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Il Parlamento: gruppi, sessioni, stipendi

Una sede, anzi tre; venti lingue, tutte ufficiali; un presidente e 14 vice. Il Parlamento europeo, eletto dai cittadini ogni cinque anni, è la grande assemblea che svolge, nella complessa “macchina decisionale” dell’Unione, il ruolo di co-legislatore (in tandem con il Consiglio), approva il bilancio comunitario e controlla il lavoro svolto dalla Commissione. Originariamente chiamato Assemblea parlamentare, porta l’attuale denominazione dal 30 marzo 1962.

Si vota con il “fai da te”Dal 10 al 13 giugno i cittadini dei 25 Stati Ue si recheranno alle urne per scegliere (con calendari e sistemi di voto che variano da Stato a Stato e in base a liste circoscrizionali o nazionali) i 732 eurodeputati per la legislazione 2004-2009. Fino al 30 aprile scorso i parlamentari erano 626; con l’allargamento del 1° maggio sono passati provvisoriamente a 788, accogliendo anche gli esponenti dei 10 nuovi aderenti. Alle elezioni del ’79 parteciparono circa il 69% dei cittadini aventi diritto al voto; vent’anni dopo la percentuale era scesa al 49. Dopo le elezioni (lo spoglio delle schede verrà effettuato in tutti i 25 paesi nella notte del 13 giugno e i risultati resi noti, salvo intoppi procedurali, il giorno seguente), la prima seduta ufficiale dell’Assemblea si svolgerà a Strasburgo dal 20 al 23 luglio. Sessioni, ordini del giorno, trasparenza Il Parlamento europeo ha sede ufficiale a Strasburgo, dove si riunisce una volta al mese per quattro giorni per la sessione plenaria. A Bruxelles (altra sede di lavoro) si riuniscono le commissioni parlamentari e vi si svolgono sessioni supplementari più brevi. Il segretario dell’Assemblea ha sede invece a Lussemburgo. Il presidente (eletto tradizionalmente per due anni e mezzo), con i 14 vicepresidenti e i capigruppo stabiliscono l’ordine e i tempi di lavoro. Il Parlamento si riunisce e delibera in sedute pubbliche. Le decisioni assunte sono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea; tutte le informazioni sugli ordini del giorno, sul processo legislativo in atto e sui dibattiti in aula sono disponibili nel sito www.europarl.eu.int Nello stesso sito si trovano anche le informazioni sugli europarlamentari. I gruppi politici nell’emiciclo Nell’emiciclo i deputati si dispongono in base ai gruppi politici di appartenenza e non per nazione. Le sessioni vengono tradotte nelle 20 lingue ufficiali (prima dell’allargamento erano 11), così come gran parte delle altre riunioni di lavoro. Diversamente, si utilizzano soprattutto inglese e francese. Al termine della legislatura 1999-2004 in Parlamento si contano sette gruppi politici oltre ai “non iscritti”: Ppe-De Gruppo del Partito popolare europeo (democratico-cristiano) e dei Democratici europei (295 deputati); Pse Gruppo del Partito del socialismo europeo (232); Eldr Gruppo del Partito europeo dei liberali, democratici e riformatori (67); Gue/Ngl Gruppo della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (55); Verts/Ale Gruppo Verde-Alleanza libera europea (47); Uen Gruppo Unione per l’Europa delle nazioni (30); Edd Gruppo per l’Europa delle democrazie e delle diversità (18); Non iscritti (44). Una miriade di partitiCon l’arrivo dei deputati dell’Est e delle isole mediterranee, il Parlamento conta (fino alle elezioni) 788 seggi e ben 183 sigle di partiti nazionali, che nell’Assemblea confluiscono poi nei gruppi politici di riferimento. Nel Ppe si contano 53 sigle, tra i socialisti 31 e 28 nell’Eldr. Gli 87 deputati italiani sono divisi in 18 formazioni nazionali (che si ripartiscono in tutta l’aula, con prevalenza tra Ppe e Pse), i francesi e i polacchi in 14 partiti, i belgi in 13. Nel 1979 il Parlamento europeo era formato per il 16% da donne: questa percentuale è aumentata fino al 29% attuale. Le delegazioni con la percentuale più elevata di donne sono quella francese e finlandese (44%), seguite da quella svedese (41%) e belga (40%). In fondo alla classifica si trovano Italia e Lituania (11% di donne) e Lettonia (8%). Stipendio e statuto Gli europarlamentari ricevono la stessa indennità parlamentare dei deputati nazionali dei rispettivi paesi, versata dallo Stato alle casse di Bruxelles. Nella legislatura che si chiude, si è cercato di stendere uno Statuto dei parlamentari, che mirasse a una eguaglianza di trattamento (gli spagnoli percepiscono poco più di 2.500 euro mensili, mentre gli italiani svettano con 12mila), ma l’iniziativa è fallita. Dello Statuto, previsto nel Trattato di Amsterdam, tornerà ad occuparsi il nuovo emiciclo. Oltre all’indennità, ai parlamentari spettano i rimborsi dei viaggi, un assegno per pagare l’assistente parlamentare e una serie di servizi legati allo svolgimento delle proprie funzioni. La carica di eurodeputato è incompatibile con quella di parlamentare nazionale e con ogni incarico di governo.