sua presenza in terra aretina: dall’incontro nel Palazzo della Provincia di Arezzo dove è stato reso omaggio al francescano padre Michele Piccirilli, il defunto archeologo del Medio Oriente, al colloquio internazionale nel teatro tenda di Rondine con i rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste. «Il principe crede nella pace e nel dialogo fra le fedi come strada maestra per la riconciliazione fra i popoli in conflitto».Hassan ha incontrato anche la stampa nella Cittadella della pace. «Sono un islamico moderato – ha detto – e sono stato il primo musulmano a condannare l’attentato alle Torri gemelle dell’11 settembre negli Stati Uniti. Senza rispetto non è possibile costruire la pace». Poi ha spiegato il suo impegno. «Sono un principe che ha scelto di valorizzare la società civile e che crede nel ruolo fondamentale dell’istruzione».di Giacomo Gambassi