Fra i molti fili rossi che uniscono la diocesi ai paesi poveri del mondo, c’è quello che il gruppo missionario di Pescaiola ha cominciato a tessere oltre vent’anni fa e che oggi coinvolge nelle sue trame decine di famiglie tra Arezzo, Cortona e Sansepolcro. Uno slancio di solidarietà che con il tempo ha permesso la realizzazione di scuole, dispensari e cucine comunitarie in Brasile, Uganda, Mozambico e Sierra Leone, senza contare le numerose adozioni a distanza continuamente sostenute dalle offerte delle famiglie aretine.E proprio per continuare a finanziare questi e simili progetti, il 20 e 21 ottobre, nella parrocchia di Sant’Agnese a Pescaiola, alla periferia di Arezzo, si terrà l’undicesimo mercatino missionario. Dalle 15 alle 20 di sabato e dalle 9 alle 20 di domenica, sarà possibile acquistare abbigliamento, prodotti tipici e oggettistica offerti dalle aziende locali, ma anche manufatti in tessuto provenienti dalle missioni gemellate. Alla due giorni sarà inoltre presente la redazione del Piccolo Missionario che per l’occasione allestirà tre laboratori: uno musicale, uno intitolato «Sentieri di pace» e uno che si chiamerà «GirAfrica». In più, saranno proiettati dei video per portare le testimonianze dei missionari e mostrare i progetti finora realizzati.Un impegno, quello del mercatino della parrocchia di Pescaiola, che si ripropone con sempre rinnovata passione dal 1996 ma che in realtà affonda le sue radici alla fine degli anni ’70. Era il 1978, infatti, quando l’allora gruppo giovani, grazie a don Mario Ghinassi e don Alessandro Renzetti, prese contatto con i padri Comboniani per cominciare un cammino di formazione missionaria. Dai primi scambi epistolari con padre Luigi Moser, in Uganda, scaturì il progetto delle adozioni a distanza, proseguito poi anche in Brasile con l’appoggio di padre Remo Mariani. Con il passare degli anni, i rapporti tra il gruppo missionario di Pescaiola e i padri Comboniani si facevano sempre più intensi, fintanto che si fece largo un’idea: affiancare all’adozione dei bimbi, l’adozione di progetti.Per questo motivo nel 1996, incoraggiato dal parroco di allora, don Giuseppe Badii, nacque il mercatino missionario. Da quel momento, i proventi raccolti dal mercatino e dalle offerte delle famiglie aretine, sono serviti anche a costruire dispensari e scuole femminili (come la St. Clare’s Lodonga Girls Secondary School in Uganda), cucine comunitarie (di cui una, in Brasile, intitolata a mamma Paola, una parrocchiana prematuramente scomparsa) e cucine «ambulanti», ovvero automezzi commerciali a cui sono stati applicati container attrezzati con tutto il necessario per cucinare, tavoli e sedie compresi. Ma le iniziative che sono seguite passo dopo passo da chi ha scelto di tendere la mano ai paesi «dimenticati» non si fermano qui.In Brasile viene portato avanti il progetto Cittadini del futuro, una fondazione che aiuta i ragazzi di strada a ricevere un’istruzione di base che permetta loro di trovare un lavoro, e il progetto Piantando la vita, per la coltivazione della frutta e verdura necessaria per l’autososten- tamento delle cucine comunitarie. Le iniziative più recenti riguardano infine il Mozambico dove don Alexander ha avviato il progetto di costruzione di una scuola. Di fatto il campo d’azione è davvero ampio e coinvolge realtà molto diverse ma tutte accumulate da bisogni urgenti che vanno soddisfatti per assicurare un avvenire a coloro vivono in Paesi prigionieri della povertà.Per chi desiderasse avere maggiori informazioni, può visitare il sito www.parrocchie.it/arezzo/agnesepescaiola, oppure scrivere all’indirizzo e-mail gmpescaiola@gmail.com, o ancora rivolgersi al banco allestito durante il mercatino. Insomma, in questi anni tanto è stato fatto, ma altrettanto resta da fare. Il gruppo missionario di Pescaiola lo sa e opera ogni giorno perché quel filo rosso che unisce la nostra diocesi ai paesi poveri non si spezzi mai. di Elena Mariottini