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Il pellegrinaggio della croce prepara Camucia al Natale

E’ venuto a visitarci ed è rimasto ad attenderci nella nostra chiesa di Camucia il Cristo crocifisso. E’ venuto a ricordarci la sua promessa: «Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me». Ce lo ha ricordato con forza proprio in questi giorni di preparazione al Natale, distogliendoci da una contemplazione trasognata e quasi fiabesca della nascita di un bambino per riportarci alla cruda realtà di una morte in croce. L’esperienza della morte si presenta sempre come una domanda radicale che suscita o la più audace speranza o la più nera disperazione. Professare nella fede che Gesù «morì» significa accettare la sfida nascosta in questa affermazione. Di fronte alla croce la fede si sente inevitabilmente sfidata dalle domande vere e radicali della vita e ci appare, come veramente è, «questione di vita o di morte».Le parole del «Credo» con cui viene evocata la fine di Gesù impressionano per la loro sobrietà e intensità: ci troviamo di fronte a poche pennellate, dure e nette, che tratteggiano gli ultimi momenti della vita di Gesù, in un crescendo di sofferenza, fino alla morte. Sono parole che colpiscono soprattutto per l’assenza di riferimenti a Dio. Tutta la scena è dominata dalla violenza degli uomini. Qui Dio è assente e tace; Gesù viene consegnato, impotente, agli uomini. È questa situazione di assenza e di silenzio di Dio che sembra emergere anche dalla drammatica raffigurazione di Cimabue che si è offerta al nostro sguardo pensoso in questi giorni. Una situazione che provoca anche una domanda: «E poi?». Risponde l’apostolo Paolo: «Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture».La nostra fede non può fare a meno della Croce. E’ significativo anche il fatto che in tutti i Vangeli il racconto della passione e della morte di Gesù occupa uno spazio più ampio di qualunque altra narrazione relativa alle vicende della sua vita. La Croce è il vertice e il perfetto compimento della «missione» di Gesù, della sua totale obbedienza al Padre e del suo amore incondizionato agli uomini. Ma dalla Croce esplode di nuovo la vita e la speranza.Non avverrà forse che, purificati da queste considerazioni e da questa visione di morte per la vita, saremo in grado di vivere anche un Natale diverso?