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Il martire missionario Dal Casentino alla Cina: la storia di padre Mencattini.

Potrebbe essere aperta la causa di beatificazione di padre Cesare Mencattini, il missionario originario del Casentino ucciso in Cina il 12 luglio 1941. L’annuncio è stato dato dall’Istituto pontificio missioni estere in un incontro a Milano cui ha partecipato il direttore del Centro missionario diocesano, il diacono Giovanni Nocentini.Padre Mencattini, fratello di don Pasquale, storico parroco del Borro di San Giustino Valdarno e autore di uno straordinario presepe meccanico, era nato il 7 maggio 1910 a Soci. Giovanissimo entrò nel Seminario di Arezzo ma lo dovette abbandonare per motivi di salute. Rientrato nel Seminario di Cortona, scoprì dentro di sé una precisa vocazione, quella missionaria. Arrivato presso la casa apostolica di Agazzi, ad Arezzo, che allora era retta dai missionari del Pime, fu mandato per la sua formazione presso i Seminari di Genova, di Monza, di Ducenta (Caserta), di Milano. Il 22 settembre 1934 ricevette l’ordinazione sacerdotale nel duomo di Milano, conferitagli dal cardinale Schuster, e il 9 agosto 1935 partì da Venezia per la Cina alla volta della missione di Wei-hwei-fu.Dopo nove mesi di studio, nel giugno del 1936, il vescovo Martino Chiolino, vicario apostolico di Weihwei, lo inviò nel distretto di Hoahien, come coadiutore di padre Paolo Giusti di Lucca. Da questi sappiamo come padre Cesare parlasse speditamente il cinese. In questi anni padre Mencattini conobbe la desolazione e la rovina portata dalle inondazioni del Fiume giallo in tutta la regione di Hoahien che fecero emigrare gran parte della popolazione. Fra loro i cristiani della zona di Paliyng. Passato il flagello iniziò la ricostruzione. Ma assieme alla rinascita materiale c’era bisogna anche di un risveglio spirituale. I poveri avevano quasi dimenticato le pratiche religiose in una zona che contava più di 3.300 battezzati sparsi in 82 villaggi. Provvidenziale fu l’opera di padre Cesare Mencattini. Posto il suo quartiere generale a Paliyng, ogni lunedì mattina partiva in visita ai villaggi cristiani tornando a casa ogni sabato sera per passarvi la domenica. Egli scriveva: «II mio lavoro consiste non tanto nell’aumentare i cristiani quanto nel riorganizzare le cristianità, procurando a ciascuna una cappella o almeno un tetto di paglia sotto cui radunarsi per la preghiera».Ma le ombre della guerra con il Giappone si presentarono all’orizzonte. Le scuole furono chiuse e gli uomini vennero reclutati per andare in trincea. Padre Mencattini continuò nella sua opera cercando di infondere ottimismo nella popolazione, ma ciò non fece altro che attirargli le accuse di diffondere voci allarmistiche e le minacce di fucilazione come spia dei giapponesi e traditore della Cina. Neanche questo fermò il missionario che durante i bombardamenti ospitò molte persone in fuga dalla distruzione. Nel 1939 la zona di Paliyng, diventata sede di soldati dispersi, fu presa di mira dalle bombe giapponesi. Di fronte ai tanti morti e feriti, padre Cesare iniziò a muoversi in bicicletta nel distretto per impartire l’estrema unzione, spingendosi spesso fin sulle linee del fuoco. Il vescovo lo volle richiamare, ma padre Mencattini chiese di restare. «Qui le occasioni di far del bene sono tante! Molti disgraziati non hanno altro appoggio che noi».Il missionario venne ucciso il 12 luglio 1941, mentre si stava recando a Weihwei per incontrare il vescovo, colpito da due pallottole di soldati comunisti infiltrati nel territorio occupato dai giapponesi. Alla riscoperta della sua figura e del suo impegno, è dedicata l’azione del Centro missionario diocesano. Al religioso dedicato il Centro missionarioPotrebbe essere intitolato a padre Cesare Mencattini il Centro missionario diocesano,in piazza duomo, ad Arezzo. La proposta è arrivata dal direttore del Centro, il diacono Giovanni Nocentini, e dovrà essere passata al vaglio nei prossimi mesi. La riscoperta della figura di padre Mencattini è uno degli impegni presi dal Centro missionario. Grazie a monsignor Giancarlo Rapaccini e alla nipote del religioso, Marta Mencattini, sono state raccolte le lettere di padre Cesare che confluiranno in una pubblicazione. Le lettere erano indirizzate a familiari, sacerdoti e religiosi. È stato ritrovato anche altro materiale come fotografie e documenti di varia natura.