Toscana

Il meeting delle Misericordie toscane

di Elisabetta Giudrinetti

Uno sventolio cromatico azzurro e giallo, gli stessi colori delle divise dei volontari, assieme ad una cospicua fioritura di begonie color paglierino e di plumbagi dai teneri fiori celesti davanti alle vetrine del centro storico. Così Bibbiena, comune casentinese di circa tredicimila anime, ha accolto oltre mille partecipanti provenienti da tutta la Toscana che – dal 26 al 28 giugno – si sono dati appuntamento per il 4° Meeting delle Misericordie Toscane. Un Meeting atteso, in cui i temi della vigilia preannunciavano una grande ed urgente attualità, a cominciare dalla nuova legge regionale sul trasporto regionale sanitario al riordino della Protezione civile e all’assetto del volontariato nella stagione del federalismo. E le aspettative della vigilia non hanno deluso.

Alla presenza di Gabriele Brunini, presidente nazionale delle Misericordie, molto seguita ed attesa è stata la tavola rotonda di sabato 27, sui temi della sanità e del sociale a cui hanno partecipato gli assessori regionali Enrico Rossi (sanità) e Gianni Salvadori (welfare). L’intero mondo del volontariato – difatti – sta vivendo una fase di grave incertezza sul proprio futuro, dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea (2007) che in nome della «libera concorrenza», rischia di mettere fuori legge il servizio delle associazioni di volontariato.

«Abbiamo già presentato in giunta una bozza di legge che presto andrà in Consiglio – ha spiegato l’assessore Rossi – con lo scopo di salvare e di mettere sotto protezione dalle regole comunitarie sulla concorrenza l’affidamento al volontariato dei servizi sanitari d’urgenza. Intanto, anche per il 2009, sarà in vigore l’attuale convenzione che verrà aggiornata per quanto riguarda i costi». «Ed anche per il trasporto socio-sanitario – ha puntualizzato il responsabile della sanità toscana – siamo d’accordo a fare un protocollo regionale ad hoc».

Sui trasporti socio-sanitari, importanti e numericamente anche superiori a quelli sanitari d’urgenza, si è espresso anche l’assessore Gianni Salvadori ribadendo l’impegno della Regione per «trovare le modalità operative perché le associazioni di volontariato come le Misericordie, la Croce Rossa e tutte le altre possano accreditarsi presso il sistema pubblico e costruire sul territorio le condizioni per continuare ad assicurare servizi ai cittadini».

Soddisfazione espressa dal vicepresidente della Confederazione delle Misericordie della Toscana, Alberto Corsinovi, per un intervento «che ha l’obiettivo di difendere e salvaguardare il volontariato, grande peculiarità e patrimonio della Toscana. Se la nostra regione è riuscita a salvare dalla burocrazia di Bruxelles il lardo di Colonnata, riusciremo certamente a salvare quella ricchezza straordinaria che è il nostro volontariato».

Un altro importante risultato raggiunto al meeting bibbienese è stato quello di costituire al più presto un soggetto regionale, con propria personalità giuridica, capace di rappresentare tutte le Misericordie della Toscana. «Già esiste in Toscana una Confederazione regionale delle Misericordie. È arrivato il momento – sottolinea Corsinovi –  di proseguire su questo percorso di autonomia e di responsabilità e di costituire un soggetto, con propria personalità giuridica, che possa iscriversi al registro del volontariato ed essere in grado di sottoscrivere convenzioni e firmare accordi con la Regione. E questo nuovo soggetto – ha concluso il vicepresidente regionale, al termine dell’incontro pomeridiano di sabato 27 con tutti i governatore delle Misericordie toscane – dovrà mantenere i rapporti con gli altri soggetti regionali del volontariato, della società civile, dell’associazionismo e del mondo cattolico e – ha ribadito a gran voce – questo processo vogliamo farlo in piena unità di intenti con la Confederazione nazionale delle Misericordie».

Durante la tre giorni bibbienese non sono mancati momenti di esercitazione a scopo dimostrativo come una simulazione di soccorso nel vicino comune di Ortignano-Raggiolo e prove pratiche di orientamento ed utilizzo del GPS.Il momento clou che ha colpito tutti i partecipanti è avvenuto all’inizio di questo appuntamento casentinese. La suggestiva, a tratti perfino commovente, lunga processione con i mezzi di soccorso verso il Santuario della Verna (nella foto di Marco Bonotti la meditazione nella chiesa del Santuario) che ha preceduto la veglia di preghiera in Basilica, guidata da don Raffaele Minniti, correttore della Misericordia bibbienese.

La processione con i mezzi di soccorso – cento esatti! – ha anche costituito l’occasione per tentare l’iscrizione al Guinness dei Primati come «colonna mobile di mezzi di soccorso più lunga al mondo». «Ad oggi non si conosce se il tentativo è andato a buon fine ma – chiosa Massimo Ceccherini, governatore della Misericordia di Bibbiena nonché ideatore della singolare processione – credo però che la nostra idea, certo curiosa, abbia avuto il merito di favorire un’attenzione mediatica sul nostro lavoro».

Il passaggio del testimone è ora alla Misericordia di Livorno che l’anno prossimo organizzerà nella città labronica il 5° Meeting regionale delle Misericordie della Toscana.

L’intervista. Federazione regionale, ecco perché nasce

di Claudio Turrini

«Siamo molto soddisfatti». Alberto Corsinovi, vicepresidente della Confederazione regionale toscana delle Misericordie, traccia un bilancio molto positivo del meeting regionale dello scorso fine settimana a Bibbiena. Non solo per l’ampia partecipazione – almeno 1.100 confratelli –. Non solo per il «suggestivo pellegrinaggio» di venerdì notte alla Verna. Ma anche per gli impegni presi pubblicamente dagli assessori regionali Enrico Rossi (sanità) e Gianni Salvadori (welfare). E per l’«ok» unanime alla decisione di dar vita in tempi brevissimi alla Federazione regionale toscana delle Misericordie. Una scelta in qualche modo obbligata, che nasce dal fatto «che le Misericordie hanno ormai nella Regione l’interlocutore diretto, essendo state trasferite alle Regioni tutta una serie di competenze, dalla sanità, al sociale, alla protezione civile, alla formazione…».

C’era bisogno, ci spiega Corsinovi, di «un soggetto dotato di autonomia e personalità giuridica» che potesse dialogare a pari livello con la Regione». Un problema sentito ancora di più fuori dai confini della nostra regione, che anche fisicamente ospita la sede nazionale della Confederazione. Ma la scelta non nasce solo da ragioni di opportunità. «Anche la Regione Toscana voleva di fronte a sé un soggetto di ambito regionale che assicuri, per esempio, che eventuali rimborsi al volontariato restino sul territorio toscano».

Corsinovi, cosa succederà adesso?

«Succederà che nei prossimi giorni, anche in attesa della modifica dello Statuto – che ci auguriamo la Confederazione nazionale faccia in termini rapidi – nascerà la Federazione regionale toscana delle Misericordie, che fin da subito si faccia carico di tutte le problematiche della Toscana. Così potremo esser pronti quando si varerà la nuova legge regionale. È già da ora potremo accompagnarne la messa a punto della legge con un percorso di condivisione. È una scelta per rafforzare l’unità, non per dividere. Una scelta che va anche in direzione del federalismo».

In pratica anticiperete le modifiche allo statuto della Confederazione?

«È un soluzione ponte che potrebbe anche diventare definitiva. Quando arriverà il nuovo statuto vedremo se questo strumento può essere quello previsto o ci sarà la necessità di traghettare contenuti, uomini e strutture nel nuovo».

Su questo percorso c’è l’accordo di tutte le Misericordie?

«Non ci sono state obiezioni a questo percorso. Tutti hanno rimarcato l’esigenza di una struttura regionale che stia però all’interno del movimento delle Misericordie, aderendo alla Confederazione nazionale. Con questo c’è anche l’auspicio di poter fare un percorso comune con le due confraternite che in questo momento hanno avuto alcuni problemi con la struttura nazionale non sentendola troppo vicina ai bisogni delle associate. Con loro ci auguriamo di poter riprendere un cammino unitario».

Adesso chi fa parte della struttura regionale?

«Tutte le confraternite toscane, ad eccezione della Misericordia di Firenze e di quella di Rifredi, che avendo formalmente lasciato la Confederazione nazionale, hanno lasciato anche le strutture periferiche».

In totale quante sono?

«Sono 311, compreso le due uscite dalla Confederazione, alle quali dobbiamo aggiungere anche 80 sezioni operative, realtà particolarmente diffuse in certe zone della Toscana. Un esempio per tutti. In Provincia di Prato, formalmente abbiamo 4 Misericordie – Prato, Poggio a Caiano, Carmignano e Artimino – tutte le altre, anche di grandissima consistenza, penso a Montemurlo, formalmente sono spezzoni di Prato».

Durante il meeting avete parlato con gli assessori regionali Rossi e Salvadori anche delle normativi europee che potrebbero mettere a rischio il trasporto sanitario che attualmente svolgete in convenzione. Cosa è emerso?

«Finalmente non solo si cerca una via d’uscita, come si è fatto all’indomani della sentenza della Corte di giustizia europea, del 29 novembre 2007. Questa via d’uscita adesso la si intravede e si sta iniziando a percorrerla. Quello che a noi è parso molto positivo è che questo percorso la Regione ci assicura che lo faremo in maniera condivisa, senza forzature, che potrebbero rendere più difficile il rapporto tra istituzioni e mondo del volontariato».

In che modo la Regione pensa di aggirare la sentenza europea?

«L’obiettivo è quello di evitare il ricorso alla gara pubblica, specificando bene che in Toscana il trasporto sanitario non è un discorso puramente mercantile. Nella prestazione non è l’aspetto economico quello prevalente, ma è quello del rapporto dell’associazione con il territorio e il patrimonio del volontariato».

Non c’è il rischio che la legge regionale metta un po’ le briglie al volontariato?

«Ci hanno garantito che con la legge regionale non ci sarà l’effetto di una “pubblicizzazione” del volontariato, cosa che noi non potremmo accettare. L’assessore Rossi in maniera molto diretta ci ha detto: “non vogliamo venire a comandare in casa vostra, né a noi serve o interessa controllarvi. Vogliamo fare un ragionamento che in altri ambiti è la concertazione e che con voi – e vorremmo essere ancora più cauti – è la condivizione”».

La vostra posizione è condivisa anche dagli altri soggetti che sono in convenzione con la Regione per il trasporto sanitario?

«Per quanto mi risulta, certamente è condivisa dalle Pubbliche Assistenze. Con loro ci siamo recentissimamente confrontati e c’è piena unità d’intenti e di aspettative. Un po’ diverso è il discorso con Croce Rossa, che ha alcune particolarità rispetto al nostro volontariato, avendo un’anima anche pubblica (i loro mezzi, ad esempio, arrivano dallo Stato)».

C’erano problemi anche per i donatori di sangue. Su questo punto ci sono novità?

«In effetti, anche per i donatori di sangue potevano nascere problemi sul fronte sia del trasporto sangue che dei donatori che vengono da realtà lontane rispetto ai centri di prelievo (anche 100 km di distanza). Per quanto di competenza della Regione l’assessore Rossi ci ha rassicurato. Se ci sono realtà che sembrano penalizzate la Regione è pronta a fare la sua parte».

Poi c’è tutto il settore del «sociale»…

«Qui noi rischiavamo di esser chiamati dalle singole società della salute, dal Comune, dai consorzi di Comuni, a partecipare a gare per l’affidamento di servizi. Anche con una grave contraddizione, perché la legge 266 del 1991 sul volontariato vieta alle associazioni di volontariato di partecipare alle gare di appalto. L’assessore Gianni Salvadori, intervenuto a Bibbiena, ci ha proposto di arrivare ad un protocollo d’intesa tra organismi regionali del volontariato e la Regione Toscana per una sorta di co-progettazione. Cioè fin dall’inizio il volontariato, così radicato, così patrimonio della nostra regione, potrà fare insieme all’ente locale, cioè alla struttura pubblica più vicina ai bisogni della gente, dei progetti insieme».

Quale immagine si porta dentro di questi tre giorni a Bibbiena?

«Il suggestivo pellegrinaggio notturno alla Verna di venerdì sera, nel buio e nel silenzio assoluto dove sono state commentate a mo’ di via crucis le opere di misericordia, prima di essere accolti dalla comunità monastica della Verna e concludere lì con una meditazione questo nostro pellegrinaggio. Il primo atto di persone che vedono nella fede, e quindi nell’esercizio di opere di carità oltre che di solidarietà e di filantropia, la spinta ad impegnarsi nei confronti del prossimo sofferente».