Vita Chiesa

IL PAPA AI VESCOVI DELL’INDIA: DISCERNERE E ACCOGLIERE TUTTO CIÒ CHE È BUONO E SANTO

L’evangelizzazione è il “cuore” della fede cristiana, ma un’evangelizzazione “autentica” è “sensibile alla cultura e al costume locale” e “rispetta sempre il diritto inalienabile di ogni persona alla libertà religiosa”. Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza i presuli di rito siro-malankarese e siro-malabarese dell’India. Il tema del dialogo interreligioso è stato al centro delle parole di Giovanni Paolo II, che ha invitato la Chiesa indiana a “discernere ed accogliere tutto ciò che è buono e santo nell’altro, in modo da accrescere la conoscenza, preservare e promuovere le verità spirituali e morali che da sole garantiscono il futuro del mondo”. Questa “apertura”, ha precisato però subito dopo il Papa, “non può mai far venir meno l’obbligo di proclamare Gesù Cristo come ‘la via, la verità e la vita'”. “Contemplazione, semplicità, armonia, distacco, non-violenza, disciplina, vita frugale”: questi, secondo Giovanni Paolo II, i tratti distintivi dei popoli dell’India, “giustamente orgogliosi della loro ricca eredità culturale e spirituale”. “In un momento di crescente secolarismo e, nel contempo, di eclatante mancanza di rispetto per la santità della vita umana –ha aggiunto il Pontefice –i vescovi sono chiamati a ricordare alla gente, con la loro preghiera e il loro insegnamento, la necessità di una riflessione sempre più profonda sul piano morale e sociale”. Una “missione profetica”, questa, a cui “tutti i cristiani sono obbligati a partecipare”, prendendo “ferma posizione contro la crisi corrente di valori” e “ricordando costantemente agli altri quelle verità universali che devono essere manifestate nella vita quotidiana”. “L’inculturazione dell’etica cristiana a tutti i livelli della società umana”, ha concluso il Papa, è “un compito difficile e delicato”, che richiede sacerdoti “adeguatamente formati” ad essere “ambasciatori di Cristo” e “ministri nell’edificazione della Chiesa”. Sir