Vita Chiesa

Il Papa è in vacanza, lasciamolo in pace

DI DON FRANCESCO SENSINI«Beato lui che se le può permettere!» Così un pensionato ha commentato la notizia delle vacanze del papa Benedetto XVI. Non ho avvertito nessun risentimento o rabbia ma semplicemente una certa «invidia». Per un attimo ho ripensato alla prima vacanza del papa. Si trattava di Giovanni Paolo II. L’istintiva impressione fu di disappunto. Mi sembrò un’offesa a tutte quei poveri che, per ovvie ragioni, non potevano andare in vacanza. E la chiesa dice di privilegiare i poveri. Il papa dunque, secondo me, doveva stare a casa, a Castelgandolfo come sempre.Ero tra quelli che riteneva «scandaloso» che il papa si permettesse una nuotata o una escursione sulle nevi per sciare. Oggi non mi fa nessun effetto. Mi sono abituato. Anzi ho trovato anche nel vangelo una giustificazione: Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò”. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.

Il papa, Benedetto XVI, è in vacanza? Ma un padre può andare in vacanza? Una madre? Si e no! Se la vacanza si riferisce al ruolo la risposta è decisamente negativa, se invece si riferisce al tempo, la risposta è positiva.

In che senso, mi domando allora, il papa è in vacanza? Mi sembra ovvio rispondere, nel senso del tempo. Però vorrei che si evitasse di proporle come le vacanze ideali del cristiano. Non posso pretendere che una famiglia cristiana vada in vacanza portandosi valigie di libri o che un padre si preoccupi di preparare una lettera per la sua famiglia.

E il fatto che il papa ami o no le montagne, privilegi un sentiero piuttosto di un altro, non fatemelo passare come se questa fosse una scelta evangelica. Si tratta semplicemente del gusto di una persona se pur rispettabilissima e importante. Non vorrei che qualche cristiano fanatico pensasse di acquistare l’indulgenza plenaria per aver percorso gli stessi sentieri o per aver mangiato gli stessi cibi preferiti dal papa.

Il papa è in vacanza: lasciatelo e lasciateci in pace. È curioso assistere a questo fenomeno: più si parla della sua riservatezza e più la si mostra in evidenza. Ho il sospetto che la chiesa abbia capito il valore della «pubblicità» di un papa. Ricorrere a questa strada per farlo apprezzare e stimare è limitare la sua vocazione, indebolire il suo ruolo, renderlo solo immagine e non parola. Così le persone si accontentano di vederlo e sono meno interessate ad ascoltarlo. In un certo senso era già successo. Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».

Fatemi vedere dunque i «segni» di Benedetto XVI e non datemi le sue immagini da mangiare.

ARRIVEDERCI«Sono fermo al distributore per fare benzina…» così era iniziato questo diario. Un diario che mi ha permesso di dialogare con voi, cari lettori. Tanti problemi, tante situazioni, tante riflessioni: condivise e non. Ma abbiamo camminato, siamo stati attenti alla vita e alla storia. Hanno arricchito questo dialogo esperienze personali e fatti rilevanti di cronaca. La nostra pretesa è stata quella di leggere “i tempi”, di farci domande, di accettare provocazioni. Senza trascurare nulla, senza dare per scontata nessuna risposta. Ma liberi nell’ascoltare e sinceri nel rispondere.

Ora sono di nuovo fermo allo stesso distributore. Ma questa volta per un pieno che mi consentirà di andare in vacanza. Ci risentiremo presto. Buone vacanze anche a voi!