«Vi vedo come pulcini nella stoppa». Queste sono le parole di un sacerdote anziano, rivolte con spirito di fratello maggiore, ai presenti riuniti per i gruppi di studio durante il convegno pastorale diocesano alla Verna dedicato al battesimo che ha aperto l’anno pastorale nella nostra Chiesa.I lunghi anni della sua vita trascorsi in missione nel Mato Grosso, unico prete con una parrocchia e sei cappelle in un territorio con un raggio di centro chilometri, strade «disagiate», viaggi per sicurezza in jeep sempre accompagnato da due laici per sopperire ad eventuali difficoltà nel percorso, lo hanno certamente spinto a pronunciare sorridendo queste parole. E nel suo racconto ci ha fatto sentire che la Chiesa è viva e organizzata pur nella povertà francescana, ricca d’amore reso tangibile dallo Spirito di Dio attraverso la grande collaborazione del laicato, dei ministri straordinari dell’Eucaristia, che quando il sacerdote per necessità temporale non può raggiungere le sue cappelle, porgono ai fedeli le letture e le sacre particole.Un commento a conclusione della nostra realtà opulenta, che ci porta troppo spesso a girare intorno alle parole, anche quelle non dette, cercando cavilli quasi occulti, per non saper comprendere e forse per non voler comprendere che il mondo cambia, che tutto attorno a noi ci chiama a comprendere attraverso l’Amore di Dio, le nuove necessità, così ben nascoste dalla cornice di quello che sembra un benessere diffuso, che spesso costa grandi sforzi materiali, impoverendo i cuori e sottoponendo le famiglie a gravose situazioni. La conseguenza interiore è quella di erigere nuove divinità alle quali si è disposti a sacrificare tanto e forse troppo della nostra vita.Allora da laica, vorrei dire grazie per aver partecipato alla Verna al convegno diocesano 2007 sul battesimo, per lo spirito illuminato del nostro Vescevo, monsignor Gualtiero Gualtiero, che ha messo tutti i presenti a confronto con la realtà catecumenale esposta dal Vescovo di Cuneo-Fossano, monsignor Giuseppe Cavallotto, e di don Paolo Sartor, responsabile del servizio del catecumenato della diocesi di Milano. Una gioia sono state le testimonianze dei parroci e dei responsabili degli uffici diocesani, ascoltando e conoscendo così una ricchezza della quale la nostra Chiesa locale può vantarsi. Non solo di programmi da realizzare, ma di esperienze concrete che meriterebbero di essere conosciute in dettaglio. In quella fraternità francescana, che tanti vorrebbero abitare, i tre giorni del convegno hanno reso vive le parole di Geremia: «Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità: la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore».Gaby Oppi Ferretti