Sarà la prima volta che il Giro d’Italia non partirà dall’Europa e lo farà sia per ricordare i 70 anni dalla nascita dello Stato d’Israele che per rendere omaggio a «Ginettaccio», il cui nome è impresso sul monumento in pietra che rende onore ai salvatori del popolo ebraico durante la Shoa. In un certo senso questo appuntamento ricompensa la lacuna che gli organizzatori del Tour de France gli fecero nel 2014 quando non accettarono la proposta di far partire la «Grande Boucle» da Firenze, nel centenario della nascita di Gino, e optarono per Leeds, nel Regno Unito solo perché offrirono di più. Per organizzare la storica partenza da Israele ci sono voluti ben due anni di frenetici accordi. Grande è stato l’apporto dato dalla Israel Cycling Academy, la prima squadra professionistica israeliana, che ogni anno organizza la gara-ricordo tra Firenze ed Assisi, lo stesso tragitto che faceva Gino Bartali per portare i documenti falsi, stampati a Firenze e destinati a famiglie ebree, che salvarono tante vite umane. Non solo. Bartali, cattolico e fervente praticante, non ebbe paura delle leggi razziali dell’epoca e nascose un’intera famiglia, i Goldenberg, in una casa in via del Bandino (adesso in piazza Elia Dalla Costa). Un gesto rimasto segreto per molti anni perché, come amava ripetere, «il bene si fa ma non si dice». La corsa rosa non passerà dallo Yad Vashem, il memoriale della Shoa, ma la tappa a cronometro del 4 maggio 2018 sarà tutta dedicata a chi, come Gino Bartali, ha contribuito in maniera determinante a salvare tante persone da morte sicura. Anche se tutto il tracciato del Giro non è stato svelato si ipotizza che la Corsa rosa potrebbe passare da Assisi ed avere la conclusione a Roma. Sono in corso, addirittura, trattative per porre il traguardo finale nei pressi di San Pietro proprio per chiudere così un percorso che vuole lanciare un messaggio di pace unendo due grandi luoghi di spiritualità. «Far partire il Giro d’Italia da Gerusalemme – ha sottolineato il Ministro dello sport Luca Lotti – è una scelta che rappresenta un ponte ideale tra Italia e Israele, fatto di cultura, tradizioni e ora anche di sport. C’è poi un ulteriore motivo di emozione e orgoglio, che provo come cittadino italiano e anche come figlio della terra toscana che tanto ha donato e dona tuttora alla cultura mondiale: questo Giro nasce nel ricordo del grande Gino Bartali, “Ginettaccio” come lo chiamiamo noi toscani, che oltre a essere il leggendario campione conosciuto da tutti, contribuì eroicamente, rischiando la propria vita, a salvare diverse centinaia di ebrei italiani dalla deportazione nazista». La cronometro individuale di Gerusalemme (10,1 km.) passerà all’interno dell’abitato, costeggerà il Parlamento (Knesset) ed avrà l’arrivo a ridosso delle mura della città storica. Sabato 5 maggio la prima frazione in linea porterà il gruppo da Haifa a Tel Aviv dopo 167 km. Ultima tappa in terra israeliana, di 226 km, in programma la domenica, da Be’er Sheva a Eilat sul Mar Rosso. Poi un giorno di riposo e la corsa che riprenderà dalla Sicilia.