Lettere in redazione
Il Papa e il giudizio sul comunismo
Se mancava ancora una piccola spinta per mettere in crisi una schiera di cattolici già disorientati da preti che hanno dimenticato la dimensione spirituale del cristianesimo e tutto fanno meno che i sacerdoti, vescovi che marciano in testa a cortei di protesta per i più svariati motivi (vedi smaltimento rifiuti) etc., la spinta decisiva è venuta dall’affermazione del Papa «Il comunismo è stato un male necessario». Anche i gulag, le purghe, le deportazioni, la persecuzione alla Chiesa, la privazione di libertà, gli eccidi cambogiani? Sapendo che spesso una frase estrapolata dal testo può essere male interpretata, ho voluto leggere l’intero brano ed ho assistito a dibattiti televisivi sull’argomento, ma le idee, invece di schiarirmi, mi si sono confuse ulteriormente.
Quale bene ha portato il comunismo? L’averci fatto distinguere il bene dal male? Credevo che ciò fosse insito in ciascuno di noi; l’aver contrastato l’eccessivo consumismo dei paesi occidentali? Ma in tal modo è stato anche distrutto il tessuto dei paesi dove regnava il comunismo, tanto che quei paesi stentano ancora oggi a conquistare un certo benessere. Insomma, neanche dopo aver ben riflettuto, ho capito il significato di quell’affermazione.