Arte & Mostre

Il Museo dell’Opera del Duomo di Prato si rilancia

 Con un evento aperto al pubblico, che si terrà sabato 14 gennaio alle 17, verrà presentato il programma delle iniziative promosse da Prato Cultura che dallo scorso primo ottobre ha preso in gestione l’accoglienza e i servizi all’interno del museo, sostituendo nell’incarico la Fondazione Museo del Tessuto.

 

«In questo modo la diocesi riprende la gestione ordinaria, la parte didattica e anche logistica con l’affidamento a Prato Cultura, espressione della diocesi stessa», dice Gabriele Bresci, presidente della cooperativa. Nata con lo scopo di pubblicare libri e riviste attraverso le Edizioni Libreria Cattolica, nel corso degli ultimi anni Prato Cultura ha ampliato il proprio raggio d’azione per sostenere e valorizzare il patrimonio storico artistico diocesano e della città proponendo percorsi e iniziative didattiche e culturali. Per farlo è nata una stretta collaborazione con l’associazione ArteMìa che adesso, con il nuovo impegno assunto dalla cooperativa, ha deciso di sciogliersi e di confluire con le proprie competenze e capacità all’interno di Prato Cultura. Le colonne portanti di ArteMìa: Arianna Pierattoni, Francesca Bargiotti e Veronica Bartoletti, che di Prato Cultura è vice presidente, continuano a tempo pieno il loro impegno nel Museo dell’Opera del Duomo attraverso la cooperativa presieduta da Bresci. Proseguono inoltre due accordi per il servizio di guardiania, con le associazioni di volontariato e promozione sociale Anteas Cisl e Auser Cgil e con il tribunale per la possibilità di utilizzare persone che devono fare l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Sulle proposte per il 2023 – visite guidate, attività per scuole e famiglie e molto altro ancora – non anticipiamo nulla, invitiamo tutti gli interessati a partecipare alla presentazione ufficiale in programma sabato 14 gennaio. Ingresso dal campanile del duomo.

 

Le due novità nell’allestimento del Museo

 

Abbiamo anche anticipato due novità sull’allestimento del Museo diretto da Claudio Cerretelli. La prima riguarda la sala dedicata alla Sacra Cintola, la reliquia simbolo della città di Prato. Si tratta dello spazio che espone opere collegate al culto della cintura di Maria: suppellettili sacre come mantelline e dalmatiche che rivestivano la statua della Madonna, i turiboli usati per le ostensioni, i pregevoli rilievi in marmo bianco della seconda metà del Trecento che rappresentano la consegna della Cintola a San Tommaso da parte dell’Assunta. Qui troveranno posto anche i reliquiari seicenteschi che hanno custodito per secoli il Sacro Cingolo. «Il nostro intento è anche quello di valorizzare la vetrina dell’ambiente che dà sull’esterno», anticipa Cerretelli. L’altra novità interessa il sepolcro dei canonici, posto sotto le Volte della cattedrale. Questo spazio è sempre stato chiuso perché usato come deposito del materiale ritrovato durante gli scavi archeologici. L’idea è di aprire e mostrare anche questo luogo storico, posto esattamente sotto l’altare maggiore del duomo realizzato da Morris e il coro.

«Dal Cinquecento fino alla fine del Settecento, quando poi entrò in vigore l’editto napoleonico che vietò le tombe nelle chiese, qui venivano sepolti i canonici, esattamente sotto alla zona della cattedrale a loro riservata, come quella del coro». La nuova apertura, che si terrà nelle prossime settimane, permetterà di organizzare speciali visite guidate riservate a piccoli gruppi. Insomma, un altro spazio storico di Prato si apre così alla città.