Benedetto XVI

Il Papa in Turchia

«Questo non è un viaggio politico ma un viaggio pastorale e ha come sua determinazione il dialogo e l’impegno comune per la pace», ha detto Benedetto XVI ai giornalisti a bordo dell’aereo che lo portava ad Ankara. E’ un viaggio difficile quello che ha intrapreso oggi il Papa in Turchia. Difficile più per gli aspetti politici che per quelli ecumenici. I rapporti con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, dal quale è partito l’invito per questo viaggio, sono infatti buoni. E c’è attesa per la Dichiarazione congiunta che firmeranno giovedì mattina. Ma i forti contrasti tra Occidente e Islam, specie dopo la guerra in Iraq, pesano. E pesa anche la difficile situazione politica della Turchia, che il premier Erdogan sta cercando di traghettare nell’Unione Europea, senza però voler scontentare i partiti islamici. Ecco la nostra diretta sul viaggio del Papa.

AEREO ATTERRATO A CIAMPINO È atterrato alle 14.25 all’aeroporto di Ciampino il Boeing 737-800 della Turkish Airlines che ha riportato a Roma Benedetto XVI dopo la visita apostolica di quattro giorni in Turchia. Con il presidente del Consiglio dei ministri ad accogliere papa Benedetto XVI c’era il card. Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Prodi e Ruini hanno accompagnato il pontefice lungo la pista dell’aeroporto verso l’elicottero dell’Aeronautica Militare sul quale il Papa è salito per raggiungere il Vaticano. Benedetto XVI aveva lasciato Istanbul alle 13:15 ora locale, le 12:15 in Italia. Poco prima di partire aveva auspicato del viaggio apostolico in Turchia un contributo a una “migliore comprensione” tra le religioni e aveva affermato di aver lasciato “una parte del mio cuore a Istanbul”. Sorvolando i cieli di Turchia, Grecia Albania e Italia Benedetto XVI ha inviato telegrammi di saluto ai rispettivi presidenti. IL GRAZIE A ISTANBUL “Come pastore supremo della Chiesa cattolica ritengo il dialogo un dovere per dare un contributo ad una migliore comprensione tra le fedi e le religioni, anche per l’Islam”. Con queste parole, pronunciate a braccio, Benedetto XVI si è accomiatato dalla delegazione turca, guidata dal prefetto di Istanbul che lo ha personalmente ringraziato per “le sue dichiarazioni sull’Islam che ci ha reso felici” allontanando le “troppe cattive interpretazioni” che vi gravano sopra. L’aeroporto di Istanbul è stato lo scenario di un dialogo che ha visto il Papa “ringraziare per la cordialità e l’amicizia della popolazione che ha un po’ sofferto questa situazione” dovuta alla sua visita. “Sebbene non abbia potuto vedere tutto in quei gioielli che sono la moschea e Santa Sofia – ha aggiunto il Papa parlando sempre a braccio – la mia è un’impressione permanente. Resta profonda la mia gratitudine per Istanbul. E’ stata una visita serena grazie anche alla collaborazione della popolazione e spero che resti come segno di amicizia tra i popoli e le religioni”.

Al prefetto di Istanbul che ricordava come la Turchia sia “un Paese laico e democratico impegnato nel dialogo tra le civiltà e nel cammino per entrare nell’Unione europea” Benedetto XVI ha risposto che “Istanbul è una città veramente europea, un ponte tra Occidente ed Asia, per avvicinare strutture e organizzazioni”.

Alla notizia, poi, che la città sarà, nel 2010, la capitale europea della cultura il Pontefice ha affermato: “lo merita veramente”, rivelando, sorridendo, che anche la sua “città natale aveva chiesto tale riconoscimento ma che non era stato concesso”. Prima di avviarsi verso la scaletta dell’aereo che lo sta riportando in Vaticano il Papa ha salutato ancora il prefetto che lo ha invitato a tornare a Istanbul. Pronta la replica: “sono vecchio e non so quanto tempo mi lascia il Signore. Affidiamo ogni cosa a Lui”. Il rientro in Italia, presso l’aeroporto di Ciampino di Roma, è previsto per le 14.45.

MESSA A ISTANBUL: «LA PROSPETTIVA ECUMENICA AL PRIMO POSTO» Si è aperta con la liberazione di tre colombe, simbolo per eccellenza della pace, nel cortile della chiesa di Santo Spirito a Istanbul, l’ultima giornata della visita apostolica di Papa Benedetto XVI in Turchia. Alla presenza di un migliaio di fedeli che da stamattina avevano gremito la cattedrale latina del Santo Spirito il Papa è tornato a parlare di unità della Chiesa. “La bella immagine che adopera san Paolo per parlare della chiesa, quella della costruzione le cui pietre sono tutte unite, strette le une alle altre per formare un solo edificio, e la cui pietra angolare, sulla quale tutto poggia, è Cristo” ha detto Benedetto XVI stamani. Alla celebrazione ha partecipato il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, e quello armeno, Mesrob II. Durante l’omelia, il Papa ha ricordato le parole pronunciate dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, in occasione del suo viaggio in Turchia avvenuto nel novembre del 1979: “l’alba del nuovo millennio possa sorgere su una chiesa che ha ritrovato la sua piena unità, per meglio testimoniare, in mezzo alle esacerbate tensioni del mondo, il trascendente amore di Dio”. OGGI SI CONCLUDE IL VIAGGIO APOSTOLICO 1° dicembre. Nell’ultimo giorno del suo viaggio apostolico in Turchia, Benedetto XVI ha iniziato da pochi minuti la celebrazione della messa nella cattedrale latina di Santo Spirito, a Istanbul. Presente anche Bartolomeo I, con altri patriarchi e rappresentanti delle Chiese protestanti. Sarà una liturgia che terrà conto della particolare configurazione dell’assemblea formata da vari gruppi di persone, di diverse lingue e di diversi riti, ma “uniti dalla stessa fede, dalla stessa carità e dallo stesso Spirito”. La celebrazione, “sia nell’uso delle lingue che di alcune sequenze rituali, vuole essere l’espressione delle varie componenti della comunità cattolica”. Verranno usate queste lingue: il latino, il turco, il francese, il tedesco, il siriaco, l’arabo e lo spagnolo. Alcune sequenze rituali sottolineeranno la presenza dei vari riti orientali: l’armeno, il caldeo, il siro. Agli armeni è riservato il canto d’ingresso e il Sanctus; ai caldei il Salmo responsoriale e il canto di offertorio eseguito in lingua aramaica; ai siri la proclamazione del Vangelo secondo le modalità del proprio rito. Alle 13.15 Benedetto XVI sarà all’aeroporto di Istanbul per il rientro in Italia previsto alle 14.45 a Ciampino. LA VISITA A SANTA SOFIA E PREGHIERA IN MOSCHEA Istanbul 30 novembre. “Speriamo di trovare insieme strade di pace e di fratellanza per aiutare l’umanità” con queste parole Benedetto XVI ha ringraziato il Gran Muftì di Istanbul che dopo la visita alla Moschea Blu ha fatto dono al papa di un mosaico raffigurante un uccello con il richiamo alle parole del Corano “nel nome di Dio clemente e misericordioso”. E’ stato l’ultimo atto di una storica visita, la seconda di un Pontefice, il primo fu Giovanni Paolo II nel maggio del 2001 a Damasco, ad una moschea.

Benedetto XVI, che come tradizione si è tolto le scarpe prima di entrare nel tempio islamico, nel corso della visita si è anche raccolto in preghiera con il Muftì per circa un minuto. Il Pontefice ha ricambiato il dono con un mosaico di colombe, simbolo di pace. Poco prima Benedetto XVI aveva trascorso circa mezzora nella vicina Santa Sofia, un tempo cattedrale, poi moschea ed oggi museo. Qui ha potuto ammirare i mosaici, tra cui quello di Maria in trono con il Bambino, e la cupola alta ben 51 metri. Anche qui tradizionale scambio di doni, una piccola anfora con mosaici del museo per il Papa e la medaglia del pontificato per il seguito turco. Dal Sindaco di Istanbul un quadro della città. “Non dimenticherò questa visita” il commento di Benedetto XVI.

ANAGNOSTOPOULOS (PATRIARCATO), “UN’ACCOGLIENZA ENTUSIASTICA” Istanbul 30 novembre. “L’abbraccio e il bacio della pace tra il Papa e il Patriarca sono segni di amicizia e di fede nello Spirito Santo. Sono un segno di riconciliazione”. È il breve commento del portavoce del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, Dositheos Anagnostopoulos, alla Divina Liturgia e alla Dichiarazione congiunta siglata questa mattina da Bartolomeo I e Benedetto XVI. Il Papa è stato accolto “con entusiasmo” dal suono delle campane del patriarcato ecumenico. Nella tradizione ortodossa, fanno sapere dal Patriarcato, il suono delle campane è segno di gioia, chiama alla preghiera e a rendere onore a ospiti importanti. Oggi hanno celebrato l’arrivo di Papa Benedetto e le relazioni tra cattolici e ortodossi. LA “DICHIARAZIONE CONGIUNTA” CON BARTOLOMEO I Istanbul 30 novembre. Libertà religiosa e rispetto delle minoranze, dei diritti dell’uomo, dell’ambiente, preservazione dei valori cristiani dell’Europa contro secolarizzazione e nichilismo, pace in Medio Oriente e dialogo interreligioso “autentico e leale” contro “violenza e discriminazione”, ulteriore slancio al dialogo ecumenico: sono alcuni degli impegni e dei propositi comuni che devono essere fatti propri da ortodossi e cattolici, su invito di Benedetto XVI e del Patriarca ecumenico Bartolomeo I, nella loro dichiarazione congiunta a conclusione dell’incontro di oggi, 30 novembre, al Patriarcato di Istanbul. “Possa il nostro incontro essere un segno e un incoraggiamento per noi tutti, cattolici e ortodossi, a condividere gli stessi sentimenti e gli stessi atteggiamenti di fraternità, di collaborazione e di comunione nella carità e nella verità. Lo Spirito Santo ci aiuterà a preparare il grande giorno del ristabilimento della piena unità, quando e come Dio lo vorrà”. LA DIVINA LITURGIA NELLA FESTA DI SANT’ANDREA – BENEDETTO XVI: «PRONTI A SUPERARE OGNI OSTACOLO» Istanbul 30 novembre. “Pregare per l’unità totale”. L’invito è del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel corso della divina liturgia di sant’Andrea, celebrata nella chiesa patriarcale di San Giorgio a Istanbul, alla presenza di Benedetto XVI. “La celebrazione odierna – ha detto Bartolomeo I rivolgendosi al Papa – ci insegna ad ampliare i nostri orizzonti anche se abbiamo ancora molte differenze”. Il patriarca ha riconosciuto “la comune volontà di continuare il cammino verso l’unità, verso la verità del Vangelo. Per questo, Santità, ci uniamo più di prima nell’eternità e nel tempo attraverso i santi e i nostri predecessori, per restaurare la piena comunione delle nostre chiese: questa è la volontà e il comando di Dio”. Al termine della liturgia il Papa ha fatto dono a Bartolomeo I di un calice , il patriarca ha ricambiato con un Vangelo. MAROVITCH (PORTAVOCE VESCOVI TURCHI), “STA SORPRENDENDO TUTTI” Istanbul 30 novembre. “Che venga ogni anno”, “Non è un nemico dell’Islam, è il benvenuto”. Sono alcune delle frasi che si sentono in strada in questi giorni a Istanbul che testimoniano “come il Papa stia sorprendendo i turchi”. Ad affermarlo in una nota per SirEuropa (su www.agensir.it) è il portavoce dei vescovi turchi, mons. Georges Marovitch. “Tra le tante cose che emergono da questo viaggio apostolico in Turchia sono i volti della gente comune, felice per la presenza del Papa nel loro Paese. Molti amici musulmani lo stanno confermando: non si aspettavano un Pontefice così amabile e così disponibile a calarsi nella realtà turca. Gli incontri con il premier Erdogan, con il presidente della Repubblica Sezer e del Direttorato degli affari religiosi della Turchia, Bardakoglu, hanno impresso una svolta al viaggio, stemperando tutte le tensioni dei giorni scorsi”. Nemmeno le minacce di Al Qaeda, “hanno scalfito l’ottimismo del Papa” che aggiunge Marovitch “dopo il primo incontro con Bartolomeo I, è apparso felice e soddisfatto. Il clima è disteso e la speranza è che resti tale anche dopo la sua partenza. Ciò vale soprattutto per le nostre comunità cristiane e cattoliche, che sono minoranza e che da questo viaggio escono incoraggiate e confortate ad andare avanti”. IL PROGRAMMA DI GIOVEDI’ 30 30 novembre. Con un discorso alla Divina Liturgia che, nella festa di Sant’Andrea, si celebrerà nella chiesa patriarcale di San Giorgio in Istanbul, Benedetto XVI inizia oggi il terzo giorno della vista apostolica in Turchia. A fine mattinata è prevista la firma con Bartolomeo I della “dichiarazione congiunta”. Successivamente il Papa visiterà il museo di Santa Sofia e, nella cattedrale armena apostolica, parteciperà alla preghiera con il patriarca Mesrob II, al quale rivolgerà un saluto. Nel pomeriggio, accolto dal gran Muftì di Istanbul entrerà scalzo nella Moschea Blu dove sosterà in silenzio. Seguiranno tre incontri: il primo con il metropolita siro ortodosso, il secondo con il gran rabbino della Turchia e il terzo con i membri della Conferenza episcopale cattolica con i quali si fermerà a cena. Domani mattina, il Papa celebrerà la messa nella cattedrale dello Spirito Santo e, poco dopo le ore 13, rientrerà a Roma. BARTOLOMEO I, “BENVENUTO AMATISSIMO FRATELLO” Istanbul 29 novembre. “L’accogliamo fraternamente, con molta gioia in questa Chiesa il cui patrono è Andrea, una Chiesa di origine apostolica fondata da Andrea, fratello di Pietro”. Con queste parole, dopo la preghiera e i canti sacri, Bartolomeo I si è rivolto questa sera a Benedetto XVI nella chiesa patriarcale di San Giorgio a Istanbul, dove domani si svolgerà la Divina Liturgia e verrà firmata una Dichiarazione congiunta. Alla preghiera di questa sera erano presenti molti esponenti della Chiesa ortodossa. “Una grande serie di martiri ha confessato la fede – ha aggiunto Bartolomeo I – abbiamo ricevuto la fede dei padri e noi ortodossi perseveriamo in questa fede”. Bartolomeo I, nel dire al Papa che questa è “la prima visita che Lei compie” ha citato i precedenti incontri tra Pontefici e Patriarchi per ricordare che “questi venerabili uomini hanno ben compreso la necessità importante e fondamentale di questi incontri nella carità e nella verità”. “Noi due – ha aggiunto – siamo successori di Roma e Costantinopoli quindi responsabili dei passi e anche degli errori commessi nel passato ma convinti e desiderosi di rispondere alla volontà di Cristo e alla sua preghiera: ut unum sint”. Bartolomeo I, che si è successivamente intrattenuto in colloquio privato con il Papa ha così concluso: “Benvenuto amatissimo fratello”. IL PAPA A BARTOLOMEO I, “LAVORARE PER LA PIENA UNITÀ” Istanbul 29 novembre.“Che questo incontro rafforzi il nostro mutuo affetto e rinnovi il nostro comune impegno a perseverare nell’itinerario che porta alla riconciliazione e alla pace delle Chiese”. Si è concluso con questo auspicio il saluto di Benedetto XVI a Bartolomeo I, nella chiesa di San Giorgio a Istanbul. “Sono profondamente grato per l’accoglienza fraterna”, ha esordito il Papa: “Ne custodirò per sempre memoria nel mio cuore”, ha aggiunto, definendo l’incontro di oggi “ripieno di autentica buona volontà e di significato ecclesiale”. Poi il Pontefice si è soffermato sugli “importanti eventi che hanno sostenuto il nostro impegno per lavorare alla piena unità di cattolici e ortodossi”: dalla dichiarazione comune firmata da Paolo VI e dal patriarca Atenagora I alle “numerose dichiarazioni di impegno condiviso e di molti gesti colmi di significato” compiuti sia da Paolo VI che da Giovanni Paolo II, per “rafforzare la spinta verso la reciproca comprensione e la ricerca della piena unità”. Definendo, inoltre la Turchia una “terra strettamente collegata con la fede cristiana”, Benedetto XVI ne ha ricordato “la ricca messe di martiri, di teologi, di pastori, di monaci” e di santi e i sette Concili ecumenici tra cattolici e ortodossi, “permanenti pietre miliari e guide lungo il cammino verso la piena unità”. A EFESO L’INCONTRO CON I FEDELI TRA STRETTE DI MANO E INCORAGGIAMENTI Efeso 29 novembre. È terminata la Messa ad Efeso. Il papa, visibilmente felice, dall’altare ha allargato le braccia come per stringere tutti i fedeli in un abbraccio simbolico che poi si è concretizzato quando sceso dal luogo della celebrazione per avviarsi ad incontrare i fedeli che lo chiamavano a gran voce. Tra loro molti giovani e famiglie con bambini. Strette di mano e brevi scambi di battute con i presenti, veri e propri incoraggiamenti per la comunità ecclesiale turca. “Siamo felici che il Papa abbia scelto, tra i tanti luoghi venerabili di questa terra, la casa di Maria” dice commosso uno dei frati della comunità dei cappuccini che anima il santuario, visitato anche dai musulmani. Una lunga serie di canti hanno accompagnato il dopo-celebrazione durante il quale persone del seguito papale hanno consegnato ai fedeli un immagine con lo slogan del viaggio “Christus est pax nostra” (Cristo è la nostra pace). Un fedele ha allungato a Benedetto XVI un piccolo mazzo di palme mentre rientrava nel santuario, per togliersi i paramenti. Nell’omelia Benedetto XVI ha ricordato “la bella testimonianza del sacerdote romano Don Andrea Santoro”, ucciso pochi mesi fa a Trebisonda.

Benedetto XVI ha anche sottolineato la presenza “all’odierna celebrazione” di “fedeli cattolici di diversi Riti” è “motivo di gioia e di lode a Dio”. “Tali Riti – ha spiegato – sono espressione di quella mirabile varietà di cui è adornata la Sposa di Cristo, purché sappiano convergere nell’unità e nella comune testimonianza. Esemplare a tal fine – ha concluso il Papa – dev’essere l’unità tra gli Ordinari nella Conferenza Episcopale, nella comunione e nella condivisione degli sforzi pastorali”.

A EFESO, “UNA SPECIALE PREGHIERA PER LA PACE TRA I POPOLI” Efeso 29 novembre.“Una speciale preghiera” al Signore “per la pace tra i popoli”: ad elevarla è stato questa mattina Benedetto XVI, durante l’omelia della solenne concelebrazione eucaristica presieduta nel Santuario di “Meryem Ana Evi” (Casa della Madre Maria, detta anche ‘piccola casa’) ad Efeso, tra grandi misure di sicurezza. Rivolgendosi ai cattolici presenti( fedeli, sacerdoti, religiose e vescovi), il Papa ha affermato che, come ricorda l’apostolo Paolo nella Prima lettura, “Cristo ha fatto dei due un popolo solo”, affermazione che si riferisce al rapporto tra Giudei e Gentili, ma che, ha notato il Pontefice, “può anche estendersi, sul piano analogico, alle relazioni tra popoli e civiltà presenti nel mondo”. Pertanto, ha proseguito Benedetto XVI, “confortati dalla Parola di Dio, da qui, da Efeso, città benedetta dalla presenza di Maria Santissima – che sappiamo essere amata e venerata anche dai musulmani – eleviamo al Signore una speciale preghiera per la pace tra i popoli. Da questo lembo della Penisola anatolica, ponte naturale tra continenti, invochiamo pace e riconciliazione anzitutto per coloro che abitano nella Terra che chiamiamo santa”, ma anche “pace per l’intera umanità!”. “Di questa pace universale – ha concluso – abbiamo tutti bisogno; i questa pace la Chiesa è chiamata” ad essere “segno e strumento”. IL PROGRAMMA DI MERCOLEDI’ 29 NOVEMBRE 29 novembre. La visita al santuario di Maria a Efeso e l’incontro, nel pomeriggio a Istanbul, con il Patriarca ecumenico Bartolomeo I: sono questi gli appuntamenti più importanti che attendono oggi Benedetto XVI nel suo viaggio in Turchia. Al santuario di “Meryem Ana Evi” (Casa della Madre Maria, detta anche “piccola casa”, visitata anche dai musulmani) il Papa incontrerà la comunità cattolica e i vescovi e celebrerà una messa solenne. Non ci sono notizie storiche certe sul fatto che Maria abbia effettivamente vissuto a Efeso nella “Piccola casa” con Giovanni evangelista, secondo quanto racconta una testimonianza siriana del XIII secolo. Il sito è stato scoperto nel 1891 dai Padri Lazzaristi di Smirne, sulla base delle rivelazioni della veggente tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824). Nel pomeriggio il Papa si sposterà in aereo per raggiungere di nuovo Istanbul, dove incontrerà Bartolomeo I, considerato “primus inter pares” rispetto agli altri patriarchi ortodossi. Dopo l’incontro privato al Patriarcato i due pregheranno insieme nella chiesa di San Giorgio. Tutto si concluderà con la venerazione delle reliquie di San Gregorio il Teologo e Giovanni Crisostomo. A Istanbul il Papa dormirà a “Casa Roncalli”, dove visse l’allora delegato apostolico Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. AL CORPO DIPLOMATICO, «LA VERA PACE HA BISOGNO DELLA GIUSTIZIA E DEL DIALOGO» Ankara, 28 novembre 2006. “E’ compito delle Autorità civili in ogni Paese democratico garantire la libertà effettiva di tutti i credenti e permettere loro di organizzare liberamente la vita della propria comunità religiosa”. Ne è convinto Benedetto XVI, che, ha spiegato nel discorso al corpo diplomatico riunito nella Nunziatura di Ankara, apprezza “la scelta di un regime di laicità” fatta dalla Turchia “distinguendo chiaramente la società civile e la religione, così da permettere a ciascuna di essere autonoma nel proprio ambito, sempre rispettando la sfera dell’altra”. INCONTRO CON RESPONSABILE AFFARI RELIGIOSI Ankara, 28 novembre – Occorre “affrontare il dialogo interreligioso e interculturale con ottimismo e speranza. Esso non può essere ridotto ad un extra opzionale: al contrario”, è “una necessità vitale, dalla quale dipende in larga misura il nostro futuro”. Lo ha detto oggi Benedetto XVI, salutando il presidente del Direttorato degli affari religiosi della Turchia. “I cristiani e i musulmani – ha spiegato il Papa – seguendo le loro rispettive religioni, richiamano l’attenzione sulla verità del carattere sacro e della dignità della persona. È questa la base del nostro reciproco rispetto e stima, questa è la base per la collaborazione al servizio della pace fra nazioni e popoli, il desiderio più caro di tutti i credenti e di tutte le persone di buona volontà”. L’obbligo ad approfondire il dialogo, sulla scia tracciata dal Concilio Vaticano II. L’incontro di Benedetto XVI con il presidente per gli affari religiosi turchi, Alì Bardakoglu (nella foto con Benedetto XVI), prima delle dichiarazioni ufficiali, è stato il momento per sottolineare da parte del Papa tutta l’importanza del dialogo tra le religioni: “il dialogo è per servire Dio e l’umanità. Il documento conciliare sulle religioni ha aperto una pagina nuova” ha detto il Papa che ha ricordato l’origine “abramica” delle tre religioni parlando di “sottomissione all’unico Dio e alla sua volontà”. “Seguiamo la vita religiosa dei musulmani” ha poi aggiunto Benedetto XVI parlando del recente messaggio inviato all’Islam per la fine del Ramadan in cui si sottolineava una comune “rinuncia al materiale per l’apertura allo spirituale. Il dialogo, nella ferma aderenza nella propria fede, è uno strumento di incontro tra le religioni”. Da parte sua Alì Bardakoglu ha ricordato che “l’Islam e le altre religioni sono state create per contribuire alla pace. La base sana per sviluppare questo dialogo è il rispetto delle fedi”. Una stretta di mano, con uno scambio di doni, ha sancito la fine dell’incontro che poi è proseguito a porte chiuse fino alla lettura delle dichiarazioni ufficiali. Nel suo discorso alla Diyanet Bardakoglu ha affermato che “il dialogo non deve servire per convertire o fare proselitismo. Oggi è tempo di lavorare insieme per la pace”. “Viviamo in un’epoca di globalizzazione con problemi di povertà, guerre, sottosviluppo che non sono creati dalle religioni”, anzi, queste “hanno i messaggi per risolverli”. Nella fede, secondo il presidente per gli affari religiosi turchi, ci sono le risposte per trovare soluzioni “ai problemi delle donne, dei giovani e dei bambini” e per “la difesa della famiglia”. Bardakoglu ha infine condannato “la violenza in tutti i sensi. Uccidere innocenti significa uccidere l’umanità. L’affermazione che l’Islam è violenza rende tristi i musulmani”. Una idea che “nasce da pregiudizi storici. Ma l’Islam accetta tutte le religioni”. «LA LIBERTÀ RELIGIOSA CONDIZIONE NECESSARIA PER EDIFICAZIONE DELLA SOCIETÀ» IL MESSAGGIO AL MAUSOLEO DI ATATURK, “PACE NEL MONDO” Ankara, 28 novembre – “In questa terra punto di incontro… faccio volentieri mie le parole del fondatore Ataturk: pace nel mondo”. E’ il passaggio finale del messaggio che il Papa ha scritto, in lingua inglese, sul libro d’oro del mausoleo di Ataturk che Benedetto XVI ha visitato martedì 28 novembre, appena giunto in Turchia, e dove ha deposto una corona di fiori, recante la scritta “Papa Benedict XVI” sulla tomba del fondatore della Repubblica turca. Il Papa si è trattenuto per qualche momento in raccoglimento davanti la tomba di Ataturk, formata da un unico blocco di pietra di oltre 40 tonnellate e contenuta all’interno del mausoleo che per forma richiama quella di un tempio greco. Gli interni sono tutti rivestiti in marmo verde e mosaici d’oro”. ERDOGAN, “UNA VISITA SIGNIFICATIVA IN UN MOMENTO PARTICOLARE” Ankara, 28 novembre – “Purtroppo devo partire per Riga”. Sono state queste tra le prime parole pronunciate dal premier turco Tayyip Erdogan durante l’incontro avuto, per circa 25 minuti, con Benedetto XVI in una sala dell’aeroporto di Ankara dove il volo papale è arrivato poco dopo le 13 ora locale. Erdogan è stato il primo ad accogliere il Papa subito dopo la discesa dalla scaletta dell’aereo. La tv turca ha trasmesso in diretta i primi momenti dell’incontro. Il premier turco ha detto al papa che “questa visita coincide con un periodo molto particolare, perché il mondo attraversa una fase di controversie tra le civiltà. Per questo la sua visita è molto significativa”. Subito dopo la Tv turca ha interrotto la trasmissione.

Nel corso del colloquio, avvenuto a porte chiuse, il premier turco ha ricordato a Benedetto XVI l’iniziativa “Alleanza delle civiltà” promossa insieme al primo Ministro spagnolo Zapatero di concerto con il Segretario delle Nazioni Unite uscente, Kofi Annan. “la sua visita – ha detto Erdogan al Pontefice – coincide con un’epoca molto particolare, di controversia tra le civiltà ed è proprio per questo motivo che è particolarmente significativa”. Dal canto suo Benedetto XVI ha espresso “sentimenti di felicità per essere in Turchia”. “Ho chiesto al papa – ha detto Erdovan ai giornalisti – il suo appoggio per la Turchia nell’Unione europea e il papa mi ha risposto positivamente”.

MESSAGGI DI SALUTO AI PRESIDENTI DI ITALIA, ALBANIA E GRECIA 28 novembre – “Nel momento in cui mi accingo a compiere il mio viaggio in Turchia per incontrare rappresentanti del popolo turco” e “in particolare fratelli e sorelle nella fede, condividendo con loro momenti di forte spiritualità ed incoraggiare il dialogo ecumenico ed interreligioso, mi è caro rivolgere a Lei Signor Presidente e alla nazione italiana il mio cordiale saluto che accompagno con fervidi auspici per il progresso spirituale, civile e sociale della diletta Italia”. Così Benedetto XVI, partito alle 9.23 dall’aeroporto di Roma Fiumicino alla volta di Ankara dove atterrerà attorno alle ore 13, nel telegramma inviato al capo dello Stato italiano Giorgio Napolitano. Napolitano, a sua volta, aveva inviato al Papa un messaggio in cui esprimeva l’augurio di un “pieno successo nel sereno svolgimento di questa delicata missione”. Sorvolando i cieli di Albania e Grecia, il Pontefice ha voluto rivolgere un pensiero anche ai rispettivi capi di Stato. “Estendo il mio cordiale saluto” rivolto anche “a tutta la popolazione dell’Albania”, pregando Dio di “benedire la sua nazione con i doni della pace e della prosperità” ha scritto il Papa al presidente albanese Alfred Moisiu. Benedetto XVI ha quindi rivolto “i più fervidi saluti” e “i più profondi auguri” al presidente greco Karolus Papoulias, invocando “su tutti gli abitanti della Grecia” le “benedizioni divine”. IN VOLO VERSO ANKARA, L’ABBRACCIO DELLA CHIESA CATTOLICA TURCA Puntuale alle ore 9 l’aereo con a bordo Benedetto XVI è decollato alla volta di Ankara dove atterrerà attorno alle ore 13. E’ iniziato così il viaggio apostolico del Papa che rimarrà per quattro giorni in Turchia. Ieri sera il presidente dei vescovi turchi, mons. Ruggero Franceschini, ha dichiarato al Sir: “ Al Papa dirò di una Chiesa locale che cerca di testimoniare il Vangelo nel silenzio. Non vogliamo convertire nessuno ma solo noi stessi. La speranza è che chi è in ricerca possa essere aiutato dalla nostra testimonianza. Qui in Turchia c’è tanta buona gente. Abbraccerò il Papa e sarà l’abbraccio di tutta la nostra Chiesa locale”.

LA DELEGAZIONE. In questo suo viaggio in Turchia, il quinto fuori dall’Italia, Benedetto XVI è accompagnato dal Segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone e da una delegazione di una decina di cardinali, tra cui il cardinale Paul Popard, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura e il dialogo interreligioso e dal titolare del dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani, cardinale Walter Kasper.

GLI AUGURI DI NAPOLITANO Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato a Benedetto XVI, il seguente messaggio: «Santità, desidero farle pervenire un vivo ringraziamento per il messaggio che ha voluto così amabilmente inviarmi, alla vigilia della partenza per il suo Viaggio Pastorale in Turchia. Sono certo che la sua visita offrirà un contributo di straordinario valore alla causa della fratellanza e della pace fra i popoli rafforzando le ragioni profonde di mutua comprensione e di dialogo tra il cristianesimo ed il mondo islamico. Nel rinnovarle l’espressione della mia profonda stima e con il migliore ricordo del nostro recente incontro, le auguro (a nome mio personale e del popolo italiano) pieno successo nel sereno svolgimento di questa delicata missione».

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