Anche se “la situazione internazionale attuale, marcata da un rigurgito di tensione in diversi punti del pianeta e dalla recrudescenza di azioni terroristiche, resta preoccupante”, non bisogna abbandonare “la ricerca di soluzioni pacifiche per risolvere i conflitti” e “costruire” così “un’autentica cultura della pace”. A ribadirlo è stato oggi il Papa, che ricevendo in udienza il nuovo ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, Gunkatsu Kano, ha invitato la comunità internazionale a “mobilitarsi in permanenza, a livello mondiale come sul piano regionale”, al fine di “prendere le misure appropriate per prevenire le aggressioni potenziali”, senza però che queste misure nuocciano ai bisogni fondamentali delle popolazioni civili coinvolte, conducendole talvolta alla miseria e alla disperazione”. L’attuale “congiuntura” internazionale, secondo il Papa, “non deve intaccare la determinazione di tutti coloro che sono già impegnati nella ricerca di soluzioni pacifiche per risolvere i conflitti. Affinché sia portato un contributo significativo alla sicurezza e alla stabilità internazionale ha suggerito il Pontefice occorre che le nazioni possano manifestare sempre più chiaramente la loro volontà effettiva di essere parte preponderante in un processo comune di riduzione delle tensioni e delle minacce di guerra”. “Eliminazione progressiva, equilibrata e controllata, delle armi di distruzione di massa”, “non proliferazione e disarmo nucleare”, ma anche impegno affinché “le condizioni della sicurezza tra i popoli e la preservazione dell’insieme della creazione siano sempre assicurati”. Queste le misure fondamentali auspicate da Giovanni Paolo II perché le nazioni diventino “protagoniste di un’autentica cultura di pace, fondata sul rispetto della vita umana e sul primato del diritto nella sua dimensione di giustizia e di equità, e orientata alla costruzione paziente della coesistenza pacifica tra le nazioni e ala promozione del bene comune”. Sir