“Evitare ogni corruzione nella vita pubblica”: è questo, per il Papa, un “impegno da saper praticare con rigore anche nel nostro tempo”, se si vuole tener fede agli “impegni morali di base presenti nella legge biblica”. Lo ha detto oggi il Papa, che nel corso della tradizionale udienza generale ha commentato il Salmo 14, che invita ad una “purificazione della coscienza” affinché le “scelte” del credente “siano ispirate all’amore per la giustizia e per il prossimo”. Citando lo “spirito dei profeti” che “invitano a coniugare fede e vita”, il Papa ha messo in guardia da “un culto staccato dalla storia quotidiana”, e ha additato gli “indici impegni” presenti nel salmo citato come “la base di un esame di coscienza personale”. I primi tre impegni del Salmo 14, ha spiegato Giovanni Paolo II, sono “di ordine generale”: “seguire la via dell’integrità morale, della pratica della giustizia e della sincerità perfetta nel parlare”. Ci sono, poi, “tre doveri di relazioni col prossimo”, che comportano “eliminare la calunnia dal linguaggio, evitare ogni azione che possa nuocere al fratello, frenare gli insulti contro chi vive accanto a noi ogni giorno”, da abbinare ad una “scelta chiara di posizione nell’ambito sociale” che si traduce nel “disprezzare il malvagio” e “onorare chi teme Dio”. Appartengono a questo ambito, per il Santo Padre, gli “ultimi tre precetti: essere fedeli alla parola data, al giuramento, anche nel caso in cui ne seguono per noi conseguenze dannose; non praticare l’usura, piaga che anche ai nostri giorno è una infame realtà, capace di strangolare la vita di molte persone, ed infine evitare ogni corruzione nella vita pubblica, altro impegno da saper praticare con rigore anche nel nostro tempo”. Sir