Cultura & Società
Il museo: La Specola riapre tra nuovi e tradizionali percorsi
Marco Benvenuti, presidente del Sistema museale d'Ateneo dell'Università di Firenze, dopo aver accompagnato il presidente Mattarella in visita privata, ci guida alla scoperta del nuovo allestimento del museo creato dal granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775.
Chiude in bellezza Marco Benvenuti, presidente del Sistema museale d’Ateneo dell’Università di Firenze, che il 9 aprile termina il suo mandato. In bellezza e col botto. Domani 21 febbraio, data della sua inaugurazione quasi 250 anni fa, il museo della Specola infatti riapre le porte ai visitatori.
Riapre dopo oltre 4 anni di restauro con visite senza biglietto – andate subito esaurite – dal 22 al 25 febbraio. Dal primo marzo poi l’apertura sarà totale.
«Chiusa dal primo settembre 2019, doveva riaprire dopo circa 2 anni ma c’è stato di mezzo il Covid – dice Benvenuti – e ora finalmente uno dei musei scientifici più amati dai fiorentini riparte ripulito, restaurato, con nuovi percorsi e una nuova illuminazione grazie a un lavoro di squadra fatto dai curatori, tecnici, pensionati tornati a dare una mano, collaboratori».
Il museo della Specola fu istituito come Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia naturale dal granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775 per avvicinare tutti alla scienza. Deve l’appellativo all’Osservatorio astronomico realizzato nel Torrino che ne sovrasta la storica sede al numero 17 di via Romana a Firenze.
I visitatori potranno ammirare due ali completamente nuove. «In primo luogo – spiega Benvenuti – abbiamo voluto dedicare una sezione intera a raccontare la storia della ceroplastica fiorentina, sia anatomica che botanica, con cere che non sono mai state esposte. Dopo oltre un secolo, la collezione delle cere botaniche fiorentine, costituita da piante, frutti e tavole di anatomia, istologia e patologia vegetale di eccezionale realismo e straordinaria bellezza, torna a essere visitabile. Abbiamo riprodotto una serra con piante in cera tutte in fiore, il giardino delle cere».
La seconda ala nuova è dedicata alla mineralogia. Il percorso documenta la genesi dei minerali, partendo dalle loro più antiche tracce nei meteoriti.
Per il resto il tradizionale percorso storico della Specola si sviluppa nelle 23 sale di zoologia, al secondo piano. Gli esemplari esposti sono solo una piccola parte degli oltre 4 milioni di reperti conservati nelle collezioni e documentano, tra le altre, diverse specie ormai estinte e altre in via di estinzione, oltre a moltissimi esemplari di notevole interesse scientifico e storico.
Sempre al secondo piano troviamo le cere anatomiche.
Una collezione unica al mondo di modelli anatomici in cera di fama internazionale, prodotta in circa un secolo dall’Officina di ceroplastica creata presso il museo nel 1771. Le opere, circa 1400 in 562 urne, sono proposte in un impianto museografico giunto pressoché inalterato dal XVIII secolo, accompagnate da disegni e apparati didattici realizzati da esperti disegnatori e calligrafi.
Di particolare impatto il Salone degli scheletri. Situato al piano terra, presenta un impianto espositivo di inizio Ottocento, realizzato in boiserie con ballatoio e 120 vetrine che ospitano scheletri di numerose specie di Vertebrati, soprattutto Mammiferi. I circa 3000 reperti osteologici esposti costituiscono un grande tesoro scientifico consultato ogni anno da esperti di tutto il mondo. Comprendono autentiche rarità ed esemplari di particolare interesse storico. Tra questi l’Elefante asiatico che, giunto vivente a Firenze nel 1655 ed esposto sotto la Loggia dei Lanzi, servì nel XVIII secolo a Linneo per descrivere la specie.
Ma a pochi giorni dalla fine del suo incarico il presidente del sistema museale d’Ateneo Marco Benvenuti ha collezionato un’altra grossa soddisfazione: aver avuto l’onore, lo scorso 8 febbraio, di accompagnare alla Specola, nel trecentesco Palazzo Bini Torrigiani, un visitatore d’eccezione come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita ufficiale a Firenze in occasione del centenario dell’Università.
«Il presidente conosceva la Specola già molto bene, si è trattato di un ritaglio privato in una giornata di eventi pubblici. È stato bellissimo – sottolinea Benvenuti. L’ho accompagnato su in ascensore dove ci aspettava il collega Fausto Barbagli, ornitologo, uno degli estensori del concept di tutto il nuovo allestimento della ceroplastica. Abbiamo visto il vecchio e tradizionale percorso delle cere e poi il giardino delle cere. In tutto il giro è durato una ventina di minuti. Poi siamo tornati giù. Ad aspettarlo, usciti dall’ascensore, c’erano i miei colleghi, i collaboratori, i curatori che il presidente ha salutato uno a uno».
E ora è questione di ore. Tutto è pronto per la riapertura ufficiale della Specola in grande stile.
«In occasione della chiusura del museo, il primo settembre 2019, avevamo organizzato per il giorno prima, il 31 agosto, la “giornata dell’arrivederci”. Arrivai la mattina – ricorda Marco Benvenuti – e vidi una coda immensa che da Palazzo Pitti arrivava a via Guicciardini, c’erano centinaia di persona in fila, di tutte le età. La Specola è museo di fama internazionale ma è sempre stato considerato museo dei fiorentini. Questa folla in attesa l’ultimo giorno mi commosse. Adesso vogliamo restituire ai fiorentini il loro museo a cui hanno dovuto rinunciare per oltre quattro anni».
Info e prenotazioni tel. 055-2756444 – edu@sma.unifi.it