Il convegno ecclesiale di Verona si avvicina. Ed anche la nostra diocesi si sta preparando da tempo a questo evento. A Verona si annuncia significativo il contributo di idee che arriverà dai laici. Sarà Gino Doveri, 46 anni, avvocato, pisano (abita a Cascine di Buti), segretario generale della consulta nazionale delle aggregazioni laicali (Cnal) a redigere l’introduzione al documento che le associazioni cattoliche presenteranno in quella occasione. «Un documento che ha coinvolto un centinaio di rappresentanti delle aggregazioni laicali presenti in Italia – dice Doveri – e che giungerà a conclusione di un anno di seminari, assemblee, giornate di studio sui cinque ambiti del convegno: vita affettiva, fragilità, lavoro e festa, tradizione e, infine, cittadinanza. Dai lavori di gruppo sono emerse sensibilità differenti, ma tutti i rappresentanti di associazioni e movimenti hanno condiviso l’importanza di esprimere proposte concrete su come vivere la testimonianza cristiana». Il documento finale sarà approvato dall’assemblea generale della Cnal il prossimo 27 maggio a Roma. Quali sono le riflessioni e gli spunti più significativi emersi nei vari ambiti?«Se ogni cittadino cristiano, dopo i suoi compiti familiari, professionali e civili, mette a disposizione gratuita della comunità le sue attitudini, i mezzi che possiede, il suo tempo libero, per rispondere con creatività e continuità ai bisogni emersi nel territorio o in forma personale o in appartenenza comunitaria, egli si schiera dalla parte dei perdenti pagando di persona; egli, così, diventa testimone di un’alternativa solidale alla società conflittuale»: è uno dei pensieri emersi dal seminario sul tema della cittadinanza. Oltre alla gratuità e alla testimonianza del volontariato, nel gruppo di lavoro si è anche parlato della politica intesa come carità. Sono emersi così i richiami alla costruzione della città dell’uomo, secondo la felice espressione di Giuseppe Lazzati, oltre che ai valori della mondialità ripresi dai discorsi di Giorgio La Pira».Nel documento preparatorio al convegno ecclesiale si parla di tradizione intesa come trasmissione di valori …«Agire da testimoni in una cultura e per una cultura: questo il significato dell’azione di evangelizzazione da parte dei fedeli laici, secondo quanto è emerso dal seminario di studio della Cnal sull’ambito della tradizione. Vasti i campi in cui la tradizione si può manifestare: dalla promozione della cultura cristiana alla formazione intellettuale e spirituale, dagli itinerari catechistici alle scuole di comunità. Non ultimo il campo delle comunicazioni sociali, che oggi giocano un ruolo profondo nella formazione dell’opinione pubblica. In particolare, i rappresentanti delle aggregazioni laicali sono convinti che per i credenti la tradizione assume una connotazione di tipo esistenziale e non semplicemente culturale».Come vivere e animare il tempo del lavoro e della festa?«L’ambito del lavoro e della festa costituisce, per i credenti, un risvolto particolarmente carico di valori: nel primo caso è la manifestazione della creatività personale e la possibilità di vivere dignitosamente; nel secondo è la dimensione, anche religiosa, del tempo che si può dedicare a se stessi, alla propria famiglia e a Dio. I lavori di questo ambito hanno così spaziato sulle prospettive per le associazioni cattoliche di animare sia il lavoro, sia il tempo del riposo, della preghiera, della auto-formazione e valorizzazione. Un campo oggi quanto mai vasto e in grado – come ricordato in alcuni interventi – di orientare la vita intera, lavoro e riposo, alla fede. L’amore a Cristo rigenera tutto il nostro lavorare: questo pensiero di don Giussani è stato, citato per sottolineare l’importanza del lavoro e della festa nella vita cristiana».Uno degli ambiti pensati per il convegno è la vita affettiva. Quale testimonianza può dare la coppia nel mondo? «La trasformazione del concetto di matrimonio, una visione della sessualità avulsa da norme morali, il relativismo etico hanno cambiato molto l’esperienza affettiva dei nostri giorni. Tra le ricette emerse da questo gruppo anche quella coraggiosa di riproporre la preghiera in famiglia, perché l’amore tra coniugi e tra giovani fidanzati sia nell’orizzonte della responsabilità e del rispetto».Infine il tema della fragilità…«Non ci sono fragilità da accogliere e fragilità da giudicare: ognuna di esse è segno dell’umanità che soffre e come tale richiede che la persona che ne è portatrice sia riconosciuta, accolta e accompagnata: questo è uno dei pensieri-guida emersi dai lavori del gruppo di associazioni nazionali che si sono dedicate all’ambito della fragilità. I lavori hanno spaziato sui tanti campi in cui si possono sviluppare azioni di aiuto alle fragilità presenti nel nostro Paese. In particolare, si è sottolineato che le associazioni laicali sono chiamate ad agire con una fantasia della fede e della carità, collaborando tra loro se necessario.Quali sono le aspettative riposte dalla consulta nazionale delle aggregazioni laicali nel convegno ecclesiale di Verona?«Il convegno avrà successo se saprà individuare alcune questioni prioritarie su cui impegnarsi e indicare forme di testimonianza del Vangelo significative da poter sviluppare grazie ad iniziative comuni».