Un “grazie al Signore” per avergli consentito di “visitare per la terza volta quel nobile Paese”, e alla Slovacchia, per il suo “amore alla Chiesa e al successore di Pietro”. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, che nel corso dell’udienza generale ha ripercorso le tappe del suo 102° viaggio apostolico, in una terra “fedele a Cristo e alla Chiesa” perché “dotata di un ricco patrimonio spirituale, che, nonostante la dura persecuzione subita nel passato, ha saputo saldamente conservare”. “Sono certo che, entrando nell’Unione Europa ha detto il Papa – il popolo slovacco saprà offrire alla costruzione dell’Europa un suo valido contributo anche sul piano dei valori”, vista la “promettente fioritura di vita cristiana e di vocazioni”. “Essere sempre più intrepidi testimoni del Vangelo”: questo, ha ricordato il Papa, l’invito rivolto agli slovacchi nella prima tappa del viaggio, la visita alla cattedrale di Trnava a Bratislava. L’esigenza di “coltivare, a partire dalla famiglia, una libertà matura” è stata invece al centro della messa a Banskà Bistrica, caratterizzata – come le altre “celebrazioni eucaristiche belle e suggestive” – da “un’intensa e devota partecipazione da parte del popolo cristiano”. Il Papa, inoltre, ha incoraggiato i vescovi slovacchi a “proseguire nella vasta opera di promozione della vita cristiana, dopo gli anni bui dell’isolamento e della dittatura comunista”, mentre a Roznava ha invitato i fedeli a restare “ben solidamente radicati nella loro secolare tradizione cristiana”. Ultima tappa del viaggio, la messa a Bratislava per la beatificazione del vescovo Vasil’ Hopko e suor Zdenka Cecilia Schelingova, che ha commentato Giovanni Paolo II – ricordano che il popolo slovacco, nei momenti drammatici della sofferenza, ha trovato forza e speranza nella Croce di Cristo”. Il Papa ha concluso l’udienza sollecitando la Slovacchia a custodire “gelosamente” il Vangelo, “il bene più prezioso da annunciare e testimoniare con la santità della vita”.Sir