Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Il pellegrinaggio dei mille dell’aretino ai piedi della Vergine di Montenero

Ci sono circostanze che fanno assumere ad un evento una rilevanza particolare e lo iscrivono di diritto negli annali della storia di un territorio. E’ il caso del pellegrinaggio della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro al santuario della Madonna di Montenero.Per una felice combinazione il «viaggio» della Chiesa aretina sulla collina che domina Livorno è coinciso con i sessanta anni dalla proclamazione a patrona della Toscana. Ed è stata la diocesi guidata da monsignor Gualtiero Bassetti a portare l’olio che alimenta la lampada votiva in questo significativo anniversario. Ogni anno, a turno, una diocesi toscana si reca in pellegrinaggio ai piedi della Vergine: avviene il 15 maggio, giorno in cui si ricorda il miracolo del 1345 quando un pastore fu guarito nel raccogliere sulla spiaggia livornese dell’Ardenza un’immagine della Vergine giunta dall’isola greca di Eubea. In realtà la tavola è un’opera del Trecento che alcuni eremiti portarono sul colle di Montenero dove adesso è custodita dai monaci benedettini vallombrosani.In più di mille sono arrivati dall’aretino nel giorno della ricorrenza del miracolo per rendere omaggio alla Madonna. Con pullman e auto partiti dalle parrocchie di tutte le zone pastorali della diocesi, sono saliti fino ai piedi del santuario per uno straordinario pellegrinaggio di fede che ha lasciato sorpresi anche i monaci vallombrosani. «C’è una gran folla – ha detto il rettore nel saluto ai fedeli della diocesi di Arezzo – Forse sarebbe stata necessaria una chiesa più ampia per accogliervi tutti».L’appuntamento a Montenero è cominciato con la processione fino al piazzale del santuario. Ad aprire il corteo il «gonfalone» della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro che è stato seguito dall’ampolla dell’olio per la lampada votiva portata da un ministrante del gruppo di Levanella. Mezz’ora di cammino scandito dai misteri del rosario proclamato insieme al Vescovo.Nella scalinata del santuario l’abbraccio fra monsignor Bassetti e i monaci vallombrosani che hanno accompagnato il Vescovo nella chiesa per la celebrazione eucaristica. L’unica navata e il presbiterio non è riuscita a contenere l’assalto dei fedeli che erano guidati da cinquanta sacerdoti arrivati da ogni angolo della diocesi. La risposta forse inaspettata all’appello della Chiesa aretina ha commosso monsignor Bassetti. «Eravate numerosi all’udienza con Benedetto XVI per la visita “ad limina” – ha detto il Vescovo nel suo saluto – Lo siete stati al “Family Day”. E anche in questa occasione avete stravolto qualsiasi previsione». E’ la dimostrazione di «una fede autentica e di una religiosità popolare che mettono in evidenza le radici cristiane della terra aretina», ha aggiunto il Vescovo. E poi il parallelo con l’immagine miracolosa della cattedrale di Arezzo. «Dalla Madonna del Conforto alla Madonna di Montenero: la nostra diocesi continua a rifugiarsi sotto la protezione di Maria».Forte l’omelia. «Se vogliamo essere cristiani dobbiamo essere mariani. La devozione alla Madre di Dio è essenziale. E’ lei che veglia sulle nostre famiglie e sui nostri giovani in difficoltà, è lei che tende la sua mano materna ai nostri anziani; è lei che protegge i nostri bambini. Maria è la stella del nostro cammino che per il cristiano non è mai vano e ha sempre una meta precisa». Quindi monsignor Bassetti ha ricordato che la diocesi ha messo al centro la Parola di Dio nelle parrocchie, nelle associazioni e nei gruppi. «E va portata – ha aggiunto – nella vita quotidiana».Durante la celebrazione in cui il Vescovo ha versato l’olio nella lampada dell’immagine sacra il comune di Caprese Michelangelo ha donato il suo stemma al santuario che è stato collocato accanto a quelli di molti altri comuni toscani. di Giacomo Gambassi