Lucca
Il primo traduttore del Corano in Latino è lucchese
Nel Seicento i musulmani rappresentavano un pericolo per la Cristianità e l’assedio di Vienna da parte dei Turchi era vissuto dall’Europa come un vero e proprio incubo. Il religioso fu il primo studioso che tradusse il Corano dall’arabo in latino, animato, nonostante le tensioni esterne comprensibili, dallo spirito di capire, di dialogare, nonostante gli eventi storici fossero contro di lui. Succede come oggi giorno.
Il professor Ignazio Del Punta dell’università di San Marino ha sottolineato la complessità del Marracci, della sua figura di studioso anche nel contesto della nostra città. Lo storico Luca Santini ha parlato dei rapporti del religioso col suo paese di origine. Il professor Gian Luca D’Errico, dell’università di Bologna, ha messo in rilievo il ruolo importante del Marracci come teologo e consultore delle varie congregazioni romane, soprattutto del S. Uffizio. Il professor Francesco Bustaffa dell’università di San Marino ha parlato del Marracci come confessore del papa Innocenzo XI.
Infine il professor Paolo Branca dell’università cattolica di Milano ha trattato un argomento di stretta attualità per il Corano: «le versioni italiane di un testo intraducibile». Per qanto riguarda il testo ma anche soprattutto il contesto, secondo lo studioso, hanno influenzato nel Corano l’uscita e le caratteristiche oltre che della versione anche degli apparati in una continua evoluzione che riflette epoche e sentimenti discordanti, «con rilevanti innovazioni» aggiunge Branca «e persistenti percezioni di uno dei grandi codici dell’umanità di cui forse si parla troppo senza realmente conoscerlo».