Cultura & Società
Il motore a scoppio tra scienza e fede

Il documento rilasciato a Londra, il 12 giugno 1854, certificato n. 1072, reca in prima pagina, ben visibili, i nomi di Padre Eugenio Barsanti e Felice Matteucci. Padre Barsanti ha sempre ripetuto che il merito era di tutti e due, ma la prima idea del 1843, era stata sicuramente del Padre Barsanti.
La tecnica moderna, in varie parti del mondo tenta di ritornare al modello Barsanti, anche se rifornirsi di idrogeno è più difficile che buttarsi nel gorgo degli idrocarburi.
Ma del Padre Barsanti dobbiamo ricordare anche un altro aspetto: la sua attività pastorale nella Congregazione della Madonna della Neve, un gruppo giovanile che a S. Giovannino costrinse gli Scolopi a ingrandire la cappella. La realizzazione del progetto fu affidata naturalmente a Barsanti.
Padre Barsanti collaborava attivamente con Padre Zini, futuro arcivescovo di Siena e apostolo del confessionale, come i grandi santi dell’ottocento.
Gli aspetti tecnici dell’invenzione verranno illustrati dal professor Renzo Macii, il 15 marzo, alle ore 15,30, nel salone dell’Istituto degli Scolopi a Firenze (via Cavour, 54). Insieme col ricordo del Padre Barsanti, verrà studiato anche l’argomento ufficiale della settimana della scienza di questo anno: Il ciclo dell’acqua.
Mercé della Divina assistenza posso dire che i miei perseveranti e faticosi studi tocchino ormai ad un punto da porgere fondate speranze del più favorevole successo: talmente che per incarico di alcuni industriali e col beneplacito dei miei Superiori, non avendosi in Italia officine bastanti per piccoli lavori, mi dispongo a partire per Liegi, per ivi far costruire dei motori secondo il sistema da me inventato.
Siccome però, in mezzo alle difficoltà gravissime e agli ostacoli di ogni maniera contro dei quali ho dovuto lottare, mi ha sempre animato e sostenuto il pensiero che l’opera mia, sebbene miri per se stessa ad un utile tutto materiale e terreno, può tuttavia, e deve indirizzarsi ad un fine più nobile ed elevato, nell’interesse morale e religioso del popolo, e forse, in questi miseri tempi, riuscire non isvantaggioso alla Chiesa, a cui io nella mia condizione mi credo esclusivamente consacrato: così ora prima di consegnare definitivamente al pubblico la mia invenzione, mi volgo con fiducia al paterno cuore di V.S., e imploro umilmente l’Apostolica Benedizione su me e su questo parto, qualunque siasi, del mio ingegno e delle mie fatiche, affinché tutto l’effetto e l’utile che potrà derivarne, ridondi infine a vantaggio e gloria della nostra Santa Religione Cattolica almeno perché veggano, anche una volta i suoi. nemici, com’ella non contraria ma promuova e coltiva i trovati della scienza e dell’industria; sempre che non sian fatti servire di ostacolo al conseguimento di quel bene che più all’uomo interessa, cioè l’eterna salute.
Degnatevi dunque, o Padre Santissimo, di accogliere benignamente la mia umile istanza: degnatevi di riguardare ai sensi che me la ispirano; sensi di attaccamento e di ossequio sincero ed illuminato a quella Fede di cui siete costituito in terra supremo ed infallibil Maestro: e beneditemi nell’atto che prostrato al bacio del Sacro Piede, godo di protestarmi, sebbene indegnissimo.