Toscana

Il governo conferma: chiudono 174 uffici postali

di Alessio Giovarruscio

La Toscana è la regione più colpita d’Italia per i tagli alle poste. Sono infatti 174 gli uffici postali prossimi alla chiusura, mentre sommando gli addetti al recapito e quelli alla logistica, amjmonta a 600 il numero dei lavoratori considerati in esubero. La conferma direttamente dal Ministero della Sviluppo Economico, nella persona del sottosegretario Massimo Vari, in risposta ad una interpellanza parlamentare urgente promossa dagli onorevoli Pd Silvia Velo ed Ermete Realacci, per capire quali fossero gli orientamenti del Governo in merito al piano di ristrutturazione e riorganizzazione di Poste italiane, che prevederebbe una diversa distribuzione dei territori affidati ai portalettere, la chiusura di numerosi uffici postali, ma anche la chiusura di alcuni centri di smistamento territoriale con particolare riferimento alla regione Toscana. In risposta, il Governo ha ufficialmente confermato che «la prevista riduzione delle zone di recapito, da 9.766 a 8.356, produrrà un’eccedenza complessiva di personale pari a 1.591 unità, buona parte delle quali collocate nella sola regione Toscana. In questa ultima regione, le riduzioni riguardano: 479 risorse nell’intero settore del recapito; 130 risorse, cioè da 245 a 115 presso il Centro di meccanizzazione postale di Pisa».

A questa fredda scure dei numeri, risponde Ermete Realacci, responsabile Green Economy del Pd: «Il ministero ha di fatto lasciato libera Poste Spa di fare ciò che più gli aggrada: ma su questo argomento non ci può essere solo l’obiettivo del profitto. Sul campo resta l’oggettivo arretramento della capillarità e della qualità del servizio postale, specie dove ce n’è più bisogno. Poste Spa, ricordiamocelo, è gestore unico di un servizio che dovrebbe essere universale, per questo la battaglia continua, insieme ai tanti sindaci e ai cittadini, perchè non è possibile lasciare carta bianca al management di una società di proprietà del Governo per scelte che toccano sul vivo la qualità di vita di centinaia di migliaia di persone». Il Governo prova comunque a gettare acqua sul fuoco, sottolinenando che a «queste contrazioni corrisponde da un lato un incremento della dotazione del Centro Meccanizzato di Firenze per 49 nuovi addetti e dall’altro non seguirà alcun licenziamento, avendo la società previsto la ricollocazione del personale in altre strutture territoriali, sia mediante percorsi pianificati di formazione e riqualificazione, sia mediante la valorizzazione delle opportunità offerte dai processi di mobilità».

Rassicurazioni che non soddisfano i sindacati, che il 14 settembre hanno iniziato lo sciopero degli straordinari promosso dalle sigle Slp-Cisl, Slc-Cgil, Failp Cisal, mentre per il prossimo 12 ottobre a Roma hanno indetto uno sciopero nazionale, come ci conferma Giuseppe Luongo, segretario regionale di Slc-Cgil: «Siamo in piena mobilitazione e possiamo contare sul sostegno di sindaci e amministratori provinciali contrari a questa forma assurda di ristrutturazione, che penalizza soprattutto le zone più decentrate. Ci dicono che nessuno sarà licenziato, ma ad oggi regna l’incertezza  e nessuno sembra conoscere il futuro di questi lavoratori. L’azienda stessa non ha escluso neppure la possibilità di trasferimenti extra- regionali. Abbiamo già denunciato Poste per comportamento anti-sindacale, a Massa e a Pisa, appellandoci all’articolo 28 dello statuto dei lavoratori. Attendiamo con trepidazione la risposta dei giudici, se dovessimo avere ragione, il piano di razionalizzazione verrebbe immeditatamente stoppato. Viceversa, il rischio concreto è quello di doverci abituare ad avere la posta a casa 1 giorno sì e 2 no».

Contrario alla chiusura degli uffici postali, in gran parte periferici, è anche Oreste Giurlani, presidente dell’Unione delle Comunità Montane: «Saranno colpiti soprattutto gli uffici collocati in località minori, in montagna, in territori in cui il disagio si moltiplicherà perché sono territori con popolazione anziana, con difficoltà ad essere serviti dal servizio di trasporto pubblico locale e spesso anche non adeguatamente raggiunti dalla banda larga e che, quindi, hanno impossibilità di accedere anche ai servizi online. Continueremo la mobilitazione in difesa dei diritti delle fasce deboli della popolazione».

Non si fa attendere la risposta di Poste Toscana, per bocca dell’ufficio stampa Alessandro Galassi, secondo cui «Poste Spa ha 14.000 uffici postali in tutta Italia, e considera la capillarità del servizio un valore da non disperdere. Per questo, siamo aperti al dialogo con i sindaci, al fine di mantenere e migliorare questa capillarità, studiando forme di impegno e di collaborazione reciproca, realizzando per esempio sportelli multi-servizi in accordo con le singole pubbliche amministrazioni; pensiamo al rilascio dei certificati camerali e anagrafici, alle visure catastali, alle certificazioni, al ritiro referti, al pagamento dei ticket, ai permessi di soggiorno».