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IL PAPA A MONTECITORIO: IL RUOLO DELLE RELIGIONI PER LA PACE

“Il nuovo secolo da poco iniziato porta con sé un crescente bisogno di concordia, di solidarietà e di pace tra le nazioni”, e in un momento in cui le “speranze di pace” sono minacciate da “conflitti cronici” e dal terrorismo internazionale, le religioni sono chiamate a “convertire” le culture e le civiltà alla pace. Nella parte finale del suo discorso a Montecitorio, il Papa ha sottolineato che il “crescente bisogno di concordia, di solidarietà e di pace tra le nazioni è l’esigenza ineludibile di un mondo sempre più interdipendente e tenuto insieme da una rete globali di scambi e di comunicazioni, in cui tuttavia spaventose disuguaglianze continuano a sussistere. Purtroppo – ha aggiunto – le speranze di pace sono brutalmente contraddette dall’inasprirsi di cronici conflitti, a cominciare da quello che insanguina la Terra Santa”. Senza contare, poi, “il terrorismo internazionale”, che con la “la nuova e terribile dimensione che ha assunto” dopo l’11 settembre 2001 chiama in causa “in maniera totalmente distorta anche le grandi religioni”. Queste ultime, invece, secondo Giovanni Paolo II “sono stimolate a far emergere tutto il loro potenziale di pace, orientando e quasi ‘convertendo’ verso la reciproca comprensione le culture e le civiltà che da esse traggono ispirazione”. In questa “grande impresa”, ha osservato il Papa, “dai cui esiti dipenderanno nei prossimi decenni le sorti del genere umano, il cristianesimo ha un’attitudine e una responsabilità del tutto peculiari: annunciando il Dio dell’amore, esso si propone come la religione del reciproco rispetto, del perdono e della riconciliazione”. Sir