Benedetto XVI
Il messaggio di Benedetto XVI alla Fao
Pubblichiamo il testo integrale del messaggio di Benedetto XVI al Vertice dell’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) sull’emergenza alimentare mondiale, messaggio letto martedì 3 giugno dal cardinale Tarcisio Bertone.
Alla FAO ed al suo Direttore Generale va, pertanto, il mio apprezzamento e la mia gratitudine, per aver nuovamente attirato l’attenzione della comunità internazionale su quanto ostacola la lotta contro la fame e per averla sollecitata ad un’azione che, per risultare efficace, dovrà essere unitaria e coordinata.
In tale spirito, alle alte Personalità che partecipano a questo Vertice desidero rinnovare l’auspicio che ho formulato durante la mia recente visita alla sede dell’ONU: è urgente superare il paradosso di un consenso multilaterale che continua ad essere in crisi a causa della sua subordinazione alle decisioni di pochi (Discorso all’Assemblea Generale dell’ONU, 18 aprile 2008). Inoltre, mi permetto d’invitarVi a collaborare in maniera sempre più trasparente con le organizzazioni della società civile impegnate a colmare il crescente divario tra ricchezza e povertà. Vi esorto ancora a proseguire in quelle riforme strutturali che, a livello nazionale, sono indispensabili per affrontare con successo i problemi del sottosviluppo, di cui la fame e la malnutrizione sono dirette conseguenze. So quanto tutto ciò sia arduo e complesso!
Tuttavia, come si può rimanere insensibili agli appelli di coloro che, nei diversi continenti, non riescono a nutrirsi a sufficienza per vivere? Povertà e malnutrizione non sono una mera fatalità, provocata da situazioni ambientali avverse o da disastrose calamità naturali. D’altra parte, le considerazioni di carattere esclusivamente tecnico o economico non debbono prevalere sui doveri di giustizia verso quanti soffrono la fame. Il diritto all’alimentazione risponde principalmente ad una motivazione etica: dare da mangiare agli affamati’ (cfr Mt 25, 35), che spinge a condividere i beni materiali quale segno dell’amore di cui tutti abbiamo bisogno [ ] Questo diritto primario all’alimentazione è intrinsecamente vincolato alla tutela e alla difesa della vita umana, roccia salda e inviolabile sui cui si fonda tutto l’edificio dei diritti umani» (Discorso al nuovo Ambasciatore del Guatemala, 31 maggio 2008). Ogni persona ha diritto alla vita: pertanto, è necessario promuovere l’effettiva attuazione di tale diritto e si debbono aiutare le popolazioni che soffrono per la mancanza di cibo a divenire gradualmente capaci di soddisfare le proprie esigenze di un’alimentazione sufficiente e sana.
In questo particolare momento, che vede la sicurezza alimentare minacciata dal rincaro dei prodotti agricoli, vanno poi elaborate nuove strategie di lotta alla povertà e di promozione dello sviluppo rurale. Ciò deve avvenire anche attraverso processi di riforme strutturali, che consentano di affrontare le sfide della medesima sicurezza e dei cambiamenti climatici; inoltre, occorre incrementare la disponibilità del cibo valorizzando l’industriosità dei piccoli agricoltori e garantendone l’accesso al mercato. L’aumento globale della produzione agricola potrà, tuttavia, essere efficace, solo se sarà accompagnato dall’effettiva distribuzione di tale produzione e se essa sarà destinata primariamente alla soddisfazione dei bisogni essenziali. Si tratta di un cammino certamente non facile, ma che consentirebbe, fra l’altro, di riscoprire il valore della famiglia rurale: essa non si limita a preservare la trasmissione, dai genitori ai figli, dei sistemi di coltivazione, di conservazione e di distribuzione degli alimenti, ma è soprattutto un modello di vita, di educazione, di cultura e di religiosità. Inoltre, sotto il profilo economico, assicura un’attenzione efficace ed amorevole ai più deboli e, in forza del principio di sussidiarietà, può assumere un ruolo diretto nella catena di distribuzione e di commercializzazione dei prodotti agricoli destinati all’alimentazione, riducendo i costi dell’intermediazione e favorendo la produzione su piccola scala.
Alla luce di tali principi, auspico che le Delegazioni presenti a questa riunione si assumano nuovi impegni e si prefiggano di realizzarli con grande determinazione. La Chiesa cattolica, dal canto suo, desidera unirsi a questo sforzo! In spirito di collaborazione, essa trae dalla saggezza antica, inspirata al Vangelo, un appello fermo ed accorato, che rimane di grande attualità per quanti partecipano al Vertice: Dà da mangiare a colui che è moribondo per la fame, perché, se non gli avrai dato da mangiare, lo avrai ucciso (Decretum Gratiani, c. 21, d. LXXXVI). Vi assicuro che, in questo cammino, potete contare sull’apporto della Santa Sede. Pur differenziandosi dagli Stati, essa si unisce ai loro obiettivi più nobili per suggellare un impegno che, per sua natura, coinvolge l’intera comunità internazionale: incoraggiare ogni Popolo a condividere le necessità degli altri Popoli, mettendo in comune i beni della terra che il Creatore ha destinato all’intera famiglia umana.
Con questi sentimenti, formulo i miei più fervidi auguri per il successo dei lavori ed invoco la Benedizione dell’Altissimo su di Voi e su quanti si impegnano per l’autentico progresso della persona e della società.
Dal Vaticano, 2 Giugno 2008