“Il bene della società comporta che il diritto alla libertà religiosa sia garantito per legge ed efficacemente protetto”. Lo ha detto il Papa, che ricevendo in udienza il nuovo ambasciatore della Repubblica di Cina (Paese con cui la Santa Sede non ha relazioni diplomatiche) presso la Santa Sede, Chou-seng Tou, in occasione della presentazione delle lettere credenziali, si è soffermato sull’importanza della “libertà”, ed in particolare della “libertà religiosa”, nella vita di un popolo. “Far avanzare la libertà nella società umana”, ha detto in particolare il Pontefice , significa “prima di tutto e soprattutto” garantire in essa “il libero esercizio della religione”, partendo dalla consapevolezza che “le religioni sono una componente della vita e della cultura di una nazione, e portano un grande senso di benessere ad una comunità, offrendo un certo livello di ordine sociale, tranquillità, armonia ed assistenza ai deboli e agli emarginati”. Grazie, inoltre, al loro “concentrarsi sulle questioni umane più profonde”, le religioni ha aggiunto il Santo Pare – “danno un grande contributo al genuino progresso della società e promuovono in modo molto significativo la cultura della pace, sia a livello nazionale che internazionale”. Nel suo discorso, il Papa ha citato la Chiesa cattolica cinese, che “ha dato un contributo significativo allo sviluppo sociale e culturale” del Paese, soprattutto nel campo “dell’educazione, della cura della salute e dell’assistenza ai meno fortunati”, e ha auspicato che la comunità cattolica locale “continui ad aiutare a diffondere la pace e l’unità tra tutti i popoli”, al fine di “costruire una società di giustizia, fiducia e cooperazione”. Sir