Firenze
Il presepe, “segno di speranza”: la lettera del cardinale Betori ai bambini
Ecco il testo integrale della lettera del Cardinale Betori ai bambini:
Cari bambini, care bambine, ogni anno in questo periodo vi scrivo per chiedervi di fare il presepe nelle case, nelle scuole, in parrocchia e in ogni ambiente di vita. Quest’anno il mio invito è ancora più forte. Sappiamo quanto bisogno abbiamo di segni di speranza.
In questi mesi ci siamo resi conto di essere piccoli e fragili, abbiamo imparato che solo aiutandoci a vicenda, rispettando la sicurezza degli altri, prendendoci cura delle persone anziane, deboli o malate, possiamo superare la situazione difficile causata da un minuscolo virus venuto a portare scompiglio nelle nostre vite. Abbiamo capito che la vita è un dono grande, di cui dobbiamo rendere grazie al Signore e che dobbiamo proteggere.
In tutto questo, Gesù ancora una volta nasce in mezzo agli uomini, portandoci luce e speranza, per dirci che Dio ci ama e non ci lascia soli: il presepe ci aiuta a non dimenticarlo. Spero che non manchino, in questo tempo di pandemia, i presepi nelle scuole, negli ospedali, nelle case per anziani. Nelle parrocchie, che continuano a essere casa accogliente di preghiera e di carità per tante persone. Nelle vetrine dei negozi, particolarmente colpiti dalle norme che la pandemia ha reso necessarie.
A voi, bambini e bambine, chiedo soprattutto, quest’anno più che mai, di non far mancare il presepe in ogni casa. La casa per molti è diventata luogo di studio o di lavoro; per qualcuno, il riparo dove trascorrere periodi di quarantena. Per altri, il luogo in cui aspettare di poter riprendere a lavorare, in mezzo a gravi difficoltà economiche. In queste case, a volte, può essere stato pesante trascorrere tanto tempo, ci ha pesato la solitudine, ci sono mancate le occasioni di incontro e di relazione. Spero però che abbiamo imparato anche che la casa può essere luogo in cui la famiglia, “chiesa domestica”, si riunisce per ringraziare Dio per le cose belle e per invocare il suo aiuto. Il presepe può essere, quest’anno, il punto della casa in cui la famiglia, ogni sera, si ritrova per una piccola preghiera: proponetelo ai vostri genitori!
Il 5 gennaio non potrò incontrarvi per consegnarvi personalmente, come abbiamo sempre fatto, il mio piccolo segno di ringraziamento. Ma fin da ora vi dico che l’impegno che metterete nel fare il presepe sarà un regalo prezioso per le vostre famiglie e per tutti noi, e non sarà dimenticato!