Vita Chiesa
Il Papa invita a mettere la Messa al centro della vita
Annunciato dal Papa nell’omelia del Corpus Domini, il 10 giugno scorso, l’Anno dell’Eucaristia si apre questa domenica con la Messa che il Santo Padre celebra nella basilica di San Pietro, in collegamento con il Congresso eucaristico mondiale che si svolge in questi giorni a Guadalajara, in Messico.
L’anno si chiuderà con la prossima Assemblea del Sinodo dei vescovi che si terrà in Vaticano dal 2 al 29 ottobre 2005. Tra gli eventi centrali di questo anno speciale, il Papa colloca anche la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà nell’agosto 2005 a Colonia.
Quasi un vademecum, un manuale pieno di consigli preziosi per rimettere l’Eucaristia al posto che le spetta, al centro della vita cristiana. La lettera Mane nobiscum, Domine, con cui il Papa indice l’Anno dell’Eucaristia, invita diocesi e parrocchie ad «accentuare la dimensione eucaristica» di ogni attività. Padre Valerio Mauro, docente di teologia sacramentaria alla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, ci aiuta a leggere questo documento di Giovanni Paolo II, e a prepararsi all’impegno che coinvolgerà la Chiesa nei prossimi dodici mesi.
Padre Mauro, come nasce questo Anno dell’Eucaristia?
«Mi sembra che l’Anno dell’Eucaristia rappresenti, per il Papa, la sintesi del cammino che la Chiesa ha fatto negli ultimi decenni: un cammino che, nell’ampia introduzione, la lettera ripercorre. Il Concilio, i documenti successivi, il Giubileo… L’Eucaristia è, secondo la teologia, culmine e fonte della vita cristiana: in questo caso, direi, è anche il culmine di una lunga fatica apostolica che questo Papa ha portato avanti, e allo stesso tempo un ponte gettato sul futuro. Un ponte di speranza: il Papa aiuta a leggere i fatti drammatici del nostro tempo senza dimenticare che Gesù è sempre presente al fianco dell’umanità».
Il documento offre tanti spunti: rivitalizzare la Messa domenicale, riscoprire l’adorazione, rilanciare la processione del Corpus Domini…
«Gli accenni alla liturgia sono molto semplici: per il suo linguaggio chiaro, il suo tono familiare, questa lettera ha grande valenza pastorale, è adattissima ad essere letta in comunità. Soprattutto, il Papa centra l’Eucaristia nel suo valore primario, che è quello di celebrazione della Pasqua nel Giorno del Signore. La domenica come fulcro della comunità cristiana, l’Eucaristia come celebrazione da cui la comunità cristiana trae forza e nutrimento: è questo il messaggio del Papa. La Messa domenicale è il cuore pulsante della comunità, che seguendo un ritmo preciso si riunisce ogni settimana per poi portare ciò che ha ricevuto negli ambienti di vita, familiari, di lavoro. Tutto il resto deriva da qui: le altre forme di preghiera eucaristica, ma anche la carità, l’attenzione ai poveri, l’impegno per la pace, dice il Papa, hanno la loro sorgente nell’Eucaristia, e in modo particolare nella celebrazione domenicale della comunità».
In questo senso, il documento si sposa bene con gli orientamenti dei vescovi italiani sulla parrocchia.
«La lettera del Papa ha valore universale, ma per la Chiesa italiana c’è questo significato in più: proprio nel momento in cui si riflette molto sul ruolo e il futuro della parrocchia, il Papa ci ricorda qual è il centro della comunità parrocchiale».
Cosa manca, alle nostre liturgie, per rispondere ai richiami del Papa?
«In molti casi manca il senso comunitario della celebrazione: una comunità che celebra è qualcosa di diverso da un gruppo di singole persone che vanno alla Messa. A volte c’è trascuratezza nelle celebrazioni. I preti poi non sempre riescono a trovare, nell’omelia, il linguaggio giusto per parlare all’uomo di oggi. Non mancano comunque gli aspetti positivi: in molte parrocchie si respira il senso di comunità, e la presenza di vari ministeri è segno di una Chiesa che sa esprimere diversi carismi».